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NOMADLAND _ La celebrazione della dignità e della vita (recensione)

- 30/04/2021
NOMADLAND di Chloé Zhao


NOMADLAND di Chloé Zhao, Leone d’Oro a Venezia e vincitore di 3 premi Oscar tra cui Miglior Film, è un’opera la cui anima documentaristica indaga sulle vite nomadi di coloro che hanno scelto di ritrovare una casa sotto un cielo e sopra una terra che non sono mai gli stessi.

Fern ha perso il marito e il lavoro durante la Grande recessione. Decide di lasciare la sua città, Empire in Nevada, per attraversare gli Stati Uniti occidentali sul suo furgone. Lungo il suo viaggio conoscerà tante persone che come lei hanno scelto o per necessità si sono ritrovate a vivere da nomadi, lontano dalla società che tutti noi conosciamo.

NOMADLAND si è aggiudicato 3 premi Oscar tra cui Miglior Film, Migliore Regia e Migliore Attrice Protagonista.

Dicono che spesso le opere rivelino l’artista, indipendentemente da quale sia il soggetto della loro arte. Nel vedere NOMADLAND è certo che ci racconti qualcosa che la regista/sceneggiatrice e montatrice Chloé Zhao riconosce come intimo e familiare e degno di essere raccontato e condiviso: come un gesto di solidarietà, come una parola di conforto, come un posto attorno a un falò, come uno sguardo che trattenga un sorriso.

L’america ci viene presentata come una terra dove i confini (tra spazio umano e naturale, tra uomo e uomo, tra anime) sono prima di tutto sociali, ma dove gli spazi (naturali e dell’anima) sono illimitati, sembrano perdersi verso un orizzonte che cercheremo costantemente di abbracciare, nell’illusione (o nella consapevolezza) che questo viaggio non avrà fine, mai, se non con noi stessi.

La regista ha il coraggio e l’esperienza per affrontare questo viaggio documentando una natura tanto accogliente quanto ostile, eppure così gloriosamente meravigliosa sia nei suoi cieli pastello che nelle ferite e nella storia delle sue terre più desolate.

NOMADLAND guarda alle contraddizioni di un suolo e di un cielo che non sono mai gli stessi, ma mutano come il nostro cuore, pure restando in apparenza i medesimi di sempre. Gravano le nuvole che minacciano piogge (forse salvifiche) su delle vite che hanno scelto di trovare casa dove casa non c’è. Vite di persone che girano per il mondo sui loro van o i loro furgoni scassati; che hanno imparato loro malgrado ad abbracciare le tempeste e ascoltare il rumore del vento e dei mari agitati che sono riflesso dei loro animi tormentati. Persone che hanno fatto pace col mondo e con loro stessi e che vivono nella precaria bellezza di un viaggio che non ha destinazione, se non quella che ci accomuna noi tutti.

Frances McDormand ha ottenuto il suo terzo Premio Oscar come Miglior Attrice Protagonista grazie al suo ruolo nel film NOMADLAND di Chloé Zhao

Tra tante vite e storie (vere) primeggia lo sguardo fiero e stanco, ma altrettanto testardo e vivace di una delle attrici più importanti del nostro secolo.
Frances Mcdomand era forse la sola e unica attrice che potesse portarci per mano in questo viaggio attraverso la vita.
Il suo volto sincero, senza trucco, sotto dei capelli costantemente spettinati dal vento, sono i soli che possono rivelare nelle sue rughe e nei suoi lineamenti quella stessa severità e sincerità della Natura.

Per certi aspetti Fern può apparirci come una donna che ha scelto di chiudere per sempre col proprio passato per sopravvivere (a se stessa, alla solitudine, alla miseria) , raggelando il cuore, scostandosi da quelle abitudini e quelle regole del buon vivere; ma è più che questo. Fern è una donna che prima di tutto ha scelto di resistere e di esistere nonostante tutto. Una donna che ha scelto di non permettere che la società possa ingabbiarla nel ruolo della vedova, della non madre, della fallita. Fern ha scelto di vivere nella vita, attraverso di essa.

Le splendide musiche di Ludovico Einaudi accolgono e incorniciano questi imperiosi spazi della natura e dell’animo per farli diventare ora lamento e ora canto di una vita e di un viaggio che può ammettere soste, ma che non può avere una sola e univoca destinazione. Perché le destinazioni sono tante, come tante sono le persone che incroceremo sul nostro cammino.

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Ossessionato dal trovare delle costanti nelle incostanze degli intenti di noi esseri umani, quando non mi trovo a contemplare le stelle, mi piace perdermi dentro a un film o a una canzone.

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