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MARROWBONE _ La paura di perdersi (recensione)

- 13/11/2020
MARROWBONE (2017)


MARROWBONE (2017) è l’opera prima di un regista spagnolo. Un horror d’atmosfera che si scioglie nel dramma di un legame di sangue che sopravvive a tutto.

Anni ’60. Rose e i suoi quattro figli sono costretti a lasciare l’Inghilterra per sfuggire da un marito e un padre violento. Si trasferiscono nella provincia rurale americana, in una vecchia magione fatiscente dispersa tra i boschi. Presto però la donna si ammalerà e lascerà soli i suoi figli. Così i ragazzi pur di non essere separati si isolano dal mondo fingendo che la loro madre sia ancora viva, ma…

MARROWBONE è l’esordio alla regia del promettente Sergio G. Sànchez, storico collaboratore di J.A. Bayona per le sceneggiature di THE ORPHANAGE e THE IMPOSSIBLE.

La famiglia MARROWBONE

Lo spunto, seppure non originalissimo e che richiama alla mente altri titoli più celebri, è certamente ottimo e soprattutto la prima parte è compatta e ben delineata nei suoi (ri)svolti narrativi; la seconda parte invece è forse più confusa e cade in facili cliché del genere, ma senza perdere del suo valore.

Il film guarda da una parte alla casa intesa come scrigno che racchiude segreti inconfessabili e che diventa rifugio e prigione dei suoi abitanti; dall’altra affonda il suo sguardo ora docile e ora drammatico di un legame tra fratelli che tentano di sopravvivere a un terribile lutto.

Sebbene i giorni e le settimane e i mesi passino tra dolcezze e malinconia, fin da subito capiamo che qualcosa di maligno si nasconde tra le mura di quella casa e i ragazzi temono che questa possa palesarsi attraverso gli specchi. Tutte le superfici riflettenti sono quindi coperte o nascoste.

Con naturalezza siamo portati a empatizzare fin da subito con i quattro ragazzi, sebbene non siano delineati perfettamente (ma guardando al quadro d’insieme è forse una pecca perdonabile). Sono schierati ottimi giovani attori, volti più o meno noti al grande pubblico, che consiglio di tenere d’occhio. George Mackay (vedi CAPTAIN FANTASTIC e il più recente 1917 di Sam Mendes), Mia Goth (vista nel remake di SUSPIRIA diretto da Guadagnino), Charlie Heaton (che tutti conoscono per il suo ruolo di Jonathan Byers nel serial STRANGER THINGS) e il piccolo Matthew Stagg offrono credibilità e tridimensionalità ai loro personaggi. Si aggiunge poi la bella e carismatica Anya Taylor-Joy (vista di recente nel serial Netflix LA REGINA DEGLI SCACCHI e nel film THE NEW MUTANTS assieme a Charlie Heaton).

MARROWBONE è un’esclusiva Prime Video

Motore di tutto è il legame dei quattro ragazzi e di come ognuno conti sull’altro, sebbene il più grande di loro sembra via via distaccarsi, distratto dall’amore per la bella Allie (Anya Taylor-Joy). Ma certe promesse sembrano essere più importanti di ogni cosa e gravano sulle scelte del ragazzo.

MARROWBONE è un film che riesce a inquietare per gradi per poi sorprendere (mica tanto) sul finale tra rivelazioni e flashback e salti avanti e indietro nel tempo che confondono e non poco la narrazione (demerito qui di un montaggio e uno script poco incisivi). Eppure è un film che sa toccare certe corde del cuore, ora accarezzandolo e ora facendolo tremare dalla paura. La paura di restare da soli.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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