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Il Sale – di J.B. Del Amo – seconda parte


Ero in metro con “Il Sale” tra le dita: in meno di 48 ore le coincidenze si stavano accavallando troppo.

Dovevo vederci chiaro.

Presi ma macchina e andai verso casa con un nome che mi ronzava nella testa: BILLY.

La poltrona mi attendeva come ogni sera e con lei uno dei miei libri di fiducia che voleva essere letto quella sera.

Ma quella sera di qualche settimana fa all’allegra comitiva di cellulosa si aggiunse il romanzo di DEL AMO.

Lo prendo, lo guardo dalla costola e con sguardo analitico fisso la copertina. Non voleva ancora essere letto.

Era palese.

Dal profondo del mio divano, allora, decisi di concedermi una breve parentesi Social. Digito.

Cerco.


“Billy, il vizio di leggere – gruppo facebook-
“.

Ne chiedo l’iscrizione e nel frattempo lancio il mio amo telematico per comprendere il perché della vittoria di Modus Legendi 2018: già sapevo che il vincitore di quel concorso che i suoi “lettori-elettori” non dovevano aver letto il libro…

“Salve, sono Oscar Alfonso Innaurato di BL MAGAZINE. Sarei interessato a parlare con qualcuno dei vostri admin. Vorrei avere delucidazioni in merito al premio Modus Legendi, al vostro gruppo Facebook e soprattutto sul titolo vincitore di quest’anno.”

Di lì a poco vengo contattato da Angelo.

Angelo di “Billy, il vizio di leggere”

Squilla il telefono. Prefisso palermitano.

“Essendo entrato nella vostra pagina noto con piacere un numero esagerato di iscrizioni. Fortunatamente in molti leggono ancora, esistono ancora i lettori… C’è ancora speranza per il mondo! “

(ridiamo…)

Dunque il vostro gruppo ha iscritti da tutta Italia!”

“Veramente non solo dall’Italia… Abbiamo contatti dall’Irlanda, dalla Francia, dal Regno Unito… Anche dal Sudafrica! Siamo in tanti e questa cosa mi rincuora” 

“Vorresti raccontarci come funziona il premio Modus Legendi?”

“Modus Legendi è un’iniziativa nata nel 2016 su Facebook, su “Billy, il vizio di leggere – il gruppo” con lo scopo di portare in classifica nazionale libri di qualità, la letteratura che normalmente non riesce a emergere e rimane confinata in un pubblico di nicchia. In fondo l’editoria “grande” è generalista e dispone di una macchina promozionale titanica. Questo non vuol dire che non pubblichi libri di qualità, anzi.”

“Maledetto capitalismo mi viene da pensare…”

(ridiamo…)

” Si svolge una volta l’anno. Viene decisa una cinquina di libri, presentata ai lettori attraverso delle schede di lettura. Poi viene suggerito di parlare col proprio libraio di fiducia, di documentarsi su internet leggendo recensioni e articoli, e in un arco di tempo stabilito che va dai 10 ai 15 giorni viene aperta una votazione per decidere qual è il libro che dovremo portare in classifica. Subito dopo, in una settimana prestabilita (che viene comunicata in concomitanza con la votazione) si dovrà acquistare tutti insieme il libro. Solo nelle librerie fisiche, però! Le librerie online, purtroppo, non concorrono alla rilevazione delle statistiche nazionali. È molto importante acquistare il libro SOLO all’interno della settimana dell’acquisto, altrimenti gli sforzi saranno stati vani. 

“Come e da chi viene decisa la cinquina?”

“C’è un gruppo di dieci lettori forti, soprannominati i “dieci savi”, la cui identità non è nota: ognuno di loro, dopo decine e decine di libri letti, propone una prima rosa di dieci titoli, che viene poi ridotta a tre. Da questi trenta libri, discussi tutti assieme (solitamente in notturna!), si ricava infine la cinquina definitiva che andrà votata dal pubblico. Aggiungo che il metodo sia complesso ma sicuramente cristallino. C’è un lavoro dietro molto impegnativo. Infine posso anche dire che le auto candidature e le autopromozioni a volte siano fastidiose

“Spiegati meglio”

” C’è chi ci propone e spinge libri propri, o di conoscenti. Noi amiamo decidere in totale autonomia e non gradiamo le insistenze. C’è chi ci accusa di spingere questa o quella casa editrice; questo o quel testo; un autore piuttosto che un altro. Quando invece il nostro intento è accendere i riflettori sulla buona editoria e sulla letteratura di qualità. Non è escluso che dalla prossima edizione non si pensi d’inserire gli editori grandi”

“Insomma caro Angelo, pensano che sia il solito magna magna all’italiana…”

“Esatto! Pensano che ci sia sempre un tornaconto personale.” 

“La cosa bislacca di questo premio è che il libro da votare, bisogna sceglierlo senza averlo letto, quasi come un ghostcustomer?”

” Esatto. A sensazione, dopo averne letto la trama o essendoti fatto consigliare dal tuo libraio. Esattamente come faresti in libreria mentre stai decidendo che libro acquistare.”

