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La Verità Del Santo


Lunedì sera: fuori piove e nulla potrà esimermi dallo stare in pigiama sul divano a guardare quella che sarà, per me, la prima puntata della stagione del GF Vip. Non sono un assiduo spettatore, ma mi piace guardare di tutto un po’, perché amo immergermi nelle cose del Mondo.

Il Grande Fratello certamente non è più l’esperimento sociale delle prime edizioni, ma comunque ci fornisce una visione globale della società attraverso i suoi protagonisti e, di rimando, tramite coloro che li supportano o li criticano negativamente comodamente seduti davanti alla tv.

Per buona parte della serata il programma si comporta come format comanda , finché arriva lei, Lory Del Santo, la donna indiscutibilmente più chiacchierata d’Italia, quella che riesce a dire e fare cose che possono generare imbarazzo e disagio ma sostenute da un tale candore che alla fin fine strappano un sorriso e un “perdono” a pieni voti.

Lory Del Santo e Ilary Blasi

Lory Del Santo e Ilary Blasi

Ma di perdono nei suoi confronti non parleremo, il popolo non è incline.

Nel caso che sto per sviscerare la remissione dal popolo tarda ad arrivare, e persino i padroni di casa del Reality (Alfonso Signorini e Ilary Blasi) faticano a nascondere un certo nervoso rimbrotto.

Quel che sta irritando le masse è che questa donna abbia deciso di accettare l’invito ad entrare a far parte del cast della trasmissione, dopo un primo declino, dovuto alla morte prematura di suo figlio Loren l’Agosto scorso, suicida a 19 anni, per una malattia chiamata anedonia:

<Mangiare o uscire, dormire o avere rapporti sociali non provocano alcuna sensazione di benessere o piacere. È quindi la totale perdita di interesse e può essere inquadrata come una sorta di appiattimento dello stato emotivo e affettivo >.

La notizia della scomparsa del figlio, in un primo momento, viene tenuta nascosta dalla stessa madre persino agli amici, ma ad un tratto sente come l’emergenza di gridare al mondo quel che le sta succedendo e che ha cercato di negare con scarsi risultati. E lo fa attraverso un’intervista a Verissimo, in cui snocciola il suo dolore unitamente ai rimpianti, ai rimorsi e soprattutto all’amore per i suoi figli.

Ha sofferto molto questa donna nella vita. Ho avuto sempre l’impressione che fosse una resiliente, una che nonostante il lusso, i viaggi e gli uomini ricchi e famosi, non avesse ricevuto sconti o agevolazioni. Una donna che spezzata, fratturata, macinata dalle varie vicissitudini, si è sempre saputa ricomporre e reinventare.

Perse un’altro figlio nel 1991, Conor, di appena cinque anni, avuto con Eric Clapton.

Ricordo il suo viso straziato nelle foto e al telegiornale. Ricordo il suo ritorno in tv dopo parecchio tempo e quasi non la riconobbi, perché era cambiato qualcosa in quel viso e in quegli occhi, e capivo da solo che mai più sarebbe tornata quella di prima.

Perché per le increspature dell’anima non hanno inventato un botulino atto a riparare gli strappi dell’Esistenza.

A Lory viene contestata la decisione di esser voluta rientrare nel Gioco, non solo della trasmissione, ma altresì della vita: “perché sei una madre snaturata se non ti chiudi in casa a piangere”.

Viene guardato con sospetto chi non si annichilisce sotto il dolore e cerca di alzare la testa a voler respirare; è placido che per nostra cultura l’annullamento personale in favore dei figli, dei genitori, di mariti e mogli sia un valore assoluto, e la sua assenza è rimozione di qualunque tipo di sentimento sia presente che passato.

Mentre altri popoli celebrano la morte dei propri cari con momenti che ne ricordano la vita e l’ineluttabilità della nostra fragile permanenza in questo mondo, noi italiani abbiamo un diverso approccio. Ci piace dilettarci addirittura nell’ “incatenare alla Grande Falce” anche chi rimane; perché il dolore è più dolore se la Morte miete un grande raccolto; la tragedia non è tale se rimangono superstiti.

Lory Del Santo entra nella casa del GF VIP

Lory Del Santo entra nella casa del GF VIP

È socialmente condivisibile che dopo una dipartita il congiunto torni a lavorare in fabbrica o nel grigiore di un qualsiasi lavoro che appaia più come un supplizio aggiuntivo, si deve scongiurare che scappi un sorriso o che gli amici ci invitino a bere una birra fuori.

Non possiamo deludere chi si aspetta che la disperazione ci attanagli 24h su 24h , altrimenti non ci è permesso testimoniare che tenevamo davvero a chi ormai non c’è più.

Non conta l’inferno che abbiamo nel cuore, dobbiamo dare la giusta possibilità a chi ci guarda di poterlo leggere senza fraintendimenti.

Quando è venuta a mancare mia madre sono rientrato a lavorare dopo 15 giorni, perché sentivo il bisogno di respirare ancora, di mangiare ancora, di ridere ancora, di fare ancora l’amore… ancora di più, se era possibile, una volta sfiorato da”Quel tocco gelido”.

Usiamo clemenza per chi ritorna al lavoro per necessità economiche, ma solo se ci viene descritta esattamente la condizione economica e se NOI reputiamo sia il caso.

Tutti siamo arcisicuri che lei non abbia bisogno di altre entrate nonostante abbia ancora un figlio da accudire. Il dubbio che il mondo dello spettacolo sia la sua fonte di sostentamento, ci fa storcere il naso: “Lei si diverte“.

Siamo certi di conoscere la formula del dolore, convinti di delineare i suoi effetti e arroganti quando vogliamo circoscrivere la sua durata secondo calcoli consolidati. Quel che non sappiamo non conta! Passa in secondo piano un eventuale soffermarci su come ognuno di noi possa reagire diversamente alla sofferenza; siamo troppo lucidi nel nostro valutare chi ha la vista offuscata.

Nella stessa intervista concessa alla Toffanin come in quella rilasciata ai conduttori del GF, è lampante il contorcersi di un’anima che chiede di avere un’altra occasione per riconciliarsi con se stessa. Purtroppo il Tormentometro ci dice che è ancora poca la pena che prova.

Lory Del Santo e Silvia Toffanin a Verissimo

Lory Del Santo e Silvia Toffanin a Verissimo

Anni fa, ero un ragazzo, un mio amico se ne andò dalla sera alla mattina, ma così d’improvviso che feci fatica a realizzare, per diverse ore dalla notizia , che stessimo parlando davvero di lui!

Era metà Dicembre. A Capodanno la sua ragazza volle andare a ballare. Aveva bisogno di stordirsi di musica e rumore, circondarsi di gente e, soprattutto, di ritornare ad una delle cose che faceva con lui.

La sentenza fu immediata e sintetica: lei era una schifosa senza amore e priva di sangue nelle vene.

Io avevo visto solo una ragazza spaventata dalla precarietà della nostra permanenza sulla terra che cercava di tenersi a galla in un mare di emozioni smorzate in gola proprio da chi avrebbe dovuto proteggerla e sostenerla da quello strazio.

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Nato a Enna il 27/06/1977, ho studiato Scienze del Servizio Sociale alla facoltà di Scienze Politiche, non conseguendo la laurea. Ho lavorato come educatore presso strutture di neuropsichiatria infantile, e ad oggi  lavoro in ambito ferroviario. Amo dipingere,creare con diversi materiali, leggere i movimenti sociali. vivo nella splendida Bologna da 15 anni.

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