Olivia e i suoi amici partono alla volta del Messico in occasione dello Spring Break, per trascorrere giornate all’insegna del puro divertimento.
L’ultima sera fanno la conoscenza di un ragazzo che aiuterà Olivia a levarsi da una situazione imbarazzante.
Lo sconosciuto invita poi i ragazzi a seguirlo in un posto “fantastico” che si rivela essere una chiesa fatiscente.
Qui tra alcolici alla mano e un po’ di noia si decide di giocare a “Obbligo o Verità”.
Quello che sembra un gioco innocuo diventa presto una minaccia e una condanna per tutti i presenti: se non si accetta la sfida, se non si dice la verità, si è destinati a morire.
Dietro il successo commerciale di questa pellicola a basso budget c’è l’intuito di uno dei produttori più attenti degli ultimi anni: Jason Blum.
Fondatore e amministratore della Blumhouse Production ha messo a segno non pochi film durante la sua carriera, specializzandosi nella distribuzione poi di titoli horror interessanti e acclamati dalla critica come “PARANORMAL ACTVITY” e “SINISTER” e “THE PURGE” e “SPLIT” o il più recente “GET OUT“.
Qui, dietro la cinepresa, ritroviamo Jeff Wadlow, regista statunitense che iniziò la sua carriera con quel “NICKNAME:ENIGMISTA” (2005) che molti amanti del genere horror avranno sicuramente dimenticato.
Non proprio un nome che resterà nella storia e questo film – il quinto della sua breve filmografia – ne è la conferma.
Su delle premesse certo originali ma un tantino forzate, prende il via una trama che deve molto all’idea e alla saga di “FINAL DESTINATION” dove è la morte a dettare legge.
Vi è ben poco di cui spaventarsi e anche le scene gore sono davvero poche, l’interesse che ci spinge a vedere il film fino alla fine è capire dove si andrà a parare e se è possibile che i protagonisti possano sfuggire al loro tragico destino.
Il cast è composto da giovani attori più o meno semisconosciuti non fosse per la presenza di due piccole star dei serial tv più in voga degli ultimi anni: la monoespressiva Lucy Hale che i più conoscono come Aria nel teendrama “Pretty Little Liars” e il belloccio Tyler Posey che ha fatto sospirare migliaia di ragazzine nel serial “Teen Wolf“.
In realtà la tensione è concentrata proprio in quelle verità che i ragazzi sono costretti a svelare ai loro amici, palesando piccole falsità e desideri incoffessabili o segreti sepolti da troppo tempo.
Come già era stato evidenziato in un bellissimo film di produzione italiana, “PERFETTI SCONOSCIUTI” di Paolo Genovese (2016), nell’era dei social e delle doppie vite che conduciamo nel virtuale, è nei piccoli smartphone che si celano le verità più terribili.
Ma la velata critica all’era moderna ( se tale voleva essere ) dove la verità è una merce che svendiamo o falsifichiamo tra snapchat e instagram e facebook si perde tra piccoli drammi adolescienziali – tra innamoramenti per il ragazzo della migliore amica e coming out – che si stemperano troppo in fretta perché possiamo farli nostri.
Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.
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