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Il caso di Patrizia, segregata in un pollaio dall’ex cognato: La parola all’Avv. Arianna Tabarracci

- 30/09/2020
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Questa settimana parleremo di un attualissimo caso di cronaca che purtroppo ha ad oggetto nuovamente la violenza sulle donne.

Parleremo, grazie alla collaborazione e all’intervento dell’Avv. Arianna Tabarracci, della Signora Patrizia Carotti.

Una donna che deve essere presa ad esempio per l’enorme forza dimostrata nel riuscire a fuggire, denunciare e affrontare un processo che per le vittime di violenza è sempre durissimo anche e soprattutto dal punto di vista psicologico.

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Il pollaio dove Patrizia è stata prigioniera (foto: La Repubblica)

Patrizia, rinchiusa e abusata per un mese in un pollaio

La vicenda, avvenuta circa un anno fa, trattata anche dai media e approfondita soprattutto nelle trasmissioni Storie Vere e Pomeriggio 5, che ha raccontato i giorni successivi alla liberazione di Patrizia, è tristemente nota: la donna è stata abusata e segregata in un pollaio per un mese dall’ex cognato, legata a una branda ed alimentata solo con acqua e biscotti.

Patrizia è stata poi costretta dal suo aguzzino ad inviare al figlio un messaggio per far credere allo stesso che lei fosse scappata. In questo modo si sarebbe assicurato che nessuno l’avrebbe cercata: un’ulteriore violenza subita da Patrizia.

Alla donna sono stati tagliati i capelli con una forbice, in modo da snaturare ancora di più la sua identità e la sua femminilità. Solo dopo un mese, quando finalmente non era più stordita e sedata, Patrizia è riuscita a scappare.

La stessa, ricordando quei momenti, ha dichiarato “Ho fatto sei chilometri per scappare da quel bosco maledetto e a quel punto mi è venuta voglia di denunciarlo quell’assassino”. La sua denuncia, la sua forza e coraggio, hanno portato al processo.

L’avvocato Arianna Tabarracci, legale di Patrizia

Patrizia si è costituita parte civile, partecipando a tutte le udienze, ed è stata assistita dall’Avv. Arianna Tabarracci, che conosco personalmente e che ci ha concesso questa intervista. L’Avv. Arianna Tabarracci è una fantastica giovane donna. Appartiene al Foro di Pisa e, nonostante la sua giovane età, è Consigliere dell’Ordine degli Avvocati Pisa.

È esperta in diritto penale e criminale, occupandosi esclusivamente dell’assistenza e della difesa di indagati ed imputati. Partecipa inoltre a processi su tutto il territorio nazionale.

Dopo un corso di studi universitari completamente focalizzato nell’ambito del diritto l’Avv. Tabarracci ha conseguito la laurea triennale in scienze giuridiche con tesi in criminologia e successivamente la laurea specialistica in giurisprudenza discutendo una tesi in ambito penale.

Ha partecipato a corsi e seminari di aggiornamento nell’ambito penale nonché un master all’estero completando così la sua formazione, ha maturato una grande esperienza lavorando in studi importanti presso i quali ha seguito processi di primaria importanza, partecipando sotto ogni profilo all’attività dello studio.

L’Avv. Tabarracci è in grado di fornire assistenza per ogni procedimento poiché iscritta alle lista delle difese di ufficio, del gratuito patrocinio ed è abilitata ad esercitare anche innanzi al Tribunale per i Minorenni.

Grazie all’intervista concessa potremmo comprendere meglio come si è svolto il processo e le dinamiche che hanno caratterizzato il comportamento di tutti i soggetti coinvolti.

avvocato arianna tabarracci
Arianna Tabarracci, legale di Patrizia Carotti

L’intervista


Come si è svolto il processo: chi sono gli imputati?

Il processo si è svolto innanzi al GIP di Firenze, Dott.ssa Zatini, a carico di tre imputati: Zocchi Annalisa, assolta in quanto la perizia disposta dal giudice ha stabilito il vizio totale di mente e ricoverata, ormai da tempo, in una struttura per gravi motivi di salute; Ricci Terzilio che ha concorso con Ricci Massimo alla commissione di diversi reati, ha revocato l’istanza di patteggiamento presentata all’udienza di Giugno scegliendo il rito ordinario, e Ricci Massimo, ex cognato della vittima, colui che è stato il soggetto principale delle violenze, attualmente detenuto a Sollicciano per altre cause, che è stato condannato ad anni nove e mesi sei con rito abbreviato oltre al pagamento delle spese.

Nello specifico che tipo di atteggiamento è stato assunto nei confronti della vittima da parte del Pm, del Giudice e dell’imputato?

