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400mila euro per chi non vuole abortire: ennesimo attacco no-choice in Piemonte.

- 15/04/2022


Dalla Regione Piemonte in arrivo 400 mila euro per le donne che decidono di non abortire, fondo fortemente voluto da Maurizio Marrone, assessore alle politiche sociali, guarda caso del partito Fratelli d’Italia. Una decisione che ha suscitato molte polemiche, soprattutto dalle femministe.

In Piemonte potranno nascere 100 bambini in più, che altrimenti non sarebbero venuti al mondo a causa dei problemi economici delle loro madri“, dice l’assessore, che presenta così il fondo ‘Vita nascentevoluto per sostenere le madri fragili economicamente. Per loro è un fondo per la vita che nasce, ma per noi è l’ennesimo attacco alla nostra libertà di decidere sui nostri corpi, e loro lo sanno benissimo.

Il fondo verrà assegnato alle associazioni piemontesi accreditate presso le ASL che promuovano e realizzino progetti di tutela materno infantile, aiutando economicamente, a loro detta, le donne che scelgono di abortire per problemi finanziari ma che potrebbero tenere il bambino se aiutate nelle spese. Al momento queste associazioni sono ben 23, di cui 10 sono a Torino, e sono tutte di stampo no-choice.

La cosa che più ci sconcerta è il messaggio distorto che mandano alle cittadine, facendo passare il fondo come un’agevolazione alle donne che vogliono avere un figlio: “Abbiamo deciso di dare finalmente applicazione ad una misura prevista dalla legge nazionale 194, ma fino a ora mai applicata in Piemonte” ha spiegato Marrone. “Il nostro obiettivo è garantire il vero diritto di scelta della donna, che può anche essere la scelta della vita, intervenendo a sostegno delle donne in situazioni di fragilità sociale.”

Insomma, come successe a Pescara esattamente un anno fa, anche la Regione Piemonte darà un premio economico alle donne che decidono di non abortire, come se la vita di un essere umano (della madre in primis, e ipotetico del feto in secundis) possa valere qualche migliaia di euro, andando contro il loro stesso pensiero politico: il non mercificare il corpo delle donne e dei bambini. Ma di fatto, se ci si pensa bene, questo fondo serve esattamente a questo, facendo leva sulle difficoltà economiche delle donne che di fatto sono più persistenti rispetto agli uomini.

Un vero e proprio ricatto economico nei confronti delle donne, che vedono in quel premio un piccolo respiro di sollievo ma che non risolve la situazione. Le amministrazioni che poi approvano questi tipi di sostegni, dimenticano poi sistematicamente il sostegno alle “vite già nate” accanendosi invece alle loro presunte “vite nascenti”. E i numeri sono chiari: per mantenere un* bambin* nel suo primo anno di vita ci vogliono circa 15mila euro. Il fondo prevede solo 4mila, ed una tantum.

Questo dimostra che non c’è alcuna reale volontà nel sostenere le donne in gravidanza, ma che si vuole esclusivamente ostacolarle nel loro diritto di scelta.

La replica delle femministe e dei consiglieri di opposizione.

Non sono ovviamente mancate le reazioni da parte dei collettivi e associazioni femministe e femminili, in particolare NUDM Torino, che ha subito lanciato un’assemblea per creare una consultoria autogestita e risposto con un comunicato stampa:

Marrone fa i suoi proclami usando le nostre vite e i nostri corpi per i suoi squallidi fini elettorali e di posizionamento politico, ma noi ci chiediamo come e chi renda possibile che lui continui a parlare di IVG, senza avere alcuna delega istituzionale in merito!

Il collettivo poi continua: “Noi non smetteremo mai di denunciare che queste azioni rappresentano scelte politiche inaccettabili. Le associazioni antiabortiste non tutelano affatto la scelta della maternità, come la Regione dichiara, ma anzi sono le stesse che umiliano le donne e le persone gestanti che vogliono accedere ad IVG, che provano a convincerle a scelte improprie per la loro vita e non volute. La maternità è una scelta: non può essere la falsa promessa di sostegno economico per pochi mesi a convincerci, anzi questa rappresenta una presa in giro ed una pressione davvero scorretta e manipolatoria verso chi si trova in condizione di disagio socio-economico.

Rifiutiamo il paternalismo dell’assessore e della giunta e ribadiamo che siamo in grado di scegliere da sole per la nostra vita. Rifiutiamo la stigmatizzazione della capacità di autodeterminazione di chi vive condizioni di povertà. Vogliamo smascherare questo ridicolo provvedimento: se la Regione volesse davvero sostenere la maternità consapevole, si impegnerebbe per un welfare pubblico, contro i licenziamenti delle donne, contro le dimissioni in bianco e per la gratuità della contraccezione, sosterrebbe le famiglie monigenitoriali e i centri antiviolenza e lascerebbe stare il diritto all’aborto!

Infine, concludono: “Non staremo in silenzio ad attendere che ci tolgano il poco spazio di autodeterminazione ancora possibile e ribadiamo che questo provvedimento non è fatto a nome delle donne. La Giunta Regionale non dorma sonni tranquilli: saremo noi i loro incubi, perché non possiamo permetterci di lasciarli continuare.

Le associazioni femministe hanno infatti trovato totale appoggio dai consiglieri regionali di opposizione che hanno risposto prontamente all’assessore delle politiche sociali, definendo la scelta di Marrone una “campagna popolazionista” a sostegno delle associazioni pro-vita.

In particolare il consigliere regionale Marco Grimaldi, di Liberi Uguali Verdi, che ha affermato: “Non bastava fare entrare le associazioni pro-vita nei consultori e organizzare spazi all’interno di Asl e ospedali, non bastava disapplicare le linee guide del Ministero sulla somministrazione di Ru486 anche in consultorio; ora Marrone annuncia 400 mila euro per il Fondo ‘Vita nascente’ dedicato a progetti di ‘tutela materno infantile’ promossi da quelle stesse associazioni che definiscono l’aborto prima causa di femminicidio. Siamo in piena campagna popolazionista neofascista“.

Continua poi:”con due mani tese a soggetti che praticano forme di pressione e terrorismo psicologico sulle donne che scelgono l’interruzione di gravidanza“.

Sarah Disabato, capogruppo regionale M5S Piemonte, ha commentato così:”L’Assessore Marrone continua a portare avanti una becera propaganda sul corpo delle donne nel silenzio più assoluto dei colleghi di Giunta, che dovrebbero invece chiedere maggiori risorse per il potenziamento dei Consultori e dei servizi dedicati alla salute della donna, oltre che per implementare le misure messe in campo a livello nazionale per sostenere le neo-mamme.

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Classe 1990, Pescarese di adozione. Attivista transfemminista e co-fondatrice del Collettivo Zona Fucsia, si occupa da sempre di divulgazione femminista. È speaker radiofonica e autrice in Radio Città Pescara del circuito di Radio Popolare con il suo talk sulla politica e attualità "Stand Up! Voci di resistenza". Collabora nella Redazione Abruzzo di Pressenza. È infine libraia presso la libreria indipendente Primo Moroni di Pescara e operatrice socio-culturale di Arci.

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