Tutti sono uguali di fronte alla legge ed hanno diritto – senza distinzione – ad un’eguale protezione contro qualsiasi provocazione ad una simile discriminazione
Articolo 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
In Italia, nel corso del 2019, si sono contati almeno 50 episodi di violenza omofobica, intesa sia come attacchi alla persona (che vanno dall’insulto all’aggressione), sia vandalismo contro sedi di associazioni LGBT, ma anche minacce e censure a livello massmediatico.
La Regione Puglia, che in passato si è distinta per aver eletto un Presidente dichiaratamente omosessuale, non è rimasta immune da queste vicendei deprecabili, che ultimamente si stanno addirittura intensificando, in famiglia come sul luogo di lavoro.
Omofobia in Puglia: i casi accertati nel 2019
Sta facendo discutere la storia di Daniele, 25enne di Barletta, che pochi giorni fa è stato aggredito da un collega omofobo sul posto di lavoro, un hotel della zona. Erano mesi che Daniele riceveva insulti come “ricchione, frocio, troia” da parte dell’uomo durante il breve lasso di tempo che, per questioni legate ai turni, dovevano trascorrere insieme. Dagli insulti si è passati alle minacce: “Ti spacco la faccia“, “Ti faccio il culo“, “Ti mando al camposanto“. Fino a che le parole, già pesanti, hanno lasciato spazio ad altro. Prima gli sputi, poi la rabbia, violenta, che è esplosa quando Daniele ha spento una sigaretta in un posacenere appena svuotato dall’uomo.
L’ira dell’operaio è esplosa violentissima. Ha preso Daniele con la forza e l’ha trascinato in bagno, sbattendo la testa contro il muro e riempendolo di pugni e calci, rischiando di ucciderlo. Una rabbia malata, sfogata tra le lacrime.
Il tutto nell’indifferenza dei datori di lavoro, che non hanno mai posto un limite concreto al comportamento violento dell’uomo. Daniele oggi è pronto a denunciare il suo aggressore perché il suo dolore possa servire a porre un freno alla brutalità gratuita.
Non troppo lontana nel tempo è anche la storia di Sara (nome di fantasia), ragazza 29enne di Bari Vecchia, vittima di reiterate violenze familiari di matrice omofobica. Sara ha per anni subito da suo padre percosse e minacce, solo perché lesbica. Dopo le ultime, gravissime violenze, lo scorso 12 novembre, che le hanno causato gravi ferite e lesioni, Sara ha trovato finalmente il coraggio di denunciare l’accaduto.
Sara, ragazza con problemi di epilessia, non ha più potuto tornare a casa. Per aiutarla si sono attivati i servizi Welfare del comune.
Ci spostiamo in Salento, dove lo scorso mese di agosto un buttafuori in servizio presso un lido di Gallipoli ha tentato di allontanare una ragazza transessuale prendendola per il braccio e accompagnandola all’uscita contro la sua volontà. Quando in sua difesa sono giunti gli altri amici della comitiva, il buttafuori li avrebbe apostrofati come “froci” invitandoli ad andare altrove, dove fossero meglio accolti. I ragazzi erano giunti in città per partecipare al Salento& Puglia Pride.
Ricorderete poi la clamorosa eco mediatica suscitata dal rifiuto, da parte di un gestore di AirBnB di San Severo (FG), di affittare una camera a due uomini. La proprietaria avrebbe concesso le stanze solo a “uomini con fidanzata, compagna, amica oppure moglie“. Insomma, chiunque, purché in presenza di una donna. A seguito della segnalazione, AirBnB ha avviato un’indagine interna, rilevando il comportamento della signora in contrasto con la policy aziendale che vieta ogni tipo di discriminazione, minacciando anche di cancellare l’utente dalla community.
Infine, ci preme ricordare il caso delle scritte omofobe apparse sulla facciata dell’Istituto Alberghiero di Brindisi, ad opera di un gruppo di studenti che avevano preso di mira un compagno di scuola omosessuale.
La reazione della comunità scolastica era stata esemplare, con flash mob e striscioni a supporto del compagno discriminato e il sostegno del Dirigente Scolastico che ha immediatamente rimosso le scritte.
Tutto fermo da due anni
Questi sono solo alcuni delle decine di episodi di stampo omofobico che sono stati registrati in Puglia. Accanto alle storie di Daniele, Sara, della ragazza transessuale a Gallipoli, ce ne sono moltissime altre che restano nell’ombra. Decine di ragazzi costretti a subire le angherie di una comunità che li rifiuta solo in quanto omosessuali, una comunità incapace di discernere il bene dal male, diseducata dalla politica dell’odio e dello scontro, della discriminazione legittimata, dalla cultura dell’eteronormalismo.
Quello che chiediamo oggi è che si diano gli strumenti a queste persone per poter essere rieducate al rispetto e alla tolleranza, e in questo una legge regionale contro l’omofobia può fare moltissimo, finanziando incontri di sensibilizzazione sui posti di lavoro, nelle scuole, fornendo assistenza abitativa per ragazzi omosessuali e transessuali economicamente in difficoltà, liberandoli dalle violenze domestiche, istituendo centri antiviolenza lgbt e un osservatorio per i diritti lgbt a livello regionale.
