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VIOLA E IL BLU di Matteo Bussola (Salani) | Recensione


Il consiglio bibliografico settimanale è un libro scritto per i bambini e, auspicabilmente, destinato anche alle adulte e agli adulti… soprattutto se essi non riescono ancora a comprendere che da ventun’anni siamo nel secondo millennio e norme e paradigmi, fortunatamente, sono evoluti.

“Viola e il Blu” di Matteo Bussola, edito da Salani, è la scelta per BL LIBRI.

LA TRAMA

Questa è la storia di Viola, una bambina che gioca a calcio, sfreccia in monopattino e ama vestirsi di Blu. Viola i colori li scrive tutti con la maiuscola, perché per lei sono proprio come le persone: ciascuno è unico. Ma non tutti sono d’accordo con lei, specialmente gli adulti. Tanti pensano che esistano cose ‘da maschi’ e cose ‘da femmine’, ma Viola questo fatto non l’ha mai capito bene. Così un giorno decide di chiedere al suo papà, che di lavoro fa il pittore e di colori se ne intende. È maggio, un venerdì pomeriggio, il cielo è azzurrissimo e macchiato di nuvole bianche, il papà è in giardino che cura le genziane. Le genziane hanno un nome da femmine, eppure fanno i fiori Blu. Però ai fiori, per fortuna, nessuno dice niente. Non è come con le persone, pensa Viola. Un fiore va bene a tutti così com’è… In questa storia, ispirata dalle conversazioni con le sue figlie, Matteo Bussola indaga gli stereotipi di genere attraverso gli occhi di Viola, una bambina che sa già molto bene chi è e cosa vuole diventare. Un racconto per tutti, che celebra la forza della diversità e l’importanza di crescere nella bellezza e nel rispetto delle sfaccettature che la vita ci propone. Una storia dedicata a tutti quelli che vogliono dipingere la propria vita con i colori che preferiscono.

Matteo Bussola

LA RECENSIONE

Ammetto che prima di iniziare a leggere questo nuovo libro di Matteo Bussola ero un po’ prevenuto. Memore di “Notti in bianco, baci a colazione”, ho immaginato di dovermi sottoporre a sedute di insulina intellettuale. Bussola mi piace come le ingozzate natalizie di pandori, cartellate e celli pieni (dolcetti natalizi abruzzesi [ndr]) ma poi, dopo il picco glicemico, si scende giù in un girone malinconico. Fortunatamente, chi mi ha donato il libro che sto recensendo, mi conosce bene ed ha intuito anche i futuri utilizzi dell’opera da fare insieme.

L’impianto tematico del libro sorge immediatamente ed arriva, dritto dritto, al nocciolo della questione: una disamina puntuale sugli stereotipi di genere scritto con parole semplici e mai banali, tanto da rendere questo libro di formazione, fruibile a tutte le età.

La protagonista è una bambina che disdegna la monarchia immaginata, i lustrini e le bamboline. Viola adora giocare a calcio ed il suo colore preferito è il blu. (Blu che ritorna nelle bellissime illustrazioni bitonali del libro).

Ovviamente queste sue caratteristiche la rendono bersaglio di critiche tra i pari. Un sottile vento di bullismo bambinesco che però non sfocia in drammatici epiloghi. Viola, saggiamente, solo come attualmente si può fare in un libro, decide di chiedere spiegazioni al papà. L’intreccio temporale di questo libro è proprio la chiacchierata a cuore aperto tra il papà e Viola. Se pensate che sia il “pippone” a senso unico del babbo, vi sbagliate di grosso. A fine libro scoprirete che la piccola Viola, nella sua purezza infantile e con la sua assenza di filtri e schemi, è saggia tanto quanto il padre. Viola è assolutamente kantiana ed affronta la problematica con la sola pura ragione, senza armature e sovrastrutture adulte.

Al contrario il babbo la condurrà in riflessioni assolutamente fortificanti e le farà capire quanto sia piccolo un mondo che divide le cose con etichette e categorie. Non esistono attività solo da maschio o solo da femmina. Ogni bambino e ogni bambina ha il diritto sacrosanto di perseguire le proprie passioni.

Sicuramente la famiglia di Viola è già priva di stereotipi: mamma ingegnera a tempo pieno e papà artista che, facendo un lavoro molto più flessibile, si occupa dell’accudimento della bambina.

Viola e il blu, più che una favola moderna, è un manifesto sulla equità dei generi.

CONSIGLIATISSIMO… ma non dite a Simone Pillon che lo leggerete…

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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