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Alessia Refolo, arrampicatrice non vedente e campionessa senza paura (Intervista)

- 03/10/2019


Sciogliamo la lingua, la mente, il cuore…

“È quando sogni che concepisci cose straordinarie.
È quando credi che crei veramente.
Ed è soltanto allora che la tua anima supera le barriere del possibile.” [Cit.]

L’ha detto Walter Bonatti. Un alpinista. Un sognatore. Uno che sapeva il fatto suo. Googlare per credere!

Perché lo cito in esordio? Perché con le immagini dei grintosi giochi paralimpici ancora negli occhi, queste parole di sfida si incastonano perfettamente tra due mondi che a riflettori spenti sembrerebbero non toccarsi mai, figuriamoci ispirarsi a vicenda. Sto parlando dei normodotati ordinari e dei disabili straordinari.

Forse le lacrime degli azzurri sul podio e la sonorità rimbombante di Mameli avranno anche sciolto un po’ del comune senso routinario ma come ogni volta, durerà quanto l’eco dell’Inno nelle clip dei talk show: due giorni!

E allora è arrivato il momento di lasciare aperto lo stargate e permettere ai sogni dei “Se vuoi, Puoi” di solleticare i placidi “Vorrei ma Non Posso”. Lasciamoci ispirare!

Ispirazione n°1: Alessia Refolo, la Barbie Climber

Lei è “Barbie Climber” e la sua storia si intitola “La paura non esiste”.

28 anni, fisico sportivo, dolcissima. Un nomignolo che richiama la platinata icona Mattel ma che con il brand della plastica non c’entra proprio nulla!

Campionessa mondiale di arrampicata sportiva. Amante dell’alpinismo. Scala finché non ha più forza nelle gambe. Percorre vie a più tiri. Danza sulla roccia a ritmo della sua passione, su un palcoscenico senza luci. È non vedente.

Dettaglio? Forse. Ma è da qui che la storia ha inizio.

campionessa alessia refolo
Alessia Refolo

Alessia Refolo. Ha pagato con una cecità permanente il suo tributo alla vita che vive, colpita da un neuroblastoma neo natale. (Googlate anche questo! Solo 1 bambino su 5 si salva).

Cresce come una ragazza normale. Stesse tappe, stesse possibilità. Ma lei ha più energia. Le coglie tutte. Come nel 2013 quando capita a Sondrio in una falesia di roccia. Posa le mani sulla parete. La sensazione è nuova. Ci vuole provare. Inizia. I movimenti sono lenti. Supera i primi rinvii. Sale ancora. Di quel momento mi racconta: “Scattò una molla, avevo un forte desiderio di raggiungere la cima con le mie forze. Sentivo il vento tra i capelli, il contatto intimo con la natura, avvertivo le voci dei miei compagni sempre più lontane”. Arriva alla fine. È il battesimo della roccia!

Un anno dopo vince l’Oro Mondiale in Spagna, davanti ad atlete straniere e preparatissime. Tutto sempre al buio.

Tra le tante domande che ho voglia di farle, una vince: E se fossi caduta? Se fossi scivolata? Fa paura solo a chiederlo. Senza la vista, sembra un vero e proprio salto nel vuoto!”

“La paura non esiste! La paura è solo nella nostra testa. Da non vedente, sono caduta davvero molte volte! Non succede proprio nulla! Senza paura tutto è più semplice! Voglio fare una cosa, la faccio! Ci penso?… dopo!!! Questo vale sia sulla strada che sulla roccia.”

Ti senti più a tuo agio nel mondo verticale? Cos’ha di diverso rispetto al mondo 3D?

“La concentrazione. Ho meno cose a cui pensare. Il mondo 3D ha tanti aspetti con cui devo misurarmi. In arrampicata sono solo io e la parete. Tutta la mia energia è per salire in vetta.”

Come si fa ad arrampicare senza vedere? Come approcci la roccia. Come cominci?

Mi avvicino e faccio dei rapidi movimenti circolari con le mani, ad altezza viso più o meno. Mi rendo conto subito di quali siano gli appigli più vicini. Li impugno e faccio leva per cercare quelli dei piedi. Il resto viene da sé.

medaglia doro  arrampicata sportiva paralimpica

Con uno sforzo proiettivo di fervida immaginazione, posso immaginare i movimenti base. Ma quelli complessi? Torsioni, slanci. Come li fai?

“Non conosco la difficoltà. Non la vedo!!!”..

Ridiamo.

Com’è arrampicare in gara?

“La via da percorrere viene svelata solo 6 minuti prima del via. Il mio allenatore la studia e mi suggerisce le mosse per iniziare. È permesso l’utilizzo di un auricolare con cui ascolto le sue indicazioni mentre sono in alto. Mi muovo seguendo il codice ad orologio. D1 (braccio destro ad ore 13) LS8 (gamba sinistra, lunghissima, ad ore 20). È l’unica cosa che ho ma è molto efficace!”

Usi la guida vocale anche quando scali per te stessa?

In quel caso no. È completamente diverso. Esploro in solitaria.

E se ad un certo punto non sai né scendere né salire? (Mica solo Bonatti faceva alpinismo! Anche Aldo, Giovanni, Giacomo…e la roccia friabile! – ndr) Che fai? Ti fermi, tenti la mossa o ti lasci cadere?”

“Non resto mai ferma, né nella vita né sulla roccia. Vado. Al massimo cado!”

Coerente! Non fa una piega.

Alessia Refolo è una fuoriclasse. Ha tante altre passioni: sci nautico, pattinaggio. Ha scritto un libro. Un titolo efficace e diretto “Se vuoi, PUOI. Una vita al di là del buio”. (Consigliatissimo soprattutto al popolo dei divanisti estremi e dei lamentosi da competizione).

Ho scelto di raccontare il suo lato climber perché è uno sport di forte impatto emotivo. Equilibrio su sottili guglie di pietra. Destrezza dei movimenti. Alta probabilità di caduta. Farlo immersi nel buio frenerebbe anche gli scalatori più sfrontati, Alessia invece continua ad allenarsi. Non vede i colori della parete e non vede quant’è alta. Non vede la forma della roccia ma non vede quant’è minacciosa. Non vede il limite della sua sfida e per questo la sua sfida non ha limiti. Ed ha una voce così squillante e sicura che l’ascolto annuendo perplessa. Ma come ho vissuto in tutti questi anni?

Prossime tappe?

Tra 5 anni l’arrampicata sarà sport paralimpico e vorrei gareggiare vestendo il tricolore! Ho due emozioni da inseguire però nei prossimi mesi: scalare una cascata di ghiaccio con picozze e ramponi quest’inverno e salire su una roccia a picco sul mare in primavera!

Mentre la saluto, rifletto. Sempre Bonatti diceva: La montagna più alta rimane sempre dentro di noi. Chissà quant’è alta quella di Alessia e cos’altro farà per raggiungerne la cima. E chissà quant’è alta la nostra e cos’altro NON faremo mentre restiamo a valle. Normodotati. Ordinari.

Postilla:

Una sfida per tutti: èrovate ad arrampicare almeno una volta!
Una sfida per chi già arrampica: provate bendati!
Non ci sono scuse, non ci sono limiti, non ci sono ostacoli… se vuoi, PUOI.7

Per seguire Alessia Refolo

Sito Ufficiale www.alessiarefolo.com
Instagram @alessiarefolo
Facebook: Alessia Refolo BarbieClimber

Credits immagine in evidenza – Copyright:Franco Marino EOS 5d II
Altre immagini – alessiarefolo.com

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