“In Piemonte c’è un proliferare di locali della ’Ndrangheta che ha pochi eguali: la mafia calabrese militarmente ed economicamente, si è insediata con le sue strutture in tutte le province della regione”.
A confermare il dato, le condanne per un ammontare superiore ai 185 anni di carcere che sono state chieste dalla procura di Torino al processo ‘Platinum‘ sulla presenza della ‘Ndrangheta in Piemonte.
A dare l’allarme è il Procuratore generale di Torino
A dare l’allarme è il Procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, durante le celebrazioni per il 30° anniversario della Direzione Investigativa Antimafia, svoltosi pochi giorni fa.
“Oggi la ’Ndrangheta ha una disponibilità di denaro difficilmente stimabile e una liquidità difficilmente quantificabile che in parte viene investa in attività legali o semi legali, perché l’atteggiamento e la metodica sono molto cambiati rispetto al passato. Se lo sviluppo economico non è tenuto sotto controllo le mafie si inseriscono ed è più facile che in momento di crisi non si adottino gli anticorpi e ci sia il rischio che i fondi vengano in parte intercettati.”
Bisogna evitare che la mafia si infiltri negli investimenti del PNRR
Secondo Pietro Grasso“la prossima fase del Pnrr sarà più pericolosa perché bisogna controllare i flussi dei denari e bisogna prevenire che la mafia si inserisca prima dello Stato. È necessario creare organismi di prevenzione per anticipare le mafie”.
Da sinistra Pietro Grasso direttore Generale di SRM, Massimo De Andreis, Maurizio Vallone, direttore della DIA e Francesco Saluzzo Procuratore Generale presso la Corte D’Appello di Torino durante il convegno sul tema “Lo sviluppo economico come antidoto alle mafie” presso il museo Egizio di Torino (ANSA)
Anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, si è espresso sul tema.Bisogna evitare che la mafia si infiltri negli investimenti del Pnrr, favorendo una semplificazione legislativa che miri a dare garanzie, al posto di avvantaggiare la criminalità organizzata.
Nei mesi scorsi, Libera Piemonte aveva già messo in guardia la regione, evidenziando la necessità di mettere in campo tutti gli strumenti possibili per conoscere completamente la destinazione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dei bonus edilizi.
L’allarme in regione è alto: la ‘Ndrangheta, e non solo, continua a infiltrarsi nell’economia legale.
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