Il 30 Novembre 1981, tramite la risoluzione 36/67, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituiva la Giornata Internazionale della Pace, un giorno dedicato alla non violenza, all’insegna della pace mondiale.
Assemblea Generale delle Nazioni Unite
Come nasce la Giornata Internazionale della Pace
Inizialmente si deliberò che la giornata sarebbe stata osservata il terzo giovedì di settembre di ogni anno, invitando tutte le nazioni e le persone a cessare le ostilità durante il giorno.
Nel 1999 il regista e attore inglese Jeremy Gilley girò il documentario Peace One Day, in collaborazione con la BBC e Passion Pictures, che raccontava il percorso per creare una giornata annuale di cessate il fuoco e non violenza con data fissa, istituita il 21 Settembre attraverso l’approvazione della risoluzione 55/282 avvenuta il 7 settembre 2001.
Il tema per il 2020 è Shaping Peace Toghether – Creaiamo la pace Insieme, scelto dalle Nazioni Unite. In un periodo storico in cui siamo tutti impattati dall’emergenza Coronavirus, il nemico è uguale per tutti e solo uniti possiamo proteggere noi stessi e gli altri.
Il conflitto più lungo del mondo
Ad oggi sono in corso decine di conflitti armati che continuano a mietere vittime in tutto il mondo come in Burkina Faso, Libia, Yemen, Siria, Repubblica Centrafricana, Pakistan, Venezuela e tante altre ancora.
Ci sono guerre che durano mesi, alcune anni ed altre ancora decenni interi, come nello Stato del Karen, in cerca di pace da più di settanta anni.
Definito dagli esperti un conflitto a “bassa intensità”, in Myanmar, nella Birmania Orientale vi è in corso la guerra più lunga al mondo contro l’etnia Karen. Nel 1949, ottenuta l’indipendenza dall’impero britannico, i Karen imbracciarono le armi per richiedere la loro autonomia e salvaguardare le loro tradizioni. Settantuno anni dopo si contano 500mila sfollati interni, 130mila scappati in Thailandia, costretti a vivere in condizioni di estremo disagio all’interno di campi profughi. Le truppe governative non demordono, le violenze continuano, tutto per riuscire ad accaparrarsi gas, pietre preziose, oro e legname presenti nella zona.
Il 21 giugno 2019 il ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni del Myanmar ha ordinato il blocco delle linee telefoniche della zona, azione “giustificata” a causa dell’uso dei social network da parte dei ribelli. La chiusura revocata nell’agosto dello stesso anno, è stata ripristinata nel febbraio 2020.
Per migliorare la tua esperienza sul sito utilizziamo Cookie e sistemi di tracciamento in conformità con la legge europea su Cookie Policy e GDPR. Se vuoi avere un'esperienza ottimale sul nostro sito e vuoi supportarci premi Accetta Cookie settingsAccetta
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.