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TOPSHOT - Protesters take part in the Women's March and Rally for Abortion Justice in New York, on October 2, 2021. - The abortion rights battle took to the streets across the US, with hundreds of demonstrations planned as part of a new \"Women's March\" aimed at countering an unprecedented conservative offensive to restrict the termination of pregnancies. (Photo by KENA BETANCUR / AFP) (Photo by KENA BETANCUR/AFP via Getty Images)

Desdemona

Nel Wyoming l’aborto farmacologico è ora un crimine.

È il primo stato USA a vietare la pillola abortiva: le sanzioni pecuniarie possono arrivare fino a 9mila dollari e fino a 6 anni di carcere in caso di violazione, considerato ora reato penale.


Mark Gordon, governatore del Wyoming, è riuscito, dopo svariati tentativi, a introdurre il divieto della pillola abortiva. Un provvedimento a cui è stato affiancato anche un disegno di legge che vieterebbe ogni tipo di aborto, andando di fatto ad intaccare la libertà di scelta della donna.

Quest’ultimo provvedimento andrà in vigore oggi, 20 Marzo.

Secondo il testo, sarà quindi illegale “prescrivere, dispensare, distribuire, vendere o utilizzare qualsiasi droga allo scopo di procurare o eseguire un aborto “. Sono escluse le cosiddette pillole del “giorno dopo”, ovvero quei farmaci che hanno effetto contraccettivo e che possono essere assunti dopo un rapporto sessuale non protetto. Ma questo solo prima che un’eventuale gravidanza sia stata accertata da un medico.

Mentre per il Parlamento Europeo l’interruzione di gravidanza è considerato un diritto fondamentale, questa legge vieta l’aborto in quasi tutte le circostanze, rendendolo un crimine. «Ho agito senza pregiudizi e dopo lunghe preghiere, per consentire a questi progetti di diventare legge» ha scritto Gordon in una lettera al Segretario di Stato del Wyoming pubblicata venerdì poco prima di mezzanotte.

In Texas, le cose invece peggiorano: non solo si vieta la pillola abortiva, ma è stata proposta una legge in cui vieterebbe la diffusione di ogni tipo di informazione inerente all’aborto o anche solo parlarne online, per ostacolare, di fatto, la ricerca di cliniche o le modalità.

Molti stati, inoltre, stanno varando delle leggi che rendano illegale spostarsi in un altro stato per abortire.

Scritto da

Attivista Politica, Femminista Intersezionale. Speaker e Autrice su Radio Città Pescara Popolare Network. Mi occupo di libri alla Libreria Primo Moroni di Pescara.

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