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CORONAVIRUS. Diario di un redattore in quarantena -Giorno 47-


Quarantasettesimo giorno di quarantena.

Parenti Serpenti.

Prendo spunto dall’iconico film del compianto Mario Monicelli per parlare di un argomento complicato che sta facendo alterare le cancellerie europee e fa gracchiare gli avvoltoi: il MES.

Partiamo per gradi.

In queste ore gli esponenti di minoranza gridano a gran voce che il governo italiano abbia firmato il Meccanismo Europeo di Stabilità gridando all’alto tradimento patrio. Nulla di più falso. Oggi, 10 Aprile 2020, il nostro primo ministro non ha posto alcuna firma su alcun trattato! Ci terrei a sottolineare che per quanto possa essere buffa come cosa, l’Italia è una Repubblica parlamentare, quindi se non è avvenuto alcun dibattito parlamentare nulla è stato fatto. Si procede a velocità tartaruga su un mondo globalizzato che è una Montagna Russa. Sarà disfunzionale, ma è un comportamento sacrosantamente democratico che tutela gli ultimi e concede riflessioni dei più. Quindi evitiamo di dar corda a quel gruppo di avvoltoi che si augura la tragica morte naturale dell’Italia per poter, in seconda battuta, banchettare sulla carcassa putrescente e fare il comodo loro.

Ma cos’è il MES?

Il Meccanismo europeo di stabilità (MES), per gli amici chiamato Fondo salva-Stati, è un’organizzazione internazionale a carattere regionale nata come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria dei paesi che hanno aderito all’Euro. Questa organizzazione, di cui alcuni stati hanno già usufruito (Irlanda , Portogallo e Cipro) , ha un consiglio di amministrazione ove ogni stato membro ha un suo rappresentante. La Germania, prima di accedervi ha dovuto ratificare in parlamento la costituzionalità di questo “mega salvadanaio comune” . Si è resa necessaria la sua nascita a causa della crisi economica del 2008 che stava portando al fallimento diverse nazioni della Comunità europea.

Attualmente Germania ed Olanda vorrebbero che Italia e Spagna prendessero i soldi dal MES per evitare il collasso economico.

Ma perchè ci fa tanta paura?

Chiedere soldi in prestito ti espone a rischi futuri qualora la situazione si aggravasse. Abbiamo assistito al fallimento della Grecia che, avendo avuto una enorme crisi, ha dovuto svendere il proprio demanio pubblico.

Bisogna capire che nessuno dà niente per niente.

Cerco di spiegarlo nel più semplice modo possibile, come una storiella per bambini.

Ci sono tre Fratelli: Italo, Germano e Franco. Questi tre fratelli si vogliono molto bene. Ognuno di loro ha studiato ed è diventato quello che voleva. Germano costruisce macchine, Franco è muratore e Italo è falegname. Accadde che Italo cadde e si ruppe entrambe le mani. Non potendo più lavorare e non potendo sfamare moglie e figli, Italo chiese un aiuto a Franco e Germano. Negli anni i tre fratelli avevano messo da parte diversi soldi insieme proprio per paura di qualche imprevisto. Si erano detti che però quei soldi dovevano essere sempre fruibili da tutti e tre e chi ne abrebbe preso una somma doveva comunque restituirli appena la crisi fosse finita. Accadde però che Italo aveva costruito la casa in un territorio franoso. Anche la casa della famiglia di Italo andò in rovina. Italo chiese ai fratelli di poter disporre di altri soldi nonostante non avesse restituito quelli presi a causa del suo impedimento lavorativo. Germano e Franco gli dissero allora che poteva prenderli, ma che avrebbe dovuto intestare la casa nuova ai loro figli. Italo quindi ricostruì casa sapendo già che la proprietà di quella era dei figli di Germano e Franco. Lo sfortunato Italo, purtroppo si ammalò nuovamente e chiese ai fratelli di nuovo del denaro. Germano e Franco non si tirarono indietro ma a quel punto pretesero che da allora in avanti Italo avrebbe dovuto costruir loro gratuitamente mobili.

E così fece Italo. Qualche anno dopo ad Italo cadde una tegola in testa e per una settimana non poté lavorare, accadde dunque che i due fratelli gli proposero di prendere altri soldi dal loro fondo a patto che loro potessero usufruire dei servigi quotidiani di tutti gli altri membri della famiglia, del gatto e del pesciolino rosso.

Italo non ebbe via di scampo e così fece, indebitando sé stesso e la sua famiglia ed il suo futuro per sempre.

Questa storiella bislacca potrebbe semplificare al massimo il funzionamento del MES che, come ratificato ad oggi, funzionerebbe più o meno come la storia dei tre fratelli.

Fortunatamente ancora nessuno ha posto firme e destini nazionali da nessuna parte. Si parla ancora solo di ipotesi. Quindi smettiamola di parlare di tradimenti della patria. Almeno non ancora.

Il problema di fondo dei nostri politici è non aver colto la causa di tutto questo e soprattutto continuare a voler modificare solo gli effetti.

L’unione europea è nata in un confino fascista. La carta di Ventotene è l’idea di una Europa Unita come una unica entità. Quei filosofi e visionari, ostracizzati sull’isola laziale, avrebbero voluto il configurarsi di una terra unica, piena di lingue, dove ogni cittadino fosse trattato allo stesso modo ad ogni latitudine. Un posto privo di confini dove tutti potessero sentirsi figli di un unica famiglia.

Questo è avvenuto solo in parte. Come tutte le idee geniali, ahimè, anche quella concepita a Ventotene ha dovuto subire modifiche da fattori esterni configuratesi nel secondo dopoguerra : la fame e la paura del risorgere di una nuova super nazione tra Stati Uniti d’America e Urss. Infatti le due super nazioni di allora corsero ai ripari come poterono. La Russia fece diventare satelliti gli stati più vicini ai propri confini. Gli Stati Uniti, non confinando con alcuna nazione, decisero di elargire fondi “Piano Marshall”, non a fondo perduto, ad ogni singola nazione accaparrandosi sudditanza economica e sociale da quelle popolazioni a cui diedero miliardi di dollari per la ricostruzione.

Quel bell’alberello che doveva essere l’Europa sognata a Ventotene è cresciuta come un bonsai adattandosi al terreno misero sottostante in balia delle forze esterne.

Forse il coronavirus non è solo una sciagura. Forse, e dico forse, potrebbe trasformarsi in una nuova opportunità per ricostituire quel sogno. Per fare in modo di essere tutti una grande famiglia Europea….ma non è cosi, anzi, sembriamo proprio l’allegra famiglia come quella del film di Mario Monicelli: a quando l’esplosione?

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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