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1917 di Sam Mendes _ LA GUERRA È ADESSO (recensione)

- 04/02/2020
1917 di Sam Mendes


1917 racconta una storia umana di una pagina di Storia disumana.
Un’esperienza totalizzante che immerge lo spettatore dentro gli orrori del primo conflitto mondiale. Una visione che incanta e terrorizza allo stesso modo.

6 Aprile, 1917.
Blake e Schofield , giovani caporali britannici, devono attraversare le linee nemiche e consegnare un messaggio che potrebbe risparmiare le vite di 1600 uomini pronti ad attaccare l’esercito tedesco.
Per Blake la missione diventa anche personale poiché suo fratello fa parte di quei 1600 soldati.
La corsa contro il tempo e gli scenari desolanti di distruzione presenteranno non poche insidie.

1917 un film di Sam Mendes (2020)
1917 di Sam Mendes ha vinto 2 Golden Globes e 6 Bafta tra cui quelli per Miglior Film e Miglior Regia.

Sam Mendes porta sul grande schermo una storia che gli è stata tramandata dal suo stesso nonno.
Un episodio forse di poco conto nel contesto del primo conflitto mondiale, ma che si focalizza sugli eroi, ora vinti, ora feriti, ora caduti in nome di qualcosa più grande di loro.

Il regista di ERA MIO PADRE (2002) fin dal principio della sua luminosa filmografia ha trattato di conflitto: quello covato all’interno di una famiglia (AMERICAN BEAUTY, 1999); il non-conflitto della guerra del Golfo e la snervante attesa del nemico (JARHEAD, 2005); quello di una coppia che sopravvive a se stessa tra meschinità ed egoismi (REVOLUTIONARY ROAD, 2008); o quello col proprio passato che torna a chiudere i conti (SKYFALL, 2012).

Da sempre i registi sono stati interessati a raccontarci della guerra e dei suoi orrori e dei suoi eroi, tanto che si è venuto a creare un genere cinematografico.
Ma sono davvero pochi i titoli che oggi hanno saputo distinguersi tra una moltitudine di film più o meno uguali.

Impossibile non citare APOCALYPSE NOW (1979) di Francis Ford Coppola o il FULL METAL JACKET (1987) di Stanley Kubrick.
Notevoli anche LA SOTTILE LINEA ROSSA (1998) di Terrence Malik o, sempre dello stesso anno, SALVATE IL SOLDATO RYAN di Steven Spielberg, fino al più recente DUNKIRK (2017) di Christopher Nolan.

1917 di Sam Mendes
1917 di Sam Mendes ha ottenuto 10 nomination agli oscar 2020

Eppure questo 1917 va bel oltre.
Su di una sceneggiatura scarna Sam Mendes ci trascina letteralmente nelle trincee e ci da la terribile illusione di guardare in presa diretta l’orrore della guerra.
Per farlo egli si serve di uno stratagemma tanto “semplice” quanto insidioso: un vero/falso piano sequenza che pare non aver mai fine.
I soli primi 40 minuti, sublimati dalla splendida colonna sonora firmata dal grande Thomas Newman, sono di una tensione quasi insostenibile.

La camera si muove sempre ad altezza uomo, ora seguendo o ora precedendo i suoi due protagonisti, senza mai abbandonarli. Talvolta essa si scosta appena da loro per focalizzarsi su di un particolare che anticipa o accentua il costante senso di minaccia che permea l’intera pellicola.

I giovani ragazzi si trascinano tra le polveri, scivolano nel fango e nel sangue, tra il fetore di corpi di animali decomposti o quelli di uomini uccisi; si arrampicano per colline e si muovono tra fattorie abbandonate o tra le macerie di piccole cittadine. Il silenzio diventa carico di paura e il più piccolo rumore ci fa tremare. E noi siamo lì (la soggettiva della camera) con loro, sempre, quasi fossimo il terzo protagonista del film, senza mai una tregua, quando vorremo solo respirare o scappare.

George MacKay as Schofield in “1917,” una delle sequenze visivamente più spettacolari del film

Le ragioni del conflitto, il prima e il dopo, la Storia, le dinamiche politiche, tutto viene messo ai margini, viene totalmente e volutamente ignorato, conta solo quell’eterno adesso, conta sopravvivere al presente. I due ragazzi non possono certo aver il tempo di filosofeggiare o di argomentare su di una guerra che sacrifica migliaia di persone in nome di… che cosa?

1917 è un film fortemente contro la guerra che guarda a due eroi qualunque, non uomini gloriosi, ma due giovani ordinari che hanno i volti del bravissimo George Mackay (visto in CAPTAIN FANTASTIC , 2016) e Dean-Charles Chapman (che i più avranno notato nella serie di GAMES OF THRONES). Sam Mendes in virtù di questo preferisce dare il ruolo di protagonisti a due attori “qualunque”, relegando attori di fama mondiale – come Colin Firth o Benedict Cumberbatch – a ruoli secondari.


In una delle sequenze più poetiche del film i due giovani, prima di arrivare a una fattoria, attraversano un campo di alberi di ciliegio abbattuti. Più avanti fiori di ciliegio verranno a piovere sul capo privo di sensi di uno dei ragazzi. Quei fiori di ciliegio diventano simbolo di un’emergenza del bello, del fare la cosa giusta adesso, perché nessun altro albero/uomo venga abbattuto, perché la vita possa tornare a fiorire, perché possa tornare l’umanità e la sua primavera.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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