Debbo rilevare che il Ricci è apparso, sin dalla prima udienza, aggressivo e minaccioso. Sembrava voler ostacolare il processo, subissando il GIP di lettere scritte dal carcere. In Tribunale interrompeva continuamente l’udienza con spontanee dichiarazioni.

Il PM, Dott.ssa Beatrice Giunti, che ringrazio per l’indagine svolta con professionalità e accuratezza, si è dimostrata da sempre, anche nel corso delle indagini, vicina alla persona offesa, Patrizia, e sempre si è interessata alle sue condizioni. Il Giudice per le indagini preliminari, infine, ha svolto il suo ruolo con la massima professionalità ed imparzialità.

Quali sono stati realmente i reati contestati?

I reati contestati sono molteplici: sequestro di persona, stato di incapacità procurato, lesione personale aggravata, violenza privata, violenza sessuale, rapina, falsità di atti pubblici, circonvenzione di persone incapaci, furto.

Perché alla fine è stato condannato a 9 anni?

L’imputato è stato condannato a 9 anni e sei mesi per la scelta del rito abbreviato, che prevede l’applicazione di un terzo della pena. Lo stesso è stato assolto da due capi imputazione, ossia del reato di furto e falso.

Sono state concesse attenuanti?

Non è stata concessa alcuna attenuante. Non avrebbe, inoltre, potuto ottenerle poiché pluri-recidivo

Pensate di ricorrere in Appello?

Dovrò attendere e leggere le motivazioni della sentenza, che il GIP depositerà nel termine di 90 giorni. Sono comunque soddisfatta della provvisionale, cfr. si tratta della condanna al pagamento anticipato del denaro che si presume inferiore a quella che successivamente potrà essere liquidata. In favore di Patrizia, infatti, è stata liquidata la somma pari a 50mila euro: alla luce delle poco floride condizioni economiche di Patrizia, riscuotere la provvisionale esecutiva di 50mila euro sarebbe fantastico. Il sig Ricci alla fine percepisce uno stipendio!

Come è stato il percorso di preparazione con Patrizia?

Patrizia, fin da subito, malgrado fosse molto spaventata, ha mostrato una forte determinazione a partecipare al processo finalizzato ad ottenere la punizione del suo aguzzino. Si è sempre presentata alle udienze mantenendo la calma, è stata molto supportata dal figlio, spesso mi telefona, chiede ed io cerco di sollevarla. Ascolto anche i suoi problemi e le sue parole, è una persona molto riservata.

Cosa lo ha caratterizzato questo percorso?

Sicuramente l’attenzione dei mass media che l’hanno aiutata, sia economicamente sia dando pubblico risalto alla sua storia. Ad oggi la violenza sulle donne, è un annoso, grave e sentito problema anche nel nostro Paese. Abusi, stupri, violenze psicologiche, fisiche, matrimoni forzati, mutilazioni genitali , e molte altre sottili, ma evidenti, forme di sopruso ai danni di donne e bambine tradite spesso da chi, impropriamente, in nome dell’amore, delle tradizioni, della religione, della cultura, lede la loro dignità violandone il corpo. Ambienti domestici, come nel caso di Pontassieve, e di vita quotidiana possono divenire prigioni. Questo tipo di violenza è ampiamente sottostimato in quanto sono poche le donne che trovano il coraggio di denunciare i propri partner o familiari violenti sia per vergogna che per mancanza di mezzi economici.

Inoltre solo per una percentuale scarsa dei casi denunciati si aprono procedimenti giudiziari e solo in casi ancora più limitati i processi si chiudono con una condanna dei colpevoli, mentre sono ancora numerosi i Paesi che non hanno una legge sulla violenza domestica.

Cosa prova una donna avvocato nel difendere una donna vittima di violenza?

Grande soddisfazione per la mia cliente, che dovrebbe essere un esempio per tutte le donne. Ad oggi è importante denunciare qualsiasi comportamento inadeguato.

Qual è stata la reazione di Patrizia innanzi alla lettura della sentenza?

Piangeva, ed avrebbe voluto una condanna più aspra. Il suo timore è che possa uscire con qualche beneficio.

Quanto incide l’opinione pubblica in un procedimento avente ad oggetto la violenza sulle donne?

Riguardo l’opinione pubblica questi processi sono per la collettività “sentiti”. Sinceramente non credo che i giudici ne siano influenzati, come erroneamente si pensa, o almeno non lo sono stati in questo caso.

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Non faccio l'Avvocato ma lo sono. Calabra di nascita e "fiorentina" per adozione.

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