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Wonder Woman: 80 di Donna Meraviglia

- 26/11/2021
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Nel 1941 uscì per la prima volta, su una testata tutta sua, la prima avventura di Wonder Woman, supereroina femminile dell’universo DC Comics che ha rivoluzionato il mondo dei supereroi e del ruolo della donna in esso.

Quest’anno, come dice il titolo, cade l’ottantesimo anno dalla sua comparsa, e per l’occasione anche a Milano è stata allestita una mostra sul personaggio. Ma noi ripercorriamo insieme la sua storia, dalla nascita a oggi.

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Wonder Woman

Un papà poliamoroso

William Moulton Marston, noto anche come Charles Moulton (1893-1947), fu uno psicologo, inventore e fumettista statunitense (e di cui è stato girato un film biografico). Nella sua carriera di professore universitario, ideò e creò la macchina della verità, e fece degli studi sui rapporti interpersonali di dominazione e sottomissione. Si avvicinò ben presto anche al femminismo, grazie alla moglie Elizabeth Holloway, e nel 1925 iniziò una relazione con la studentessa Olive Byrne.

L’unione delle due donne della sua vita portarono all’ideazione del personaggio di Wonder Woman, una supereroina in un mondo di supereroi, un simbolo per le donne e per le bambine, un modello da cui trarre ispirazione. Essa fu infatti la prima in assoluto, e nel 1941, ormai in seconda guerra mondiale, fu rivoluzionaria.

«Finalmente, in un mondo lacerato dall’odio e dalle guerre degli uomini, appare una donna per la quale i problemi e le imprese degli uomini sono un gioco da ragazzi. Una donna la cui identità non è nota a nessuno, ma le cui imprese sensazionali sono eccezionali in un mondo in rapido movimento.
Serve come simbolo di integrità e umanità, in modo che il mondo degli uomini sappia cosa significa essere un’amazzone. Con cento volte l’agilità e la forza dei nostri migliori atleti maschi e dei lottatori più forti, appare come se dal nulla vendicasse un’ingiustizia o raddrizzasse un torto!
Bella come Afrodite, saggia come Atena, con la velocità di Mercurio e la forza di Ercole, è conosciuta solo come Wonder Woman!»

(William Moultom Marston in All Star Comics #8 (Presentazione di Wonder Woman))

Marston desiderava anche che Wonder Woman combattesse il male non solo con calci e pugni (o gadget tecnologici, guarda Batman), ma con un senso morale dettato dall’amore, dalla compassione e dalla verità. Ecco perchè Wonder Woman ha Il lazo di Estia, che obbliga chi ne è avvolto a dire la verità.

Nella figura di Wonder Woman si poteva leggere anche una liberazione sessuale della donna, la possibilità di potersi esprimere in un mondo misogino e patriarcale. Molte vignette in cui lei lega avversari maschili sono lette come “atti di dominazione della donna sull’uomo” un filo conduttore di Bondage e di affermazione della verità (ricordate le caratteristiche del Lazo), e non dell’odio o dell’ignoranza. Questo duplice messaggio, tra testo e sottotesto, fu molto importante in quegli anni per Woonder Woman e il suo pubblico.

Il bondage anche come fiducia tra donne

Dopo la morte di Marston

Quando Marston morì, il personaggio passò in mani più tradizionaliste e retrograde, che eliminarono tutto il sottotesto bondage e facendo adattare Wonder Woman alla visione degli anni ’50.

La sua figura venne depotenziata e spogliata da quel femminismo su cui Marston la eresse, troppo in anticipo sui tempi, troppo problematico a gestire in un mondo che non necessitava più di un patriottismo e di “soldati” pronti a combattere nemici cattivi (i tedeschi, come successe ad altri supereroi tra cui Capitan America della Marvel).

La società cambiò, cambiarono i nemici e cambiarono i supereroi, anzi, dovettero cambiare!

Il Dottor Wertham scrisse il libro Seduction of the Innocent (1954) in cui accusava i fumetti di minare l’integrità morale dei giovani. In particolare Wonder Woman, con i suoi vestiti e i suoi modi disinibiti, era ritenuta un pessimo esempio per le ragazze, e le situazioni sull’Isola Paradiso erano considerate al limite dell’omosessualità.

La creazione di severe regole da parte della Comics Code Authority, causò  l’involuzione qualitativa e l’abbandono del fervente femminismo.

La “nuova” Wonder Woman

Le epoche successive e la rinascita di Wonder Woman

Dopo il periodo “decadente”, ci furono molte evoluzioni e riscritture del personaggio, legate al riiniziare delle testate fumettistiche.

Prima Wonder Woman perse i poteri e l’iconico costume verso la fine degli anni ’60, per poi riconquistarli un decennio dopo. E il suo riscrivere la genesi amplinado la sua connessione alla cultura degli Dei Greci.

Donna Meraviglia e Guerriera

Complice anche la serie TV degli anni ’70 con Lynda Carter, Wonder Woman riconquistò il suo costume storico e la sua immagine iconica risalente alla Golden Age (l’epoca dei fumetti degli anni ’40).

Lynda Carter e Gal Gadot

Ma soprattutto, nei decenni successivi Wonder Woman riconquistò la sua identità di femminista e donna guerriera. Una donna con una sensualità dettata dalla consapevolezza di sé e della grande morale che la guida.

Ci sarebbero ancora molte cose da raccontare sulla Donna Meraviglia. Oggi la maggior parte delle persone la riconosce grazie all’interpretazione di Gal Gadot nei film dedicati al personaggio, più che per i fumetti. Un omaggio e un’evoluzione della supereroina che continua e continuerà.

Ma questa è un’altra storia. Alla prossima, e buon compleanno Wonder Woman!

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Sono Alberto Orsotorta. Nato in piemonte e col cuore pellegrino, ho sempre amato le parole e le torte, ma su questi schermi posso dedicarmi solo a una di queste cose! Tra un articolo e l'altro… gradite qualcosa da mangiare? #waiterlife #blmagazine #orsotorta #parole Un modo per esprimere la mia fantasia e ritrovarmi con chi amo.

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