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Patrick Zaki resterà in carcere in Egitto perché “omosessuale e degenerato”.

- 21/02/2020
Patric Zaki chi è


Quando lo scorso 7 febbraio Patrick Zaki, ricercatore di origini egiziane in Gender Studies presso l’Università di Bologna, è stato arrestato all’aeroporto del Cairo, le autorità egiziane hanno parlato di di capi d’imputazione come diffusione di notizie false, istigazione alla violenza, crimini terroristici e incitamento alla protesta.

Patrick è giunto a Bologna dopo un lungo percorso di studi incentrato nell’ambito dei diritti umani. Una carriera universitaria ai massimi livelli per il giovane ventisettenne, appartenente da sempre alla comunità cristiana copta. Dall’Università di Grenada ha fatto poi ritorno in Egitto, per prendere parte all’Egyptian Initiative for personal rights. E poi è giunta l’occasione di trasferirsi nel capoluogo emiliano dove, grazie al programma Gemma sui diritti umani, Patrick avrebbe potuto approfondire gli studi di genere.

Poi l’arresto, improvviso. Patrick era tornato in Egitto per visitare la famiglia, e sarebbe tornato in tempo per riprendere le lezioni del secondo semestre. L’accusa è di rovesciamento del regime di potere, che in Egitto può portare alla prigione a vita. L’ordine di arresto era stato emanato nel dicembre 2019.

Accuse eccessive persino per uno studente di 27 anni che ha a cuore i diritti umani, che hanno subito messo in allarme Amnesty International. Poi ieri la svolta. Ciò che giustifica la permanenza in galera “a tempo indeterminato” di Patrick non è il timore di un colpo di stato ma la sua presunta omosessualità.

La sua colpa, il suo peccato civile, è quello di frequentare un master sugli studi di genere, e ciò è sufficiente questo per bollarlo come omosessuale, in un paese dove la “legge sulla depravazione” del 1961 condanna e punisce le pratiche sessuali non convenzionali. Patrick è stato probabilmente torturato, forse con l’elettroshock. Come un terrorista qualunque.

A rivelarlo, con spiazzante lucidità, è Akhbar Elyom, testata della stampa di Stato egiziana, che riporta: “Un sito identificato come Gay News ha descritto Patrick come un ricercatore sui diritti degli omosessuali“, e quindi un degenerato sostenitore non gradito dei diritti LGBT+. È questa la versione dei media egiziani di regime, che stanno accusando quotidianamente il ragazzo di “portare perversione e caos proprio a causa del sostegno all’omosessualità“, in un preciso tentativo di infangare la sua reputazione e il suo onore.

Tra poche ore Zaki subirà un nuovo interrogatorio, e le possibilità che venga scarcerato sono piuttosto remote.

giulio regeni patrick zaki

In Italia fiaccolate e sit-in di protesta

Bologna è stata la prima città a far sentire la sua voce contro l’arresto di Patrick. Gli studenti e i compagni di corso del ragazzo hanno chiesto all’Università di Bologna di porre fine a tutti gli accordi accademici con le università egiziane, già tre giorni dopo l’arresto.

A Roma, intanto, Amnesty International e altre associazioni, si sono strette attorno al ragazzo in una fiaccolata di solidarietà davanti al Pantheon, per chiedere al governo egiziano di liberare Patrick Zaki, istituendo anche un presidio permanente. Oltre agli striscioni che chiedono libertà per il ricercatore, tantissime persone in silenzio con candele, hanno mostrato bandiere e cartelli gialli con la scritta “Zaki Libero“.

Sit-in anche in Calabria, dove i ragazzi del Coordinamento universitario Link si sono incontrati per chiedere il pronto rilascio dello studente di Bologna. L’obiettivo, dicono gli organizzatori, è di tenere alta l’attenzione: “Fino a quando si parlerà di Patrick George Zaky, sarà più difficile insabbiare il caso

Il timore, per molti, è che si ripeta il dramma di Giulio Regeni, il dottorando italiano rapito dai servizi segreti egiziani lo scorso 25 gennaio 2016 a Il Cairo, per questioni mai davvero chiarite.

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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