ROOM (2015) è un film che sconvolge per tutta la sua durata. Toccante e drammaticamente sincero.
Jack e Ma’ vivono in una stanza. Gli oggetti che la compongono (un letto, un lavandino, un televisore, un tavolo, un lucernario…) sono i soli amici di Jack che lui saluta ogni mattina. La notte, di tanto in tanto, arriva Old Nick a far visita alla ragazza e Jack si rifugia in un piccolo armadio per non guardare. Questa è la loro vita. Questo è il loro mondo. Poi Jack compie 5 anni e la sua Ma’ gli rivela che oltre quella stanza c’è altro. C’è il vero mondo. Oltre quella stanza c’è una vita e delle altre, tante, persone e delle cose che lui può solo immaginare. Ora che Jack è abbastanza grande per sapere, è tempo che lui scappi da quella stanza…
ROOM è un film di rara bellezza. Un vaso di Pandora che, una volta aperto, sprigiona tutto uno spettro di emozioni che vanno a confondersi e confonderci per tutta la sua durata.
Merito è anzitutto di Lenny Abrahamson, qui regista attento e sensibile che dirige con passione l’ottima sceneggiatura di Emma Donoghue che è anche scrittrice del romanzo cui è ispirato il film.
C’è una scena che fa da spartiacque – una delle più tese dell’intera opera – che divide letteralmente il film in due: una prima parte che guarda al genere thriller e una seconda parte più intima e drammatica.
Se nella prima parte la stanza è il luogo fisico dove avviene tutto e teatro dei due protagonisti, nella seconda parte quella stanza diventa un luogo e uno stato mentale da cui è ancora più difficile evadere.
Si passa quindi alle strepitose prove attoriali dei due giovani attori: Brie Larson e Jacob Tremblay. La ragazza e il bambino offrono espressività e umanità ai loro personaggi guardando a tutti gli stati d’animo che si inseguono lungo la narrazione.
Nella foto il piccolo Jacob Tremblay e il premio oscar Brie Larson
Se Brie Larson (che tutti aspettiamo nel 2019 in CAPTAIN MARVELe AVENGERS: ENDGAME) ha vinto meritatamente l’oscar come Miglior Attrice; a sorprendere sono le doti recitative del piccolo Tremblay (che molti hanno amato lo scorso 2017 nel titolo WONDER) che passa con disinvoltura e maturità a infinite emozioni ora trattenute e ora esplose.
Una storia difficile da dimenticare (ispirata a un fatto di cronaca) che resta negli occhi e nel cuore per molto tempo.
Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.
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