LIGHT OF MY LIFE è un’opera prima sorprendente al servizio di un messaggio importante. Un film che guarda alla sola speranza di un mondo in rovina: la donna.
Un virus ha sterminato quasi l’intera popolazione femminile. Un padre e sua figlia Reg (costretta a fingersi maschio per non essere nel mirino di uomini vili e predatori) si muovono di continuo, nascondendosi tra i boschi e case abbandonate.
Casey Affleck (premio oscar nel 2016 come Miglior attore protagonista per “MANCHESTER BY THE SEA“) scrive e dirige un film essenziale, ma prezioso. Egli guarda a un futuro disastroso di un’umanità alla deriva, esasperando problematiche (femminicidio e violenza sulle donne) che sono le stesse da secoli, ma di cui non si è trovata ancora oggi soluzione.
La violenza sociale esercitata è di fatto una piaga che ogni giorno colpisce tante, troppe donne. È un virus silente, accettato, tramandato, pubblico e privato; è un atto legittimato in certi paesi e culture e in altri (come il nostro) persiste e talvolta viene quasi giustificato.


LIGHT OF MY LIFE diventa metafora di questa violenza, di questo male incurabile che annienta le donne. Gli uomini rimasti, destinati a soccombere tra rivalità e meschinità, resi impotenti e soli dalle leggi di una Natura o di una divinità severe e ostili, sono per lo più incapaci di guardare alle poche donne rimaste come a loro simili, ma sono per loro un tesoro, una loro proprietà, un oggetto che altri sono pronti a rubare e sfruttare.
Ma il film è anche e sopratutto un inno a un legame affettivo tra un padre e una figlia che supera mille avversità.
È un inno al valore delle parole e delle storie e della Storia: Reg può conoscere il passato solo attraverso i racconti che il padre le racconta ogni sera, prima di andare a dormire, facendo propri concetti e lezioni importanti, assimilandoli però non in maniera passiva, ma con senso critico.
La meravigliosa prova attoriale della giovane Anna Pniowsky, con i suoi occhi profondi, luminosi di una maturità e di un’onestà disarmanti, illumina ogni scena, conferendo sostanza e sentimento e calore anche laddove le ambientazioni e le situazioni sono delle più crudeli e desolanti.


Casey Affleck si conferma attore bravissimo e si rivela regista altrettanto sensibile e centrato.
LIGHT OF MY LIFE è un film che non eccede mai, suggerisce, stimola il pensiero, scuote le coscienze, fa sobbalzare il cuore, emoziona. Nei silenzi e nelle simboliche inquadrature riesce poi a comunicarci quello che le parole non possono dire. Perché l’amore e il nostro futuro necessitano sopratutto di sguardi diretti e di attenzioni e di gesti concreti, necessari, coraggiosi.
Se questo non possiamo farlo per noi è urgente che lo si faccia per i nostri figli e per quelle donne che portano nel cuore (prima ancora che in grembo) la speranza di uomini migliori.


Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