“Come si vota?”

” Occorre andare sul forum di Ultima Pagina, registrarsi (a scelta: con la propria email, l’account Facebook, Google o Twitter) ed esprimere poi la propria preferenza nel sondaggio.”

“Perché l’identità di chi decide la cinquina non è nota?”

” Per evitare che i savi vengano subissati di richieste da parte di editori e scrittori e che quindi la composizione della cinquina sia il più possibile “pulita”… Ed è proprio nel tentativo di evitare ingerenze che ci criticano.” 

“Bhé, personalmente credo invece che sia una iniziativa lodevole e che dovete assolutamente continuare….”

Chiudo la chiamata ed ecco che finalmente IL SALE si vuol far leggere….

Il Sale. Duecentosessantasette pagine da mangiare con gusto, con quel sapore che poi ti cambierà.

Infatti è nel titolo la soluzione della “sciarada” familiare: sale che è metafora di condimenti essenziali, ma anche di irreparabili ed irreversibili corrosioni.

Il tutto è ambientato nella città portuale di Seté, posto di marinai, coltivazioni di molluschi e enormi cumuli di sale appunto. Grazie a memorabili flash back possiamo ricostruire i volti della cittadina portuale nel tempo. La durezza di crescere lì e la voglia di fuggirvi.

La trama si attorciglia ed avvolge sull’attesa di una cena, una riunione familiare, e la preparazione psicologica di ricondividere la mensa tra vite che ormai solcano i mari dei tumulti quotidiani: altrove.

Ma i veri protagonisti di tutta la faccenda sono cose immateriali. L’attesa. L’assenza.

A dar voce al libro si alternano i protagonisti:

LOUISE: madre incastrata nelle vecchie abitudini di pensiero succube di una vita portata alla deriva da un marito aspro e duro. “L’amore che fiacca le membra“ di arcaica memoria, sembra circoscrivere la sua anima sbiadita come una vecchia foto.

JONAS: il figlio minore, attaccato da un amore, quasi, ossessivo alla madre. Cicatrici invisibili ma percettibili lo hanno forgiato. Il padre non ha mai accettato la sua omosessualità, nonostante la partecipazione attiva alla vita civile del figlio. Lo spettro di essere un rigurgito familiare veste Jonas di rabbia.

“[…] ripensava alla sua infanzia, all’odore di catrame delle strade di Sète sotto il sole estivo. I primi pride, seguiti all’appello dei comitati d’emergenza antirepressione omosessuale, e il sollievo di poter dire finalmente ciò che sentiva di essere. La certezza di un’appartenenza a una comunità che, seppur inaccessibile, esisteva di fatto. L’ondeggiare della luce nell’abitacolo dell’auto, lungo l’autostrada, le rare volte che partivano per le vacanze. […] “

FANNY: la sensazione di inadeguatezza l’attanaglia da sempre. La cruda convinzione del amore a singhiozzi della madre provoca a Fanny un esistenza con epiloghi fortemente turbati. Un’incapacità globale, il rifugio nella mediocrità emozionale. Ma anche lei come la madre é corrosa dall’assenza indiscutibile di Leà. Figlia morta e deceduta, addirittura, nei ricordi.

ALBIN: il figlio maschio piú grande. Cresciuto a pane e aspettative. La sostituzione d’incarico familiare con quella del padre defunto é palese quanto consciamente involontario. La putrescenza di una vita non sua, vissuta all’ombra paterna fa sì che forse quella perdita del capo famiglia, non solo sia espiazione ma anche incantevole riscatto per vivere veramente.

“[…] si rasò la barba e si osservò nello specchio. Vide il riflesso di suo padre, così come l’aveva visto durante l’infanzia: un uomo asciutto, dal viso rigoroso, seccato dalla salsedine. A questi tratti si sovrapponevano quelli del moribondo che avevano vegliato fino alla fine. (..) Albin si vedeva in quello specchio come la promessa di essere, un giorno, a immagine di quel corpo decaduto. […] “

E poi lui, a mio avviso, il protagonista, o meglio, la causa di tutto quello che sono diventati gli altri personaggi.

ARMAND. il pescatore occitano di origine italiana. Quello che é morto troppo presto per poter far addomesticare il dolore agli altri. Quell’uomo duro e semplice che ha a centrato tutte le energie gravitazionale attorno alla sua persona, alle sue convinzioni.

Ecco per me lui é IL SALE di questa storia: l’agente chimico che tutto puó, che tutto fa, anche morendo. Il resto della famiglia é pesce azzurro pescato ed inscatolato, cosparso di sale e schiacciato all’inverosimile…. E questo romanzo é “coltura di alici” succulento condimento che fa di questo romanzo letteratura vera!

Pronto!”

“Oscar, come stai?”

“Elisa. Abbandona qualunque tua lettura: il Sale ti attende”

Ecco, fate come Elisa e fidatevi del sottoscritto: leggete IL SALE. E cambierete un po’.

Dentro.

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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