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NON PARLARE di Uzodinma Iweala (Nua) | Recensione


Ben tornati all’appuntamento settimanale con BL LIBRI. Questa settimana vi consiglieremo ardentemente una perla della narrativa contemporanea. Difficilmente in Italia vengono pubblicati titoli come questo. L’autore in questione, Uzodinma Iweala, è un medico nigeriano naturalizzato statunitense. Non Parlare, tradotto da Chiara Messina, Emanuela Piasentini, pubblicato da Nua Edizioni è la prima scelta di questo giugno arcobaleno.

LA TRAMA

Due amici. Due universi paralleli che si sfiorano senza mai incontrarsi. E un segreto che, una volta svelato, minaccia di abbattersi sulle loro vite con una forza devastante.

Niru è il perfetto ragazzo americano. Cresciuto a Washington da una coppia di genitori molto presenti, frequenta con profitto un prestigioso liceo privato dove primeggia anche in ambito sportivo. Pronto a partire per Harvard in autunno, le sue prospettive sono radiose. Ma il ragazzo ha un segreto: è gay, una colpa gravissima agli occhi dei suoi genitori nigeriani e conservatori. Nessuno sa la verità a parte Meredith, sua migliore amica e figlia di due membri dell’élite cittadina, l’unica persona che sembra non giudicarlo.
Quando il padre di Niru viene a conoscenza della sua omosessualità, le conseguenze sono gravi e repentine, e Meredith, presa dai propri problemi, non si dimostra in grado di sostenerlo.
Determinati a ricostruire la loro amicizia e a realizzare i propri desideri, lottando contro le aspettative e le convenzioni che la società vuole imporgli, i due si trovano a correre incontro a una sorte insensata e violenta, che altererà inesorabilmente il corso dei loro destini.

LA RECENSIONE

Curioso come una biscia, qualche settimana fa ho iniziato a leggere questo libro evitando di conoscere opportunamente sinossi e trama. Volevo espormi ad una lettura nuda, senza paracadute, per vedere cosa succedeva e se fossi riuscito a sorprendermi nuovamente. In redazione siamo sommersi di invii e di altisonanti lettere di presentazione che infiocchettano, nel migliore dei modi, manoscritti scarsi e mediocri. Non è questo il caso, dato che Non Parlare è arrivato così dal nulla, senza alcuna referenza. Ci troviamo difronte ad un ottimo libro: nuovo per tematiche e grado di empatia. Senza giri di parole arriva subito al cuore della problematica sociale stratificata. Ma partiamo con ordine. Il romanzo è bipartito: le vicende dei due protagonisti si intersecano come i migliori tetris anni ’80. Nella prima parte il protagonista è un aitante adolescente. Brillante nello studio e nello sport. Niru però, nonostante tutto, è figlio di genitori immigrati. La tematica di integrazione ed inclusione sono il fondale semantico della realtà di Niru. Mai come ora, gli Stati Uniti d’America debbono riaffrontare la perpetua emergenza delle minoranze black. I genitori di Niru conservano intatti tutti i loro paradigmi d’origine. Credo sia assolutamente calzante paragonare Non Parlare a 1933 – un anno terribile- di John Fante. Probabilmente l’autore, Uzodinma Iweala, si è lasciato ispirare da Fante per la scelta sapiente delle parole da usare nel descrivere “la costellazione familiare” di Niru. Giochi di sguardi e silenzi pregni d’emozione. La storia, però, prende una piega inaspettata: Niru fa coming out e confessa alla madre la suo essere gay. Questo momento della vita del protagonista ci fa osservare la cesura netta indelebile, il prima e il dopo, che segnerà il destino di una famiglia. L’aspettativa genitoriale nei confronti dell’immagine idealizzata del figlio si disintegra e non trova “nessuna parola” per descrivere questo momento di rottura. Uzodinma Iweala riesce a rendere universale la condizione di un genitore che ha un figlio o figlia LGBTQIA+. Emerge, potente, la paura ed il disarmo degli adulti nel vedere l’autodeterminazione che sorge nelle vite degli adolescenti. La paura di non rientrare negli schemi prestabiliti nel tessuto sociale e, osservando le azioni e le parole del padre di Niru, il disintegrarsi dei perimetri culturali d’origine.

L’intreccio narrativo funziona benissimo. Le vite in parallelo di Niru e Meredith fluiscono in maniera semplice nonostante le loro articolatissime esperienze formative. Una penna leggera che descrive una realtà cruda. Un libro divorabile in pochi giorni.

Questa storia narrata egregiamente può rientrare nei libri da consigliare a giovani genitori, ad adolescenti e anche al senator Pillon.

Giugno è il mese del Pride. Non potevamo inaugurarlo meglio consigliandovi questo libro.

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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