Il Giorno della Memoria è anche la giornata in cui, anche a livello istituzionale, vengono posate le pietre d’inciampo.
Questa settimana vogliamo proporvi la lettura di un libro, fresco fresco di stampa, che ci racconta come sia nata questa bellissima e necessaria tradizione contemporanea ed, inoltre, ci regala alcune storie personali dei “proprietari” di quei nomi incisi indelebilmente su quelle pietre.
LE PIETRE DELLA MEMORIA (Gunter Demnig e le pietre d’inciampo) di Francesca Druetti e Benedetta Rinaldi, pubblicato da People, è la scelta settimanale di BL LIBRI.
SINOSSI
Negli anni Novanta a Colonia l’artista Gunter Demnig posa la sua prima Pietra d’Inciampo in memoria delle vittime del nazifascismo. Apparentemente un piccolo gesto che ha però il potere di innescare un grande movimento di riappropriazione della memoria che travalica i confini dell’Europa. Oggi si contano oltre settantaduemila Pietre posate nel ricordo di donne, uomini e bambini a cui finalmente viene restituito un racconto familiare che la storia ha negato. “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”, recita il Talmud e l’opera di Demnig conficca nomi cognomi e vite nelle strade e nella memoria collettiva, un inciampo necessario per mantenere alta l’attenzione e la riflessione su una tragedia spartiacque nella storia dell’Occidente. Francesca Druetti e Benedetta Rinaldi ricostruiscono il percorso di questo artista e ci accompagnano alla scoperta di alcune delle tante vite distrutte dai regimi perché considerate altro da sé, invitandoci a un esercizio attivo della memoria e della storia.
RECENSIONE
Indubbiamente questo libro è essenziale, utile , necessario. Druetti e Rinaldi hanno svolto un lavoro rigoroso e doveroso ed assolutamente didascalico. Dietro ogni pietra d’inciampo c’è una persona, una storia e, l’orrore che hanno visto e che ha segnato l’epilogo delle loro vite. Il lavoro delle due autrici ripercorre la genesi delle pietre. Con dovizia di dettagli, scopriamo che l’ideatore è stato l’artista Gunter Damnig. Una piccola azione di land-art declinata , ora, in moltissime nazioni per ricordare e mai dimenticare. La scelta delle autrici di dare una panoramica storico-geografica amplifica l’utilità, tanto che oserei consigliare questa lettura alla popolazione scolastica tutta. Nelle prime pagine del libro scopriamo anche chi furono i primi destinatari delle pietre: rom e sinti, da sempre marginalizzati nella narrazione della shoah. Altre perle presenti nel libro sono le storie di due persone LGBTQIA+. Da rilevare l’intelligente scelta tipografica di stampare questo libro con la stessa forma di una pietra d’inciampo.
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