Cosa sono le “pietre d’inciampo”? Un modo per ricordare i cittadini deportati nei campi di concentramento, una piccola pietra incastonata nel terreno ricoperta da una lastra di ottone con su scritto il nome.
Sono 71000 le “pietre d’inciampo” che sono state posizionate fino ad oggi. La prima fu collocata a Colonia nel 1992 per poi diffondersi in tutti i paesi che furono occupati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nelle piccole dimensioni di un “sampietrino” si racchiudono anni di persecuzioni e deportazioni. Un nome, la data di nascita e quella della morte, poche informazioni che racchiudono un immenso dolore.
Poste davanti alla casa della vittima, sono chiamate di “inciampo” per rievocare un qualcosa di fisico ma anche visivo e morale: inciampare e imbattersi in qualcosa che rievoca ricordi.
Lo scopo è quello di restituire una sorta di individualità a persone che, per colpa dell’olocausto, sono diventate solo numeri, incisi barbaramente su un braccio e cuciti grossolanamente su una divisa.
Il progetto nasce da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig che, con un semplice gesto, invita le persone a ricordare, a dedicare un pensiero a tutti coloro che sono stati strappati dai loro affetti, uccisi senza ragione, persone a cui hanno tolto l’identità e non sono stati ritenuti degni di un luogo dove, i familiari, potessero andare a commemorarli.
Gunter Demnig
L’iniziativa ha riscosso così tanto successo che si è diffusa a macchia d’olio, e tantissimi paesi hanno aderito e hanno partecipato al posizionamento delle “pietre d’inciampo“.
Oggi si incontrano in oltre 2.000 città in Romania, Repubblica Ceca, Austria, Polonia, Belgio, Ucraina, Croazia, Spagna, Francia, Germania, Ungheria, Grecia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Slovacchia, Slovenia, Russia, Svizzera.
In Italia le prime sono state posate nel 2010 a Roma e successivamente a Livorno, Siena, Torino, Genova, Bolzano, L’Aquila, Venezia, Firenze.
A Milano, che ad oggi conta 62 pietre commemorative, nel mese di Gennaio 2020 la Senatrice a vita Liliana Segre e il Presidente del “Comitato Pietre d’Inciampo” Marco Steiner, si sono riuniti per presentare il progetto che prevedeva il posizionamento di 28 nuove pietre in memoria delle vittime dei campi di concentramento.
Anche a Firenze lo scorso anno, alla presenza dell’artista, della Vicesindaca e Assessora alla toponomastica Cristina Giachi e dei rappresentanti della Comunità Ebraica di Firenze, in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, ne sono state posizionate 24 in diverse strade, sul marciapiede di fronte alle abitazioni dei deportati.
A Torino, con il posizionamento di 8 nuove pietre il 27 Gennaio 2021, saranno presenti in totale ben 122 “pietre d’inciampo”. Sono innumerevoli le città che si stanno mobilitando in tutto il mondo per aderire a questa iniziativa, sensibilizzare e portare alla memoria di chiunque passi sopra quel quadratino di ottone, tutti gli anni di orrore che hanno fatto soffrire intere famiglie.
“Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”
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