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AQUAMAN _ surfa al botteghino ma… (recensione)

- 02/01/2019
ACQUAMAN


AQUAMAN è il nuovo film targato DC Comics che in pochi giorni ha superato gli incassi de IL RITORNO DI MARY POPPINS e si appresta ad essere uno dei successi del nuovo anno appena iniziato. Peccato che è di fatto uno dei film più ridicoli mai visti di recente.

Dall’unione clandestina tra Tom, un guardiano di un faro, e Atlanna, regina di Atlantide, nasce Arthur.
Atlanna per salvare il suo bambino e il suo amato è però costretta a far ritorno alla sua città per essere giudicata e giustiziata.
Intanto sulla terraferma Arthur viene avvicinato ai segreti di Atlantide da Vulko, consigliere del re e di suo figlio Orm.
Arthur però preferisce limitarsi ad aiutare la sua gente, finché Mera, figlia del re Nereus, non lo convince a tornare negli abissi per scongiurare una guerra che metterà in pericolo terra e oceani. Ma prima egli dovrà tornare in possesso del tridente di Atlan.

Pescando a piene mani da trame già conosciute questo AQUAMAN deve molto non soltanto alla storia di re Artù, ma cita anche Pinocchio e guarda involontariamente anche a LA SIRENETTA di Disneyana memoria quando ci imbattiamo in un mega polipo che fa il batterista (no, non sto scherzando! Ahimè).

Acquaman di jason momoa
Una delle rare scene in cui Jason Momoa ha i capelli asciutti

Alla regia troviamo quel James Wan che non ringrazieremo mai abbastanza per averci regalato piccoli gioielli della suspance come SAW-L’Enigmista e THE CONJURING. Dopo essersi divertito in fondo al mar, spero torni a fare quello che sa fare meglio: girare horror!

Dopo le piene e abbondanti 2 ore e 20 minuti di girato, si esce dalla sala sazi e un tantino appesantiti, come se avessimo mangiato 8 calamari ripieni.
Tra sfavillanti e fluorenscenti scenografie che guardano ai mondi di AVATAR e costumi al limite del kitsh (su tutti il vestito di meduse di Mera), va riconosciuto l’impegno nel dare forma e sostanza a tutto un mondo subacqueo variegato ed eterogeneo.

La presenza della statua di cera di Nicole Kidman (una sogliola ha forse più espressività ormai) e quella di un tiratissimo William Dafoe non aiutano.
Buona parte dei personaggi secondari restano utili soltanto a far da contorno o antipasto alla portata principale.

E infatti tutte le telecamere sono puntate sull’eroe di punta di questa pellicola: Jason Momoa.
Basta il suo nome perché in sala sudorazione e ormoni vadano ad allagare le sedute.
Poco importa che un branzino possieda più doti recitative: il suo sguardo truce, i pettorali e i bicipiti tatuati, i capelli costantemente bagnati (ma non fradici), le dimensioni del suo…tridente; sono tutti elementi che riescono a far piovere pure sul Sahara!

ACUAMAN
Il grosso tridente di Jason Momoa in AQUAMAN

Prima che si giunga al duello finale (una delle migliori scene in assoluto) seguiamo il nostro eroe per cielo e per mare: tra balene e deserti e una piccola deviazione in una Sicilia da cartolina; tra inseguimenti sui tetti e fritture miste di pesce, la ricerca del celebre tridente avrebbe messo a dura prova anche il più esperto degli Indiana Jones.

Se volessimo sorvolare su molti dialoghi imbarazzanti e sul fatto che l’amore tra Arthur e Mera sia più casto di quello tra Biancaneve e il Principe Azzurro (nel timore che negli States partisse il divieto ai minori di 13 anni) o che nemici o amanti abbiano il tempo di conversare o limonare in mezzo al terzo conflitto mondiale… Potremmo dire che AQUAMAN è forse il miglior film della DC Comics.
Lo diciamo sperando che Christopher Nolan non ci senta!

La scena nascosta nei titoli di coda ci fa presagire che l’onda anomala di Momoa tornerà a “bagnarci” in un possibile quanto inutile sequel.
Nella speranza gli sceneggiatori usino il salvagente.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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