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Spettacolo

Eurovision e diversità: #Le5 canzoni da ricordare

PingPong – Sa’me’akh (Israele 2000)

Peace! Peace!“: con queste parole, e sventolando una bandierina della Siria, i PingPong vent’anni fa salutavano il pubblico di Stoccolma.


La loro performance di Sa’me’akh fu tutt’altro che memorabile, e loro stessi ammisero di aver partecipato al contest con molta leggerezza.

Tuttavia questi quattro ragazzi naif, tanto stonati quanto scoordinati, che sembrano passati di lì per bere una cosetta, sono iscritti a chiare lettere nella storia del concorso per due ragioni: una di queste è quella di essersi scambiati il primo bacio gay della storia dell’Eurovision, e la seconda è di aver irritato moltissimo il broadcaster israeliano proprio per la bandiera siriana brandita con orgoglio al termine dell’esibizione, tanto da rifiutarsi di rimborsare le spese del viaggio alla delegazione.

Sa’ma’eck, al di là dello stile allegro e gaio, è una canzone che parla di kibbutz, di guerre e di amore come antidoto all’odio: “E ora ho un nuovo ragazzo di Damasco / Quando sono triste, mi manda una rosa rossa.

Nonostante le buone intenzioni totalizzarono solo 7 punti, chiudendo al 22° posto. Peggio di loro fecero solo Francia e Belgio.

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Scritto da

Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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