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Eurovision 2019: la review della seconda semifinale

- 17/05/2019
seconda semifinale eurovision


Giro di boa per la manifestazione musicale più seguita al mondo. In diretta da Tel Aviv ieri sera si è tenuta la seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest, valevole per gli ultimi 10 posti in finale che hanno completato il quadro delle 26 nazioni che domani sera si contenderanno la vittoria e la possibilità di ospitare l’evento nel 2020.

Ricordiamo brevemente i dieci paesi che si sono assicurati la finale martedì scorso: Australia, Bielorussia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia Islanda, San Marino, Serbia e Slovenia. A questi, alle Big 5 finaliste di diritto – Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Spagna – e alla nazione ospitante – Israele – questa sera si sono unite Macedonia del Nord, paesi Bassi, Albania, Svezia, Russia, Azerbaijan, Danimarca, Norvegia, Svizzera e Malta.

Analizziamole nella nostra ormai seguitissima review: questa semifinale sulla carta aveva buone potenzialità, secondo alcuni anche migliori della prima. Non è stato così. Salvo un paio di canzoni meritatamente qualificate non c’è stato il bagno di sangue di martedì sera, e tutte le nazioni storicamente fortunate non hanno deluso. Oltre a quello, la noia ha pervaso buona parte delle esibizioni.

Macedonia del Nord / Tamara Todevska – Proud
https://www.youtube.com/watch?v=3A65lXLNZfk

Una performance molto emozionale per la Macedonia, che torna in corsa in finale dopo 7 anni. Il brano permette l’utilizzo di tutta la gamma vocale di Tamara, che non ci risparmia acuti (cedendo un po’ sul finale) e intensità, secondo la scuola dell’est europa che la sobrietà non sa proprio dove sia di casa. Lo staging è tutto basato su un gioco di specchi, non distraggono e rendono la performance molto elegante.
Il rischio per la finale è di caricare troppo l’espressività di un brano dal peso specifico già notevole.
Voto 7 – MAKEDONIA DEL NORTH REMEMBERS

Paesi Bassi / Duncan Laurence – Arcade https://www.youtube.com/watch?v=0F_FrLDpt30

Lui è il candidato numero uno alla vittoria sin dall’annuncio della canzone, e proprio in queste ore le sue quote stanno scendendo sotto i 2. Insomma, i vincitori annunciati hanno sempre fortuna, purché non siano targati Italia. “Arcade” è un brano delicato e intimo, una canzone d’amore che non ha bisogno di acrobazie per lasciare il segno. Lo staging è essenziale, sul palco sembra di fluttuare tra onde morbide e dense. C’è un però, a mio avviso: Duncan non è all’altezza del suo brano, che probabilmente cammina spedito verso la vittoria con le sue gambe a prescindere dal suo interprete. L’impressione è che “Arcade” sia del tutto slegata da Duncan, il quale canta come se fosse la cosa più inevitabile del mondo, pur senza stupire.
Voto 8 – PAESI ALTI

paesi bassi eurovision
“Arcade” è il brano cantato da Duncan Laurence per i Paesi Bassi (Photo by Jack GUEZ / AFP)

Albania / Jonida Maliqi – Ktheju Tokës https://www.youtube.com/watch?v=OQFbA7yfzjo

Fuoco, fuoco e ancora fuoco. Jonida gorgheggia e sputa fiamme. Sonorità tipiche del Paese delle Aquile pervadono il palco di Tel Aviv e la temperatura si alza. Con quell’abito, d’altronde, Jonida sembra una sacerdotessa di Essos, ma appena apre bocca ci riporta a quei rassicuranti berci mediterranei che tanto piacciono ai nostri dirimpettai al di là dell’Adriatico. Sanguigna e incandescente, talvolta ingombrante.
Voto 7 – DRACARYS

Svezia / John Lundvik – Too Late For Love https://www.youtube.com/watch?v=YKR2GiorZuQ

I primi della classe ci tengono a fare bella figura ogni anno, e di ogni performance è studiato ogni minimo dettaglio. Anche quest’anno la Svezia ci propone il pacchetto completo: palestrato ammiccante, canzone acchiappavoti, inquadrature compiacenti. E in più c’è l’elemento gospel con The Mamas. Tutto così perfetto da far desiderare una piccola sbavatura, una nota che fugge via, un faro spento, ‘na zip dei jeans lasciata accidentalmente aperta. Macché. Nulla di nuovo, niente di sconveniente. La Svezia è l’amico brillante, simpatico e bravo nello sport che ci sta sulle scatole, ma che in fondo abbiamo sempre voluto essere.
Voto 6,5 – TOO HATE FOR LOVE

Russia / Sergey Lazarev – Scream https://www.youtube.com/watch?v=wCKHUldGcEI

La Russia torna in finale dopo 3 anni, e con lo stesso cantante. Lui è certamente un belvedere, un eurovision star, e in patria è considerato un semidio. Purtroppo la sua impostazione melodica classica mal si confà con le ballad moderne, e in più di un’occasione Lazarev si lascia andare a barocchismi decisamente demodé. Tutto lo staging è Sergeycentrico, e ci si chiede perché canti un terzo della canzone dietro un vetro appannato dalla pioggia. L’arrampicata su schermo del 2016 era decisamente più divertente di questo scarto da musical.
Voto 5 – HE SCREAMS

russia eurovision
La delegazione russa all’Eurovision Song Contest (photo: Andres Putting)

