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SULLA MIA PELLE ( 2018 )

- 18/09/2018


Domenica 16-09, ore 20:25. In un cinema storico di Firenze, l’attore Alessandro Borghi ha presentato il film “SULLA MIA PELLE” dove ha intepretato Stefano Cucchi. Io ero presente. Vedere dal vivo questo splendido ragazzo che supera il metro e ottanta di altezza e poi vederlo letteralmente sparire nella fisicità scarna di Cucchi è stata un’esperienza unica.

Gli ultimi sette giorni nella vita di Stefano Cucchi. Un calvario tra caserme dei carabienieri e ospedali. Una famiglia cui viene negato il diritto di vedere il proprio figlio. Le ossa rotte. Le ingiustizie del nostro sistema democratico e giuridico. Una voce che non vuole alzarsi. Un pianto rotto che riecheggia nella testa.

Il film di Alessio Cremonini, qui alla sua seconda regia, dopo aver commosso la platea della mostra del cinema di Venezia 2018 è ora disponibile dal 12 settembre sulla piattaforma di NETFLIX e in contemporanea in molte sale italiane. SULLA MIA PELLE è un film necessario che vi farà arrabbiare, vi sconforterà e vi farà male.

Ma è un male che deve essere vissuto, che deve essere conosciuto e gridato e condiviso perché tutto ciò non debba più ripetersi. Perché non vi è alcuna giustizia in quanto è accaduto a un ragazzo di poco più di 30 anni che certo aveva i suoi precedenti e certo non era uno stinco di santo, ma che meritava di vivere e scontare la propria pena.

Non vi è alcuna giustizia per quelle mani di una madre che non ha potuto accarezzare il viso tumefatto dai lividi del proprio bambino; non vi è alcuna consolazione per un padre che aveva fiducia nella legge e nelle forze dell’ordine; non vi è alcuna possibilità per una sorella di sussurrare al proprio fratello “ti vogliamo bene lo stesso”.

Difficile giudicare un’opera di questo genere. Cremonini ha scelto di raccontare i fatti con l’attenzione di un documentarista o di un chirurgo. Quello che Stefano Cucchi vive sulla sua pelle me lo sento addosso, SULLA MIA PELLE. Resta addosso il disagio, ci infetta, ci porta in luoghi e in situazioni in cui nessuno di noi vorrebbe mai ritrovarsi. Da soli. Senza alcuna speranza.

Supportato da un cast ben calibrato – una misurata e sofferta Jasmine Trinca, gli ottimi e sconfitti Milvia Marigliano e Max Tortora – a sorprendere è la performance di Alessandro Borghi.

Ho iniziato un percorso di poco meno di tre mesi– ha dichiarato l’attore davanti a noi – in cui ho perso 18 chili. Superato quello ero pronto a salire sulla giostra, a entrare nella parte. Il resto è venuto da sé grazie al lavoro di Cremonini e sì il dimagrimento e sì la voce, ma è un lavoro di squadra, in cui ogni parte è importante.

Borghi si è calato totalmente nei panni di Stefano Cucchi, egli È Stefano, restituisce quel poco di dignità rimasta a un essere umano.

“Il film diventa il suo testamento” aggiunge l’attore emozionato.

Ed effettivamente questo piccolo film senza grandi pretese, in poco tempo è diventato il manifesto di una lotta che la famiglia di Cucchi non ha mai smesso di portare avanti. Per amore di un figlio, di un fratello, di un cittadino, di un uomo.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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