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LA DEA FORTUNA _ La ragione e il sentimento di Ozpetek (recensione)

- 27/12/2019
LA DEA FORTUNA di Ferzan Ozpetek (2019)


LA DEA FORTUNA ci riporta alle famiglie disfunzionali tanto care al regista turco de “LE FATE IGNORANTI” e “LA FINESTRA DI FRONTE”. Un successo che conferma lo stretto legame che ormai si è creato tra Ozpetek e un pubblico mai così eterogeneo.

Alessandro e Arturo sono una coppia in crisi da diversi anni.
A salvare (forse) la coppia arrivano Annamaria e i suoi due figli. Lei deve fare alcuni esami diagnostici e affida alla coppia i suoi bambini.

Ferzan Ozpetek e la sua poetica sono ormai registri codificati che il pubblico riconosce e apprezza ormai da vent’anni.
Dicono che un bravo narratore, perché sia considerato sincero, possa parlare solo di cose che conosce, che sente, che vive.
Ozpetek in tal senso è certamente tra i registi più onesti e genuini del nostro panorama cinematografico giacché attinge a piene mani dal suo vissuto, dalla sua storia, dal suo cuore.

LA DEA FORTUNA di Ozpetek (2019)
Ferzan Ozpetek (sulla sinistra) in un selfie che vede parte del cast de LA DEA FORTUNA

Ecco perché – anche qui – egli pare crogiolarsi in una confortante rilettura di quei luoghi e di quelle dinamiche che vanno a ripetersi in buona parte delle sue pellicole. Eppure ogni volta egli aggiunge una pennellata, una sfumatura, un profumo, un suono che arricchisce o sovverte le vite dei suoi personaggi.

Come in altre pellicole – vedi “MINE VAGANTI“(2010) o “ALLACCIATE LE CINTURE“(2014) – il tessuto narrativo segue percorsi del cuore che esplodono in ilarità incontenibile o dolore straziante, resta sospeso su silenzi tangibili o precipita in un buonismo talvolta stucchevole.

LA DEA FORTUNA non è esente da questi difetti che sono i medesimi di sempre, perché Ozpetek è sfacciatamente sentimentale e non se ne vergogna, deve necessariamente immergerci nelle vite delle sue “fate vaganti“, puntualmente con “SATURNO CONTRO” che viene a sconvolgere e ferire e derubare queste vite a caduta libera.

LA DEA FORTUNA di Ferzan Ozpetek (2019)
LA DEA FORTUNA è il tredicesimo titolo della meravigliosa filmografia del regista Ozpetek

Ma non si può restare indifferenti alla potenza di questa voglia di vita e di felicità che i suoi personaggi ricercano come acqua nel deserto e Ozpetek anche qui si rivela magnifico direttore d’orchestra dove ogni membro del cast riesce a brillare e distinguersi per le proprie capacità.

A voler esser pignoli Serra Yilmaz è sempre la stessa in ogni film, quasi fosse lo stesso personaggio che fa da collante a ogni titolo.
Stefano Accorsi a tratti è troppo teatrale e controllato, poco naturale, eccede in un manierismo recitativo che può innervosire.
Il personaggio del bel Filippo Nigro, non sempre vibrante, viene sfruttato eccessivamente nella sua drammatica comicità.
A sorprendere piacevolmente sono invece la giovanissima Sara Ciocca che offre un’interpretazione tanto matura quanto fresca e poi un genuino e toccante Edoardo Leo, qui nella sua migliore prova recitativa di sempre.

LA DEA FORTUNA guarda al dramma e all’orrore della malattia, dei legami di sangue infetti e crudeli; ma guarda anche a temi attuali come l’omogenitorialità senza mai edulcorare la pillola, ma mostrando coraggiosamente la realtà di tante coppie (non solo omosessuali) che sopravvivono a loro stesse, composte da persone talvolta egoiste, imperfette, incapaci di toccarsi realmente, ma che per amore di quei figli sono pronti a mettere in secondo piano il proprio ego e sono capaci di donare amore e conforto e offrire un abbraccio quando si ha più paura.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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