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16 ottobre 1943: la disumana razzia degli ebrei di Roma

- 26/01/2023


La retata cominciò quando era ancora spuntata la luna oltre le nuvole. Era da poco passata la mezzanotte quando il ghetto ebraico di Roma si svegliò di soprassalto per le schioppettate e le detonazioni. Non erano spari isolati che violavano il silenzio tombale del coprifuoco, come spesso capitava, ma colpi ripetuti e, soprattutto, pericolosamente vicini. I nazisti fecero così il loro ingresso in scena in uno degli episodi più cupi della storia d’Italia.

Dopo quasi ottant’anni, la notte di Roma del 16 ottobre 1943 continua a essere marchiata dall’odio e dall’infamia. Uomini, donne, bambini: 1059 cittadini romani di origine ebraica, abbandonati da Mussolini, dal Re e lasciati nelle mani dei nazisti, furono prelevati casa per casa da oltre duecento SS per essere deportati nei campi di concentramento. Di questi solo 16 fecero ritorno nelle loro case. Un’azione capillare e spietata, di irragionevole crudeltà, che dimostra, come dice Giacomo De Benedetti nel libro 16 ottobre 1943 (La nave di Teseo), che le SS “agirono soprattutto come se il loro incarico fosse di fornire ai mandanti un certo – e senza dubbio assai cospicuo – numero di ebrei“.

Credits; Nicola Enne

«“I tedeschi portano via tutti! I tedeschi portano via tutti!”»

Una lista indicava le famiglie da individuare. Gli elenchi della morte, di cui gli storici hanno tanto discusso, non erano altro che liste arbitrarie, con inclusioni e omissioni che non seguivano alcuna coerenza (sebbene di coerenza si possa parlare per una simile follia), e nessuno oggi ne conosce la vera natura, come siano stati compilati e secondo quali indicazioni. L’unico dettaglio che appare certo è la scelta della data: la festa del Sukkot, giornata in cui i nazisti erano più che sicuri di trovare in casa intere famiglie ebraiche.

Gli ordini perentori, letti in italiano e in tedesco su fogli dattiloscritti (particolare che oggi ci rivela tutta “la banalità” di quel male insensato) erano di prepararsi a partire in venti minuti, portare con sé viveri per almeno otto giorni, tessere annonarie, carte di identità, bicchieri e una valigetta con effetti personali (biancheria, coperte), denari e gioielli. Nessuno poteva essere lasciato indietro.

Nella notte più buia della storia d’Italia, non solo l’orrore entrò con spietata naturalezza nelle vite di centinaia di persone innocenti, ma lo fece senza preavviso, senza lasciare campo nemmeno allo sconcerto.

Di quella notte si raccontano gli insulti, le urla, gli spintoni e la mancanza di umanità verso i più fragili. Famiglie smembrate e i bambini tolti dalle braccia delle madri, donne percosse nell’atto di chiedere pietà, ammalati privati delle cure. Nella folla, semplici conoscenti che ritrovatisi fianco a fianco nel caos dell’insensatezza nazista incrociavano i loro sguardi impauriti da lontano chiedendosi “che faranno di noi?”.

La razzia, che nessuno ebbe la forza, l’autorità o il coraggio di fermare, durò fino alle 13 del 16 ottobre, quando ormai per le vie del ghetto non si aggirava più nessuno. Gli ebrei di Trastevere, Testaccio, Monteverde e degli altri quartieri erano stati parimenti prelevati e caricati su camionette, diretti al collegio militare dove gli ebrei di Roma rimasero molte ore. Come in un delirante meccanismo di perversione, fu impedito loro di mangiare, bere o addirittura servirsi delle latrine per piegarne la volontà e annullarne la dignità.

Passò la notte del sabato e tutta la domenica. Il lunedì alle undici e trenta i mille prelevati dalle SS furono caricati su angusti carri bestiame. Il treno si mosse per le 14. Per la quasi totalità dei suoi passeggeri fu l’ultimo viaggio della propria vita.

Tutte le immagini appartengono all’autore dell’articolo.

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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