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Ditelo con la pancia: Le ZUCCHE dell’autunno

- 28/11/2018


L’autunno ci regala tanti momenti piacevoli. Dalle giornate più fresche alle zucche mature e la nebbia del mattino, tutto è un tripudio di colori e magia. Purtroppo non è la magia delle fate a portare il cambio di stagione, ma l’inclinazione dell’asse di una terra SFERICA E CON L’AUSTRALIA.

Ma torniamo all’autunno, e a uno dei suoi prodotti tipici per eccellenza: le zucche!

Grosse, lunghe, dolci, saporite e carnose come pochi altri vegetali… una manna in cucina e una continua scoperta.

Le origini delle Zucche

Quando diciamo zucca pensiamo alle classiche arancioni, giganti e rotonde usate come veicoli o lanterne, importate da Colombo durante i viaggi in (non per lui) America.

Le zucche, quindi, provengono dalle Americhe?

Sì, ma non solo.

In europa e nei vecchi continenti è diffusa fin dall’antichità la zucca di genere “lagenaria” (forma cilindrica lunga fino a due metri), importata in Europa dall’India e coltivata tutt’oggi.

Probabilmente furono gli etruschi a coltivarla e a diffonderla nella nostra penisola, ma una delle tracce scritte che confermano l’esistenza delle zucche in età precolombiana è il testo del poeta Marziale (40 –104 d.C.), che ci lascia un divertente epigramma su di un anfitrione che usava solo zucche per elaborare ogni sorta di vivanda.

“….le zucche Cecilio
taglia in mille pezzettini.
Le mangi all’antipasto
te le da nella minestra
te le serve per pietanza
le mette nel contorno”. 

Queste zucche sono note con il nome di  zucca a fiasco, zucca da vino, zucca bottiglia o cocozza longa. Questa varianti sono molto apprezzate nella cucina meridionale, specialmente in quella siciliana.

 

Le zucche del genere “cucurbita” (quelle più classiche e diffuse), vennero invece introdotte in Europa nel XVI secolo con la scoperta dell’America. Esse sono molto diverse dalle sorelle del vecchio continente, poiché si presentano con una forma più tondeggiante e dal colore più aranciato che verde.

Le zucche inizialmente furono usate per sfamare il popolo contadino che col passare del tempo ne ricavò sapientemente  ricette prelibate. Le lunghe carestie europee fecero cadere i pregiudizi sulle zucche e iniziarono a essere apprezzate anche dalle classi sociali più abbienti, fino ad arrivare alla cucina di oggi.

La sua polpa è ottima se preparata con condimenti e aromi giusti, Tant’è che oggi si cucina in svariati modi che vanno dal salato al dolce.

L’intaglio delle zucche e la festa dei morti

Le zucche non si usano solo in cucina, ma sono diventate il simbolo di una festività ben specifica: Halloween (ne abbiamo parlato anche qui).

Tutti noi sappiamo che la più famosa festa americana ha origine nella tradizione europea. Alcuni storici hanno rintracciato le sue origini nella festa dedicata a Pomona, dea dei frutti e dei semi. altri invece nella festa dei celti chiamata Samuin, che significa “fine dell’estate”.

Samuin era un tempo per raduni festivi, e nei testi medievali irlandesi (più tardi del folclore irlandese, gallese e scozzese) gli incontri soprannaturali avvengono in questo giorno, anche se non c’è evidenza che fosse connesso con la morte in epoca precristiana, o che si tenessero cerimonie religiose pagane». L’associazione centrale col tema della morte sembra affermarsi in un periodo successivo, e appare evidente nella più recente evoluzione anglosassone della festa con le sue maschere macabre.

L’usanza di Halloween è legata alla famosa leggenda del folklore irlandese, che riporto qui avanti

“Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone,  incontrò il diavolo una sera al pub. A causa del suo stato d’ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del demonio, ma astutamente, Jack gli chiese di trasformarsi in una moneta promettendogli la sua anima in cambio di un’ultima bevuta. Mise poi rapidamente il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce d’argento, cosicché egli non potesse ritrasformarsi. Per farsi liberare il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò andare. Dieci anni più tardi, il diavolo si presentò nuovamente e questa volta Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse dal ramo, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita commise così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal Paradiso e presentatosi all’Inferno, venne scacciato dal diavolo che gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata. All’osservazione che era freddo e buio, il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all’interno di una rapa che aveva con sé. Cominciò da quel momento a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi”

(fonte: WIkipedia)

Dalla leggenda di Jack si può intuire che, prima delle zucche, si intagliassero le rape per porci dentro le candele.

Tradizione in Italia

La festa di Halloween è entrata nella nostra tradizione solo da qualche decennio. O meglio, la festa AMERICANA di Halloween è entrata nella nostra tradizione solo da qualche decennio.

In Italia esistevano (e esistono ancora) alcune tradizioni regionali che hanno qualche punto di contatto con la festa americana.

  • A Serra San Bruno (Calabria) vi è la secolare tradizione del “Coccalu di muortu”. I ragazzini intagliano una zucca riproducendo un teschio (in dialetto serrese, appunto, “Coccalu di muortu”) e gironzolano per le vie del paese tenendo in mano la loro creazione. Bussano agli usci delle case o fermano la gente per strada e domandano: “Mi lu pagati lu coccalu?” (“Me lo pagate il teschio?”).
  • A Reggio Emilia si festeggia mangiando dolci chiamati favette o ossa dei morti. Sono biscotti di pasta alle mandorle e zucchero fatti a forma di ossa. Si dice che mangiare tali dolciumi porti bene in quanto richiamano la protezione dei morti cari, in modo che possano proteggere dal freddo dell’inverno.
  • In provincia di Pescara (Abruzzo) c’è una ricorrenza quasi identica ad Halloween con zucche intagliate, ma quando i bambini bussano alle porte al “Chi è?” rispondono “L’anime de le morte” (le anime dei morti).
  • Ecc Ecc

Curiosità

  • Della zucca si possono mangiare tutte le parti: buccia, polpa, semi, persino le foglie (cotte)
  • La zucca veniva coltivata già nel 5000 a.C. (perfino prima del mais) dalle tribù sudamericane
  • “Lui è fuori di zucca”: questa diffusissima espressione italiana ha un equivalente in inglese, ovvero “He’s out of his gourd”
  • La zucca più grande del 2018 è italiana, ed è arrivata a pesare 913 kg
  • Ha avuto il privilegio di essere trasformata in mezzo di trasporto nella fiaba (di quella gran culo) di Cenerentola

La zucca più grande d’Italia

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Sono Alberto Orsotorta. Nato in piemonte e col cuore pellegrino, ho sempre amato le parole e le torte, ma su questi schermi posso dedicarmi solo a una di queste cose! Tra un articolo e l'altro… gradite qualcosa da mangiare? #waiterlife #blmagazine #orsotorta #parole Un modo per esprimere la mia fantasia e ritrovarmi con chi amo.

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