Ma a che punto è la Legge regionale Pugliese contro l’omofobia?
Sono trascorsi due anni da quando il Governatore Michele Emiliano annunciava in pompa magna l’inizio dell’iter legislativo di una legge regionale contro la violenza omo-transfobica, una notizia che la comunità lgbt pugliese, sempre molto attiva, aveva accolto con estrema soddisfazione.
Purtroppo, però, dopo due anni non si è fatto alcun passo avanti per portare a compimento l’approvazione della legge, osteggiata anche dalla stessa maggioranza di centro-sinistra.
Lo scorso aprile vi abbiamo parlato anche dell’inadeguatezza della Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Puglia, Patrizia Del Giudice, a ricoprire il suo ruolo dopo aver letto le sue esternazioni sui social network parlando di “faraoni Lgbt e i radical chic […] con la loro risaputa arroganza dittatoriale sono ormai prossimi alla pernacchia universale“, ribadendo la sua contrarietà a ogni tipo di famiglia che non sia quella tradizionale e manifestando vicinanza e interesse alle prerogative del World Congress of Family di Verona. Le associazioni locali e noi di BL Magazine per mezzo di NICHE ne avevamo chiesto l’allontanamento per incompatibilità con il ruolo svolto, tuttavia la Del Giudice è ancora al suo posto.
In protesta a questo, e alle tante promesse irrealizzate, il coordinamento del Bari Pride ha rifiutato il patrocinio della Regione Puglia in occasione della parata dello scorso 30 giugno.
Le ultime notizie in nostro possesso risalgono allo scorso aprile. Dopo aver ricevuto l’ok dalle Commissioni competenti, non si è mai proceduti ad una calendarizzazione del ddl contro l’omofobia. L’ultimo sit-in di protesta, risalente al 9 aprile, ha visto decine di attivisti manifestare chiedendo una pronto passaggio in aula del testo, e manifestando supporto alle vittime di omotransfobia e stop al bullismo omofobico.
Cosa dice il testo contro l’omofobia della Regione Puglia
Il ddl contro le discriminazioni omofobiche parcheggiato da mesi nei cassetti della Commissione Pari Opportunità della regione Puglia contiene misure atte a “prevenire e contrastare le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o dalle condizioni intersessuali, al fine di consentire ad ogni persona la libera espressione e manifestazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere, nonché di prevenire e superare le situazioni, anche potenziali, di discriminazione e garantire il diritto all’autodeterminazione“. Ovviamente nel testo non sono comprese norme penali, che sono di competenza dell’amministrazione centrale.
La legge è composta da 9 articoli, di facile lettura e comprensione, che attengono a materie sensibili come politiche specifiche per il lavoro, nell’ambito della formazione, riqualificazione professionale e parità di accesso; attività di formazione e aggiornamento per insegnanti, personale scolastico e genitori in contrasto al bullismo motivato da orientamento sessuale e/o identità di genere, fino a interventi di sostegno a studenti in ambito scolastico e universitario.
In aggiunta, si prevedono collaborazioni con organizzazioni del terzo settore per la creazione di eventi socio-culturali che diffondano la cultura dell’integrazione e della non discriminazione, al fine di sensibilizzare i cittadini al rispetto dei diversi stili di vita così come caratterizzati anche dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
Importanti interventi, inoltre, si dispongono in materia socio-assistenziale e socio–sanitaria di informazione, consulenza e sostegno in favore delle persone omosessuali, transessuali, transgender e intersessuate (queste ultime garantite nella loro integrità fisica), nonché delle loro famiglie.
La Regione Puglia si impegna inoltre a soccorrere, proteggere, sostenere e accogliere le vittime di discriminazione o di violenza di matrice omofobica e transfobica mediante i servizi sociali, e a rafforzare l’Osservatorio regionale delle Politiche sociali con una sezione sulle discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. All’osservatorio saranno demandate funzioni come la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti da tutti i soggetti operanti nel settore, al fine di sviluppare la conoscenza delle problematiche relative alle discriminazioni e alle violenze determinate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o da una condizione intersessuale e integrare e armonizzare le varie metodologie di intervento adottate nel territorio.
In ultima istanza, la legge disciplina le funzioni del CORECOM, prevedendo che tale organismo di garanzia effettui la rilevazione sui contenuti della programmazione televisiva e radiofonica regionale e locale, nonché dei messaggi commerciali e pubblicitari, eventualmente discriminatori rispetto alla pari dignità riconosciuta ai diversi orientamenti sessuali, all’identità di genere o a una condizione intersessuale della persona.
Una legge ambiziosa, necessaria, che tutta la comunità LGBT della Regione Puglia aspetta con ansia. Un’attesa che potrebbe essere vana, considerata la forte ondata di partiti conservatori che potrebbero conquistare il massimo scranno regionale nelle elezioni della prossima primavera.
Presidente Emiliano, faccia presto!
Legge Omolesbobitransfobia: il ruolo e la posizione delle Regioni – ADUC / salute