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Lo swing-Pop delle Blue Dolls: Daniela Placci- Angelica Dettori – Flavia Barbacetto

- 25/05/2025


  

Le Blue Dolls sono un trio vocale femminile italiano. Il loro stile riprende il canto a più voci degli anni ’30 già usato dal Trio Lescano. Il loro repertorio canzoni italiane e americane dagli anni ’30 agli anni ’80.

Le Blue Dolls sono nate artisticamente nel 2005. Negli anni c’è stato un avvicendamento della formazione fino ad arrivare a quella attuale: Flavia Barbacetto, Angelica Dettori e Daniela Placci. In questi ventanni di attivita’ Le Blue Dolls, hanno tenuto centinaia di concerti in teatri italiani e stranieri e hanno al loro attivo decine di apparizioni televisive.

La formazione delle Blue Dolls, è cambiata negli anni ma è sempre rimasta fedele nel progetto. Vi chiedo come prima domanda cosa facevate prima di entrare nella formazione?

 Angelica e Flavia: Prima di entrare nelle Blue Dolls, da adolescenti, io (Angelica) e Flavia studiavamo insieme in un’accademia che proponeva un percorso di studi dedicato al musical. È lì che ci siamo conosciute e, da sempre appassionate di swing e canto armonizzato, facevamo parte di un trio vocale con base a Firenze, le Swing in Blue.

Daniela: Prima di entrare nel trio mi dedicavo prevalentemente alla prosa. Avevo una mia compagnia teatrale con cui portavo in giro varie tipologie di testi (dalle tragedie alfieriane al teatro punk austriaco). Il canto, per molti anni, ha avuto un ruolo abbastanza marginale nella mia vita lavorativa.

Maramao perché’ sei morto, Ma le gambe, Baciami piccina, Pippo non lo sa, Guarda che luna, fanno parte del vostro repertorio. Al di là della melodia, cosa rappresentano per voi e per noi Italiani questi brani?

Al di là dei testi scanzonati (che a volte nascondevano invece messaggi politici “criptati” in un’epoca in cui non era garantita la libertà d’espressione), sono melodie senza tempo che molti ricordano con grande tenerezza, perché le canticchiavano loro nonni e genitori. Una sorta di fil rouge generazionale, una memoria collettiva che viene trasmessa di generazione in generazione ed è così divenuta parte integrante del patrimonio culturale del nostro paese.

Repertorio espressamente swing con canto armonizzato, vi siete mai cimentati in pezzi pop rock, se sì quali?

Abbiamo iniziato da poco una nuova avventura in ambito pop (e sì, anche un po’ rock!). Nel nuovo spettacolo “Pop Tales, la musica italiana d’autore come non te l’aspetti” esploriamo nuove sonorità e generi: dai giganti come Battisti, Battiato e Dalla, a eredi moderne del cantautorato quali Madame e Ditonellapiaga, volendo citarne alcuni. 

Drusilla Foer, il brano a quattro voci del famoso pezzo Rai con Mina, Raffaella Carrà e le gemelle Kessler, uno dei momenti iconici della Rai, rieditato da voi, come vi siete conosciuti con Dru e a chi è venuta l’idea?

Conosciamo Drusilla e Gianluca da diversi anni e lo seguiamo come artista dai tempi in cui era ospite alla trasmissione “L’ottavo nano”. Avevamo sempre detto che ci sarebbe piaciuto trovare il modo di fare qualcosa insieme, e a dire il vero l’idea di rivisitare il brano “Che cosa” è venuta proprio a Dru. E così, in un momento in cui ben poco si poteva fare dal vivo (eravamo in periodo di semi lock-down) ecco che è nato quel video, che è stato l’inizio della nostra collaborazione.

Daniela Placci, soprano, Angelica Dettori, soprano, Flavia Barbacetto, contralto. Il vostro primo brano cantato in pubblico?

Daniela: Il mio primo brano cantato in pubblico è stato “Anema e core”, una canzone napoletana. L’ho cantata su Rai 2, all’interno della trasmissione “Piccoli e grandi fans”, condotta dalla mitica Sandra Milo! Avevo 4 anni. Un esordio divertentissimo, insomma!

Flavia: “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli. Un hotel nel paesino di montagna in cui ho casa aveva organizzato una specie di gara canora, avevo undici anni e mi lanciarono sul palco amici e parenti. Blackout totale, amavo cantare in cameretta con mia sorella ma nel panico del momento feci tabula rasa del “repertorio”, e l’unico pezzo che mi venne in mente fu quello. Non esattamente l’ultima hit radio, ma funzionò!

Angelica: Stranamente questa è una cosa che non ricordo! Però la mia prima vera e propria performance pubblica è stata interpretare il ruolo di Audrey nel musical La piccola Bottega degli Orrori come fine del percorso di studi all’Accademia Max Ballet.

Il Festival di Sanremo. Avete mai presentato un brano, anche per gioco?

Chi non ha mai preso in considerazione il fatto di presentare un brano a Sanremo? Nel nostro caso specifico però è capitato di pensarci solo con un’eventuale collaborazione, mai con brani esclusivamente “nostri”. In ogni caso mai dire mai.

Chi è il vostro pubblico? C’è una riscoperta dello swing nei giovani? È questa la vostra missione?

Effettivamente lo swing è tornato molto in voga negli ultimi anni, anche grazie alla diffusione della cultura Lindy hop. Questo ha fatto sì che molti giovani si avvicinassero e affezionassero a una dimensione “vintage” che non si limita alla musica, ma che coinvolge anche aspetti come look e attitudine. Una riscoperta a tutto tondo, insomma. Si può dire che la nostra “missione” sia in un certo senso tenere viva questa musica, inserendo contaminazioni swing anche in un repertorio più moderno.

Un featuring che vi piacerebbe realizzare?

Non possiamo non pensare a un gruppo vocale storico, grande passione di Angelica sin da quando era piccola: I Neri per caso!

Mina, Mia Martini, Antonella Ruggiero o Giorgia?

Flavia: Difficilissimo! Una lotta tra titani, diversissime tra loro. Butto là un’Antonella Ruggiero, ma se potessi ruberei volentieri svariate qualità di ognuna di loro. 

Daniela: Beh, dico Mina! Sono attualmente in teatro con uno spettacolo dedicato a lei. Inutile sottolineare quanto abbia influenzato la cultura ed il gusto in Italia.

Angelica: Dovendo scegliere, direi Antonella Ruggiero

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Vivo a Roma ma originario della Sicilia. Attivista nel volontariato sociale, mi occupo di pittura, fotografia, scrittura e arte pop: alcune mie opere sono state esposte in diverse gallerie e mostre nazionali.

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