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Non seppellirete il nostro diritto di scelta! L’Abruzzo dice no alla Legge sul Cimitero dei Feti.

- 14/11/2021


Anche in Abruzzo ci hanno provato. Dopo la Lombardia e il Veneto, ecco che le destre, in particolare Fratelli D’Italia, propongono modifiche di leggi per ostacolare e colpevolizzare le donne che decidono di avere una interruzione volontaria di gravidanza. Un disegno molto più ampio, nazionale e integralista che va fermato con ogni nostra forza.

Di cosa stiamo parlando?

Il 15 Luglio Fratelli D’Italia Abruzzo ha proposto una modifica all’articolo 19 della legge 41/2012, in ambito di polizia mortuaria e materia funeraria, in cui implicava l’obbligatorietà della sepoltura dei “Bambini mai nati”, ovvero dei prodotti del concepimento o dei feti.

A colpo d’occhio tale modifica non apporta alcun significato politico. Ed è proprio questo che porta molto spesso le destre a portare avanti iniziative e proposte di legge indisturbati. Quella specifica modifica alla legge porta con se un attacco subdolo alla nostra fragilissima legge 194, che ultimamente viene costantemente aggredita in varie forme e da vari soggetti politici e associazionistici, e al nostro diritto di scegliere dei nostri corpi.

Perché se una legge impone l’obbligo di prendere il prodotto del mio aborto, o un feto, vuol dire che io non posso scegliere se e come gestire l’avvenimento, ma soprattutto da un’importanza che ogni donna sceglie di dare o meno.

L’aborto di per se è un servizio sanitario che dovrebbe essere garantito negli ospedali, un avvenimento che troppo spesso viene considerato come un dramma o come un trauma da parte della donna, rendendo l’avvenimento ancora più stigmatizzato e reso negativo quando dovrebbe essere spogliato da tutto questo.

Molto spesso l’interruzione di gravidanza è un sollievo, non un dramma. Il vero dramma è proprio quando ci si ritrova a non sapere dove andare per effettuare l’operazione chirurgica o dove prendere la pillola abortiva. Il trauma è trovarsi psicologhe che colpevolizzano la tua scelta di non voler essere madre. Tutto questo rende la ricerca della soluzione un dramma, e la risoluzione un sollievo.

Il feto, o il prodotto del concepimento, non è un bambino/a. Non è un “bambino mai nato”, come dicono loro, utilizzando un messaggio tossico attraverso un linguaggio subdolo e manipolatorio.

E credo che questo sia un punto chiave che divide le femministe e le associazioni nochoice, affermazione però sostenuta dalla scienza e dalla medicina, che fino a prova contraria non è ancora divenuta opinione. Ecco perché l’aborto non può essere considerato omicidio, ed ecco perché un feto non va sepolto, come si fa con gli essere umani, a meno che la donna che abbia effettuato una IVG decida di farlo. Ma non può essere considerata obbligatoria, al pari di un essere vivente umano.

E da qui che parte la loro campagna antiscelta, ultracattolica e fascista, che fa passare il messaggio delle donne che non permettono di far vivere i loro bambini/e, che non danno loro nemmeno una “degna” sepoltura di essere doppiamente colpevoli, ma che per fortuna ci sono loro che ci pensano, nel pieno spirito caritatevole cristiano.

L’Abruzzo si è mobilitata, seguendo l’esempio delle compagne delle altre regioni, che ci hanno prontamente avvertite che girava questa circolare che veniva replicata su scala ad ogni amministrazione di destra, e la discussione è stata rimandata.

La battaglia non è stata certo vinta, ma una cosa credo che sia chiara: se prima pensavano di poter far approvare leggi contro il nostro diritto di autodeterminarci, ora non sarà più possibile. Siamo presenti, vigili sul nostro territorio. Non faremo alcun passo indietro per l’acquisizione e la difesa dei nostri diritti e faremo di tutto per raggiungere la parità.

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Classe 1990, Pescarese di adozione. Attivista transfemminista e co-fondatrice del Collettivo Zona Fucsia, si occupa da sempre di divulgazione femminista. È speaker radiofonica e autrice in Radio Città Pescara del circuito di Radio Popolare con il suo talk sulla politica e attualità "Stand Up! Voci di resistenza". Collabora nella Redazione Abruzzo di Pressenza. È infine libraia presso la libreria indipendente Primo Moroni di Pescara e operatrice socio-culturale di Arci.

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