Azerbaijan / Chingiz – Truth https://www.youtube.com/watch?v=DJFtbYsn6eY

Pur vestito come uno degli Immacolati (mi perdonerete l’eccesso di similitudini con il Trono di Spade ma il mood purtroppo lo richiede), Chingiz riesce ad essere sexy. La canzone spingerebbe verso un accenno di danza, ma il bel russoazero resta saldo sulle sue cosce ben tornite e ci concede solo qualche passo in avanti. Il suo è uno dei pezzi più ballabili del lotto, vocalmente non delude e lo staging è piuttosto originale, ma non convince come dovrebbe e alla fine dei tre minuti si avverte quella sensazione di incompiuto che lascia inappagati. Cosa non funziona? Probabilmente c’è meno sfacciataggine di quanta ce ne vorrebbe. Chingiz #ESCILO, e dell’olandesino non rimarranno che steli appassiti di tulipani.
Voto 8,5 – D’AZERO A CENTO

azerbaijan eurovision 2019
Chingiz, il rappresentante azero, canta “Truth” (photo: Andres Putting)

Danimarca / Lenora – Love is forever https://www.youtube.com/watch?v=HVvAzwiV0hw

Giulia Ottonello dalla Danimarca fa l’effetto della camomilla. Il brano è uno dei più insulsi dell’intera serata: tre minuti che sanno di Mulino Bianco e ovomaltina in cui la camera non abbandona mai lo sguardo da docile gattina di Lenora. Una combinazione di circostante piuttosto irritante. Le belle canzoni sono altre, e dalla Danimarca abbiamo visto interpreti ben più convincenti di una cameriera che serve croissant appena sfornati.
Voto 4 – C’AVETE SOLO LA SIRENETTA

Norvegia / Keiino – Spirit in the sky https://www.youtube.com/watch?v=yKoEt0-9ujA

Se confrontiamo i Keiino con gli altri gruppi dell’edizione, appaiono sicuramente come i meglio assortiti. Ognuno di loro ha una propria peculiarità vocale, sfruttata al meglio in ogni parte della canzone.
“Spirit in the sky” è un brano spiccatamente eurovisivo (così tanto eurovisivo che assomiglia in tutto e per tutto al brano finlandese dello scorso anno), probabilmente troppo tradizionale nell’impostazione e dal retrogusto un po’ stantio. Tolto l’immancabile fuoco, lo staging è inesistente.
Voto 5,5 – INSUFFICIENZA IN THE SKY

Keiino Norvegia Eurovision
Un momento dell’esibizione dei Keiino (photo: Andres Putting)

Svizzera / Luca Hänni – She Got Me https://www.youtube.com/watch?v=zEGgKQf1cws

Luca Hänni, il Justin Timberlake dei cantoni elvetici, non delude le aspettative della vigilia e ci regala un’esibizione memorabile per la storia della Svizzera all’Eurovision, che sicuramente conquisterà la top 10. Luca diverte e si diverte, trascinando tutta l’arena in un vortice danzereccio genuino e irresistibile. La Svezia l’avrebbe resa l’ennesima performance da manuale, mentre la Svizzera, con le sue piccole sbavature e l’imprecisione dei ballerini, regala quel mix di bravura e improvvisazione che rende il tutto meno meccanico e noioso.
Voto 8,5 – DIRTY DANCING

Malta / Michela – Chameleon https://www.youtube.com/watch?v=mRwLt9HCjbk

Malta porta a casa la palma d’oro per la performance più kitsch. La realtà aumentata rende il tutto una versione meno poraccia di un video qualunque di Marzia Gaggioli, e Michela si muove come un elefante in un ascensore. Per fortuna la canzone è catchy e la voce c’è, questo non nega a Michela di arrivare in finale (dove farà poco), ma senza clamori.
Voto 6 – CACACAMALOW

Eliminazioni eccellenti

Nessuna eliminazione sconvolgente: questa sera sembra essere passata con il freno a mano, e alcune nazioni che sono uscite dalla loro zona di comfort hanno deluso: su tutte la Romania, che ha ormai abbandonato i colpi di testa e il trash alla Yodel it (col quale aveva sempre assicurato un posto in finale) per lasciare spazio a canzoni che, pur sofisticate, si perdono nel mucchio. Un sano ritorno alla tamarreide dei bei tempi sarebbe gradito.

Piccolo dispiacere, inoltre, per Paenda, la cantante dai capelli blu dell’Austria e interprete di “Limits”, con un brano esageratamente intimista per un’arena eurovisiva.

Running order Grand Final

Questo l’ordine con cui si esibiranno le canzoni nella finale di domani. Apre Malta, chiude la frizzante Spagna. L’Italia si esibirà per ventiduesima, dopo la Francia di Bilal Hassani e prima della ballad serba.

1. Malta
2. Albania
3. Czech Republic
4. Germany
5. Russia
6. Denmark
7. San Marino
8. North Macedonia
9. Sweden
10. Slovenia
11. Cyprus
12. Netherlands
13. Greece
14. Israel
15. Norway
16. United Kingdom
17. Iceland
18. Estonia
19. Belarus
20. Azerbaijan
21. France
22. Italy
23. Serbia
24. Switzerland
25. Australia
26. Spain

(foto di copertina: Andres Putting)


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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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