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OLTRE LO SCANDALO _ 3 Film che non sapevi di voler vedere

- 22/05/2020
MARTYRS (2008)


Scandalo al cinema. Opere controverse. Registi audaci. Film censurati, tagliati, boicottati.

Nella storia del cinema tantissime opere sono passate sotto la scure della censura e molti titoli sono arrivati poi nelle sale tagliati, rimontati o sono stati proprio banditi in alcuni paesi.

Basti pensare a film come L’ESORCISTA (1973) o ULTIMO TANGO A PARIGI di Bertolucci (1972) o il celebre GOLA PROFONDA (1972), oggi considerati pietre miliari del cinema, ma che alla loro uscita crearono scandalo e indignazione da parte dei benpensanti che ne ostacolarono in tutti i modi la proiezione nelle sale.

Nella rassegna di oggi dedicata a #3filmchenonsapevidivolervedere andremo a scoprire titoli e registi per cui si è gridato allo scandalo!

I DIAVOLI di Ken Russell (1971)

Sin dal suo debutto alla Mostra del cinema di Venezia nel 1971 I DIAVOLI di Ken Russell fu contrastato dal Centro Cattolico che tacciava il film di “sadismo, di sesso, di violenza”.
Ispirato all’omonimo dramma teatrale di John Whiting e al romanzo “I diavoli di Loudun” di Aldous Huxley, il film è ambientato in Francia agli inizi del XVII secolo. Il cardinale Richelieu, dopo le guerre di religione, per consolidare il potere regio, invia il barone di Laubardemont a Loudun, con l’incarico di abbatterne le fortificazioni.
Qui si incrociano i destini del prete Grandier e di madre Jeanne degli Angeli, superiora delle Orsoline di Loudoun che prova un’attrazione erotica per il prete al punto da impazzire e accusare l’uomo di pratiche sataniche e abusi ai danni delle suore.
Meravigliosa nel ruolo di suor Jeanne una giovane Vanessa Redgrave che dal suo candore iniziale riesce quasi a modificare le sue angeliche sembianze forzando la mimica facciale e i movimenti del suo corpo.
I DIAVOLI è anzitutto un film fortemente politico e un’aspra critica a un sistema corrotto dove sacro e profano si fondono in un turbino di immagini davvero audaci che ancora oggi potrebbero suscitare sdegno (su tutte la scena di un’orgia dove alcune suore nude e invasate tentano di “violentare” un Crocifisso).
Uscì nelle sale italiane nel 1972 ma ne venne subito ordinato il sequestro a cura della procura di Verona.
Il film costò il licenziamento del critico e poeta Giovanni Raboni dal giornale cattolico Avvenire perché aveva difeso l’opera di Russell nella sua critica.

Al Pacino nella celebre scena del Cruising Club nel film scandalo CRUISING (1980)

William Friedkin, oscar alla regia per IL BRACCIO VIOLENTO DELLA LEGGE nel 1972, è considerato un cineasta della Nuova Hollywood, innovatore del poliziesco e dell’horror che i più conosceranno per il già citato L’ESORCISTA.
Nel 1980 dirige CRUISING che guarda alle indagini del poliziotto Burns (un giovane e già intenso Al Pacino) sulle tracce di un serial killer che adesca omosessuali per poi violentarli e mutilarli. Una storia di ossessioni e morbosità, dove lo stesso protagonista, infiltrato e frequentatore di cruising club, finisce per mettere in dubbio la propria relazione con la compagna e il proprio orientamento sessuale fino a impazzire.
Il film subì non poche critiche ma soprattutto il malcontento da parte di molti attivisti omosessuali che tentarono di boicottarlo perché a loro dire conteneva un messaggio politico fortemente omofobo che avrebbe portato a un amento dei crimini d’odio nei confronti della comunità gay.
Nel 2013 James Franco e Travis Mathews girano il documentario INTERIOR. LEATHER BAR e tentano di ricreare i celebri 40 minuti di scene di sesso esplicito censurati in CRUISING e uno sguardo intimo sul dietro le quinte del controverso film.

E non poteva certo mancare un film horror all’interno di questa rassegna. Non sono pochi i titoli di questo genere che hanno suscitato sdegno e orrore tanto da dover essere mutilati delle scene più spaventose.
Nel 2008 Pascal Laugier (suo il recente LA CASA DELLE BAMBOLE, 2018) sfida la censura e i nervi dello spettatore con un’opera controversa eppure bellissima.
MARTYRS viene presentato al 61° Festival di Cannes e inizialmente, in Francia, viene vietato ai minori di 18 anni (cosa che non avveniva da circa ventanni), poi il divieto è stato abbassato a 16.
Il film si apre sulla corsa di una ragazzina, Lucie, che è riuscita a sfuggire ai suoi aguzzini. Nell’ospedale dove ella viene seguita dai medici Lucie si trincerà nel totale silenzio. Qui farà amicizia solo con un’altra bambina, Anna. Quindici anni dopo ritroviamo le due ragazze cresciute. Lucie, perseguitata nei suoi incubi da un essere mostruoso, irrompe in una casa e stermina un’intera famiglia che lei è certa essere responsabile di quanto ha subito da bambina. Arriverà poi Anna ad aiutarla a occultarne i cadaveri. Ma presto le cose precipiteranno…
Un omaggio ai classici di Dario Argento, il film è una vera sessione di violenza psicologica e fisica senza tregua, quasi insostenibile (non sono poche le persone che hanno lasciato la sala durante la visione).
Eppure la violenza benché perpetrata in ogni sua forma e a più riprese, non è mai fine a se stessa e il film ha un suo tragico disegno e uno dei finali più cupi mai visti sul grande schermo. Certamente non un film per tutti con due interpreti straordinarie, Morjana Alaoui e Mylène  Jampanoï.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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