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Pescara dice basta alle discriminazioni: si scende in piazza.

- 05/07/2020


Quello di oggi sarà più un diario di bordo di un attivista che sta vivendo di una situazione ormai insostenibile nella propria città.

Vivo a Pescara da diversi anni e faccio attivismo da femminista intersezionale da diverso tempo, mi occupo di diritti civili e mi batto contro ogni tipo di discriminazione.

Pescara è sempre stata una città problematica, difficile da smuovere per quanto riguardano le lotte e le manifestazioni ma le scorse amministrazioni sono sempre state di centro-sinistra che, seppur non mi facciano impazzire, non si sono mai verificate situazioni di discriminazioni gravi o di violenza verso minoranze.

Ma da un anno a questa parte la situazione è cambiata. Come in tutta Italia anche a Pescara il virus leghista ha preso il sopravvento, raggiungendo una maggioranza alquanto schiacciante anche nella mia città.

L’aria era (ed è) davvero cambiata.

Infatti Pescara in questo periodo ha fatto parlare tanto di sé per una serie di situazioni alquanto spiacevoli e gravi che ci hanno resi negativamente protagonisti nei media nazionali.

Cosa sta succedendo a Pescara?

Prima di tutto, sono state aggredite, in diversi momenti, tre coppie di ragazz*.

La prima in un parco pubblico ad opera del custode perché si sa, due ragazze che si abbracciano in pubblico sono uno spettacolo a cui i nostri bambini non devono assistere, cosa penserebbero mai?!

La seconda è stata aggredita da sette ragazzi, quasi tutti minorenni, perché ostentavano la propria omosessualità tenendosi per mano. Uno dei due ragazzi ha riportato fratture gravi alla mandibola. Fortunatamente uno degli aggressori è stato trovato, sperando di trovare presti gli altri sei.

La terza coppia, invece, erano due filippini, residenti di Pescara, aggrediti sempre in gruppo, con l’accusa di essere untori di Covid 19 in quanto stranieri.

A tutto ciò si aggiunge il triste teatrino della politica locale che con il suo comportamento ambiguo è riuscita a far assurgere Pescara alle cronache nazionali.

A distanza di meno 48 ore dall’Abruzzo Pride, che si è tenuto il 27 Giugno, il comune di Pescara ha negato la piazza richiesta due settimane prima dagli organizzatori, declassando il Pride ad un evento “non di interesse pubblico“. La piazza richiesta è la principale e la più centrale della città, e, sempre secondo il Comune, non può essere assegnata per eventi politici. Ma in quella stessa la piazza, l’8 Agosto scorso, Salvini ha tenuto un suo comizio.

La destra locale, inoltre, non solo ha cercato di nascondere il Pride agli occhi della città “per bene” relegandolo vicino al Ponte del Mare, zona non centrale come la piazza richiesta dal coordinamento, ma in seguito non ha mai condannato con forza le aggressioni, asserendo anche che bisognavano essere contestualizzate (la nuova parola che va di moda per giustificare l’ingiustificabile).

Ma non è finita, ovviamente.

Non contenti si sono dati anche alla beffa non facendo passare in Consiglio Comunale la mozione di solidarietà ai due ragazzi omosessuali aggrediti e la costituzione di parte civile del comune di Pescara nel futuro processo.

Se non altro, come dice il nostro sindaco Masci, siamo riusciti a mantenere il buon nome di Pescara, perché se il comune si fosse reso parte civile la cosa si sarebbe saputa, sarebbe stata ufficiale (cosa che hanno fatto, dopo la figura barbina che hanno fatto in tutta Italia).

Ma al peggio non c’è mai fine e come ciliegina sulla torta, il comune, che aveva negato la piazza principale al Pride, consente ai nuovi paladini della libertà, un gruppo di catto-fascisti, di manifestare in pieno centro contro la legge Zan, la legge che equipara l’omo-bi-transfobia e la misoginia al razzismo.

Come sta reagendo Pescara?

Dopo tutta questa escalation di discriminazioni, la cosa che mi ha fatto più sorridere è vedere la discriminazione che c’e stata, successivamente, nei confronti dei pescaresi.

Non tutta Pescara è omofoba e razzista, anzi.

Associazioni e movimenti locali si sono mossi per dare una risposta celere ed efficace contro l’odio e la discriminazione dell’amministrazione comunale (e di una parte della popolazione).

Inutile dire che noi questa situazione non la sopportiamo più.

Il primo presidio si terrà martedì 7 Luglio alle 19.00 in Piazza Sacro Cuore, Pescara, dove ci saranno canti, musica e artisti di strada.

Successivamente, l’11 Luglio, Più Europa Abruzzo terrà un flash mob a Piazza Salotto contro la mozione negata del comune di Pescara nel rendersi parte civile.

Il 12 Luglio, giornata in cui ci sarà la manifestazione contro la legge Zan, ci sarà un flash mob alle 12.00 e una contro-manifestazione alle 21, stessa ora della manifestazione catto-fascista.

Continuano inoltre a spuntare iniziative, flash mob, presidi e tanto altro ancora, perché di fronte all’avanzata di nuova intolleranza e rinnovate
discriminazioni c’è bisogno di essere in piazza, c’è bisogno di essere in tant*.

Non basta più condannare le aggressioni, bisogna presidiare la democrazia e i diritti di tutt*, bisogna far vedere che un’altra Pescara esiste, perché di fronte alla violenza, al razzismo e all’omofobia non c’è proprio niente da “contestualizzare”.

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Classe 1990, Pescarese di adozione. Attivista transfemminista e co-fondatrice del Collettivo Zona Fucsia, si occupa da sempre di divulgazione femminista. È speaker radiofonica e autrice in Radio Città Pescara del circuito di Radio Popolare con il suo talk sulla politica e attualità "Stand Up! Voci di resistenza". Collabora nella Redazione Abruzzo di Pressenza. È infine libraia presso la libreria indipendente Primo Moroni di Pescara e operatrice socio-culturale di Arci.

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