NOI è un’opera complessa e stratificata che sa spaventare con intelligenza.
Un’opera che lascia il segno e che accende infiniti dibattiti.
Cosa chiedere di più?
1986, Usa.
Mentre l’intera nazione è impegnata a preparare “Hands Across America” – una gigantesca catena umana di beneficenza che dovrebbe attraversare l’intero continente e destinata a essere un flop economico e organizzativo – una bambina si perde in un labirinto di specchi.
Molti anni dopo, ai giorni nostri, quella stessa bambina, ormai cresciuta, va in vacanza col marito e i due figli in una casa vicino al mare.
Adelaide però è inquieta. Un senso di minaccia da quel lontano episodio l’ha sempre attanagliata e ora che è tornata non lontano da quel luogo sente di essere in pericolo.
Presto le sue paure si concretizzeranno quando la loro casa verrà invasa da 4 figure misteriose che scopriranno essere identiche a loro.


La seconda opera del talentoso regista Jordan Peele era carica di aspettative.
Il suo primo film, GET OUT- Scappa, è stato un vero successo di critica e di pubblico e si è aggiudicato il premio Oscar 2018 per la Migliore Sceneggiatura Originale.
NOI è uno splendido esempio di come sia possibile ancora oggi sfornare nuove idee e confezionare un ottimo film di genere.
Terrorizza, inquieta, fa ridere (per la sua vena sarcastica) e fa riflettere.
Il tema del doppio non è certo una novità, ma è interessante come questo sia sviluppato e come da questo vadano a diramarsi più significati, su più livelli, più o meno esplicitati.
Il regista ha affermato che questo film vuole riflettere sulle infinite contraddizioni del sistema Made In Usa.
NOI è infatti un film che parla di lotta di classe, di differenze razziali, di come la Storia pare non insegnarci nulla e che quindi siamo portati a ripetere i medesimi errori.


Ma serpeggiano anche tematiche importanti come l’integrazione, l’ipocrisia del capitalismo e la sfiducia verso il governo.
Mi piacerebbe addentrarmi nello specifico, ma sarebbe necessario svelare tanto e forse troppo di una trama ricca di colpi di scena.
Di certo NOI è un horror politico, che richiama alla mente i film di Romero, ma che affonda la lama delle forbici nel tessuto sociale moderno occidentale (anche il nostro).
Non saranno pochi i punti di domanda che si solleveranno durante la visione e il finale – per certi versi sconvolgente – darà un’immagine deformante di tutto quanto si è assistito e un sapore mai così tragico e cinicamente veritiero della natura umana.
Se Jordan Peele, qui non solo regista, ma anche sceneggiatore e produttore, costruisce un incubo moderno praticamente (quasi) perfetto, con una colonna sonora e un montaggio che tengono col fiato sospeso; buona parte della riuscita del film è merito di un cast di primo livello.
Bravissimi tutti gli interpreti: maschere dell’orrore e doppi che resteranno impressi negli occhi e nella mente degli spettatori.
Ma a brillare su tutti è la meravigliosa protagonista Lupita Nyong’o.
Lei, già vincitrice di un Oscar, nel doppio ruolo di Adelaide e Red, sfodera tutte le sue doti recitative: espressività e gestualità controllate nei minimi dettagli che tra tic, cambio della voce, movimenti robotici, delineano uno dei personaggi più inquietanti visti di recente sul grande schermo.


Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

