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Il nuovo Parlamento della Nuova Zelanda è il più queer del mondo

- 20/10/2020
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Dopo la vittoria alle elezioni politiche di sabato, i partiti di centrosinistra, trascinati dai laburisti guidati da Jacinda Ardern hanno fatto il pieno di membri eletti LGBT+: ben 12 seggi su 120 della Camera dei rappresentanti saranno occupati da parlamentari rainbow.

I dodici eletti appartengono sia al Partito Laburista, che ne ha nominati 8 (Grant Robertson – ministro delle finanze -, Louisa Wall, Meka Whaitiri, Tamati Coffey, Kiri Allan, Ayesha Verrall, Glen Bennett e Shanan Halbert) che ai Verdi, in forza con 4 parlamentari apertamente LGBT+ (Jan Logie, Chloe Swarbrick, Elizabeth Kerekere e Ricardo Menendez March).

Ciò conferisce alla Nuova Zelanda la più alta rappresentanza arcobaleno al mondo, superando sensibilmente il Regno Unito fermo al 7%.

Il Partito Nazionale, all’opposizione, non conta attualmente parlamentari queer tra le sue fila. A giugno, il leader dell’opposizione Todd Muller aveva detto ad AAP che “assicurarsi di trovare o meno rappresentanti della comunità LGBTI” non fosse qualcosa che lo concentrasse particolarmente, pur riconoscendo “l’importanza di avere un partito con’apertura alla diversità“.

Il Parlamento Neozelandese più inclusivo di sempre

Non solo LGBT+: il nuovo Parlamento neozelandese, secondo quanto rilevato da Reuters, è destinato a essere il più inclusivo e diversificato di sempre, con un alto numero di donne, diversi giovani e appartenenti alle minoranze etniche.

Tra i 64 eletti laburisti più della metà sono di sesso femminile, mentre tra le minoranze compariranno 16 parlamentari indigeni maori, un ex rifugiato di origine eritrea, Ibrahim Omer, e Vanushi Walters dallo Sri Lanka.

Questo è il parlamento più diversificato che abbiamo mai avuto in termini di genere e rappresentanza etnica e indigena delle minoranze“, ha affermato il professor Paul Spoonley del College of Humanities and Social Sciences della Massey University.

Nel nuovo Parlamento si configura anche un interessante turnover generazionale: a fronte della partenza di molti parlamentari bianchi, maschi e anziani, alcuni dei quali erano in Parlamento da oltre trent’anni, si registra l’ingresso di diversi nuovi politici giovani, molti di loro addirittura millennial, ha detto Spoonley.

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La sede del Parlamento di Wellington (Nuova Zelanda)

Jasinda Ardern, 40 anni e una vittoria schiacciante

La prima ministra Jacinda Ardern, 40enne (classe 1980) superstar della politica neozelandese, con la sua schiacciante vittoria personale permetterà ai laburisti di governare in modo indipendente per la prima volta dal 1993, e la sua elezione si configura oggi come una rarità in un panorama politico mondiale sostanzialmente conservatore e orientato a destra.

La Ardern, infatti, si è portata a casa il 49% dei voti, assicurandosi 64 seggi su 120. Con questi numeri i laburisti potranno governare anche da soli (anche se sono in corso consultazioni con i verdi per formare un governo di ampia rappresentanza), riuscendo nell’intento di dare alla nazione il primo governo di centrosinistra dopo quasi cinquant’anni.

Al contrario, il Partito Nazionale di centrodestra ha ottenuto solo il 26,8% dei voti, in calo rispetto al 44,4% delle elezioni precedenti.

La Ardern era stata nominata a capo dell’esecutivo già nel 2017, a soli 37 anni, ed è membro del Parlamento dal 2008, quando aveva 28 anni. È una fervente sostenitrice dei diritti alle minoranze, dell’uguaglianza e dell’inclusività delle donne.

Diritti LGBT+ in Nuova Zelanda

Il parlamento della Nuova Zelanda ha una storia progressista quando si tratta di diritti LGBT+.

Il paese ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso nell’agosto 2013, con un voto parlamentare 77-44. L’allora primo ministro John Key, del Partito Nazionale, figuratava tra i sostenitori del disegno di legge.

In precedenza, le unioni civili erano state concesse alle coppie dello stesso sesso già nell’aprile 2005.

Fonte: SBS

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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