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L’Arte omaggiata dai video musicali: Grace Jones, Madonna e Lady Gaga

- 21/10/2021
grace jones I'm not perfect


Non si può parlare del rapporto tra Arte e Cinema (di cui abbiamo parlato nell’appuntamento precedente) trascurando i Video Musicali, spesso veri e propri Short-Movie ad alto tasso artistico.

Esaminiamo tre perle tra le molte prodotte.

I’M NOT PERFECT di Grace Jones

Epica è la collaborazione tra Keith Haring (1958-1990) e la performer Grace Jones. L’irrefrenabile Fantasia di Haring interviene sull’immensa tela circolare (immagine 26) che si fa gonna di Grace nel video I’m not perfect del 1986, in cui il processo creativo è parte integrante della clip.

In più occasioni è il corpo stesso (immagine 27) di Grace Jones ad essere trasformato in opera d’arte, come per il film Vamp, horror del 1986. Quel body painting fu accompagnato negli stessi anni a quello sul grande ballerino e coreografo Bill T. Jones (immagine 28).

Di questo sodalizio artistico facevano parte anche i grandi protagonisti della scena creativa di N.Y. come Robert Mapplethorpe, Helmut Newton e Andy Wharol.

VOGUE di Madonna

Pochi anni dopo, nel 1990, Vogue di Madonna inizia con una carrellata in penombra di copie di quadri di Tamara de Lempicka (immagine 29) di cui la signora Ciccone è una grande collezionista, ma la vera fonte iconografica del video e del “voguing” è da cercare nelle raffinatissime fotografie di Cecil Beaton (1904-1980), come ad esempio il ritratto a gelatina d’argento di Marlene Dietrich (immagine 30) a New York del 1937.

Beaton lavorò nel mondo della moda e dello spettacolo e fu fotografo per Vogue dal 1927 per molti decenni, dando la sua inconfondibile impronta al concetto stesso di “Vogue”.

911 di Lady Gaga

Merita molta attenzione il video 911 di Lady Gaga: vari influssi culturali costruiscono l’imaginario visivo del brano. Parte preponderante spetta però alla cultura artistica armena. In questo caso, l’italiano Nicola Formichetti, personal fashion stylist della cantante è stato affiancato, e direi messo al servizio, della stilista di origini armene Karina Akopyan, che attinge per le sue creazioni all’arte tradizionale Armena.

Tutti i costumi del video riportano ai ricami, alle raffinate lavorazioni artigianali, ai decori stile della cultura armena (immagini da 31 a 34) Una scelta che è uno schierarsi ben preciso contro una importante discriminazione: il popolo armeno ha subito ad opera dell’impero ottomano un genocidio in cui tra il 1915 ed il 1916 furono sterminate oltre un milione e mezzo di persone.

Ancora oggi il popolo armeno è un popolo perseguitato, gli Armeni chiedono che vengano loro restituite le terre turche e che si riconosca che sono stati vittime di un genocidio. Il riconoscimento dello sterminio degli Armeni è stato tra le condizioni poste dal Parlamento Europeo per l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, ma in Turchia nominare in pubblico il genocidio rappresenta ancora un reato punibile con tre anni di carcere.

Ancora una volta vediamo che l’arte, tutte le arti, sono dialogo, crescita, inclusione, vita…

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Sono nato a Firenze il freddo 8 Febbraio del ’63. Sono di quelli battezzati in Battistero, ma più che l’acqua, temo abbiano influito su di me i fantasmagorici mosaici sopra la mia testa. Per tenermi buono da bambino bisognava darmi un foglio e una matita. Dopo gli studi d’arte e un po’ di università ho fatto per 20 anni il ceramista e il designer. Ora Pittore, Designer, mi occupo anche di Eventi Culturali e di Arti Inclusive. Sono stato definito un Visionario e l’ho trovato un complimento bellissimo. La mia creatività è spinta dalle mie imperfezioni e da quegli inciampi che la vita ci riserva, ma che mi hanno permesso di avere uno sguardo più accogliente e attento. Sono qui perché credo che l’Arte offra a tutti noi uno spicchio di felicità possibile.

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