E concludiamo questa micro rassegna di “Luglio, leggi l’Orso sullo scoglio” con un altro autore Scandinavo: Fredrik Backman.
Anche qui serbo per voi un aneddoto non da poco. Già, perché Backman è spesso citato negli incontri di Libroterapia a cui ho partecipato e, la Libroterapeuta, la Psicoterapeuta Elisa Tracanna, spesso mi ha suggerito di leggere Backman, oltre che per gusto letterario, ma anche perché “ti fa stare bene!”.
Fredrik Backman è l’autore dei romanzi L’uomo che metteva in ordine il mondo (titolo originale En man som heter Ove, letteralmente Un uomo chiamato Ove, 2012), Britt-Marie è stata qui (Britt-Marie var här, 2014) e Mia nonna saluta e chiede scusa (Min mormor hälsar och säger förlåt, 2013). Sono stati in cima alle classifiche di vendita in Svezia e in seguito pubblicati in tutto il mondo, tradotti in più di venticinque lingue. Dal suo primo romanzo, L’uomo che metteva in ordine il mondo, è stato tratto il film con lo stesso titolo originale del libro, uscito nelle sale il 25 dicembre del 2015.
Backman , nei romanzi precedenti, ci aveva abituati a concatenare le trame, ironiche, dissacranti e soprattutto intelligenti.
Questa volta invece vi presentiamo il suo nuovo libro, fresco di stampa, “La Città degli Orsi” che nulla a che vedere con le precedenti opere.
LA TRAMA
In una foresta svedese, lontano dai grandi centri abitati, sorge una piccola comunità attorno alla riva di un lago molto grande. Il villaggio di Björnstad, la Città degli Orsi, per intenderci, è un luogo ove non accade mai nulla, non succede mai niente e la gente vive placidamente la propria vita; un po’ come in Molise. L’unica attrattiva di richiamo del placido villaggio è, appunto, il lago: l’attrattiva per tutta la popolazione della zona. Ovviamente, essendo ambientato in Svezia, stiamo parlando di un lago ghiacciato che è il campo da gioco perfetto per la squadra di Hockey locale.
I ragazzi di Björnstad, infatti, sono bravissimi. Audaci adolescenti che riescono a vincere moltissime partite del Torneo Nazionale aggiudicandosi l’accesso alle semifinali.
La Comunità non parla d’altro e, forse, carica di troppo entusiasmo ed orgoglio i Bravi Adolescenti abilissimi con la mazza.
Proprio uno di essi, nel bel mezzo della frenesia dei giorni precedenti alle semifinali, decide di utilizzare “la mazza” su una ragazzina facendo entrare il romanzo in un girone infernale che ingoierà tutta la comunità.
Nel capitolo 30 si suggella l’orrore di quello che accade dopo l’evento. La sconcertante messa in discussione di quello che la vittima afferma: “Come eri vestita?” , “ Avevi bevuto?”, “Quando salivi le scale eri davanti o dietro il ragazzo?”.
La tranquilla comunità della Città degli Orsi si trasforma in un tritacarne di malelingue ed emerge tutto il bigottismo represso nei confronti della donna.
Nonostante sia ambientato nella civilissima Svezia, La Città degli Orsi di Backman è una pennellata rossosangue di questa triste realtà delle donne che subiscono, magari violentate materialmente da un solo uomo, ma , stuprate dal giudizio ottuso delle “scale morali” di chi ti sta intorno.
LA RECENSIONE
Se vi aspettate di trovare una Britt-Marie o un Ove con quella puntuale dedizione al sarcasmo non è il Backman che cercate.
La città degli Orsi descrive un’emergenza, una sofferenza che empaticamente lo scrittore ha fatto propria. Il linguaggio utilizzato è altamente seduttivo per il lettore. In fondo le storie che parlano di adolescenti attirano sempre la nostra attenzione, forse per la magnetica attitudine di farci porre la fatidica domanda “Se fosse capitato a me?”
Non è un libro bello. È un libro utile, semmai. Un libro che realmente mette in chiaro le dinamiche di una violenza subita; le pressioni esterne che condizionano i personaggi, sia i giocatori di Hockey, sia la ragazza vittima. Tutto questo dovrebbe farci riflettere su come noi cittadini adulti ci poniamo sulle nuove generazioni, su come noi “grandi” in realtà condizioniamo quello che verrà.
Mai come ora è un romanzo attualissimo. Lo consiglierei sicuramente a mia cugina Mariangela, sedicenne e abruzzese come me, come fonte di conoscenza e soprattutto per poterla far immedesimare in una storia che è ambientata in Svezia solo perché Backman è svedese: ma potrebbe essere ambientata in qualunque luogo.
Aimè, il risultato non cambierebbe… ma coltiviamo le nuove generazioni ad un futuro migliore.
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