Sessantaquattresimo giorno di quarantena.
Le Congiunzioni di quello che manca.
Ieri sera il Premier Giuseppe Conte ha annunciato la famigerata “Fase 2”.
Andando a spulciare il decreto ci si rende subito conto che i cambiamenti con la Fase 1 sono pochi e pallidi.
Proprio come le versioni rimasterizzate dei dischi di Madonna, non cambierà quasi nulla.
E cosa credevamo? Non è passata alcuna Fatina antivirus a scongiurare la pestilenziale parentesi italiana.
Ovviamente ci sono tematiche controverse nel decreto. In effetti ogni qualvolta il Governo applica misure per arrestare i contagi dal coronavirus appaiono stonature o controsensi.
Il più grande in assoluto è quello che riguarda i “congiunti”.
Per un attimo ho sussultato pensando che si riferisse al paesino nei pressi di Pescara: Congiunti appunto.
No, si tratta proprio della possibilità di poter incontrare quelle persone con cui si ha in comune un legame di sangue.
Ecco, questa indicazione sarebbe stata assolutamente opportuna nell’Italia degli anni ’50, quella fatta di Famiglie Tradizionali tanto care agli Adinolfi qualunque. Quei luoghi sociali di antica memoria che solo 20 anni dopo hanno modificato la loro forma.
Il Governo non ha tenuto conto delle molteplici variazioni dei «congiunti».
Questo genererà assoluta confusione per le famiglie allargate o per quelle arcobaleno che attualmente NON SONO ANCORA RICONOSCIUTE. Inoltre affosserà la psiche di chi non ha famiglia rinnovando l’orrenda consapevolezza della solitudine.
Questo decreto non tiene conto degli affetti, ma solo dei contratti.
Ma in effetti come si riuscirebbe a stabilire quale sia il legame tra le persone se non attraverso i documenti?
Sarebbe stato più opportuno procrastinare a data da destinarsi il ricongiungimento familiare!
Quantomeno non avrebbe creato malumori di alcuni: mal comune mezzo gaudio.
Nel frattempo la Ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia, Elena Bonetti, è muta nei Palazzi Romani…. almeno un tweet per lavarsi la faccia avrebbe potuto farlo.
E nel mentre l’Italia intera si indigna e riflette sul concetto nazionale che riguarda gli affetti, come un’eco dal passato la CEI tuona: nella fase due viene meno il diritto alla libertà di culto.
In realtà nessuno sta impedendo i culti dei credenti!
Non prendiamoci per il culto…. per favore!
Probabilmente i Vescovi Italiani non hanno letto adeguatamente Manzoni. La propagazione delle malattie è più facile che avvenga tra le navate di una chiesa che non in casa. Poi come gestirebbero il distanziamento sociale, la sanificazione dei banchi e il rito eucaristico?
Se, oltre la polemica, avessero studiato un piano di “sanificazione perpetua” avrebbero avuto i margini per poter criticare il decreto!
È invece lampante che la CEI si stia occupando di un’altra tematica parallela: la recessione globale dei cestini!
La Conferenza Episcopale Italiana evidentemente non sta pensando al gregge di pecorelle che in questo momento è totalmente smarrito…. la reale preoccupazione è che non potranno mungere gli ovini credenti.
Sarebbe stato più cristiano pontificare l’assenza al diritto universale dell’infanzia.
L’Italia si sta dimenticando dei Bambini anche nella fase due.
Scuole chiuse. Relazioni sociali da monache di clausura del deserto del Gobi. Assenza di vita all’aria aperta. Insomma la cattività dei gorilla negli zoo.
In altre nazioni i Governi si sono più volte premurati di spiegare ufficialmente ai bambini quello che stiamo vivendo in tutto il mondo. In Italia li piazziamo su Boing h 24….
Non lamentiamoci se un domani ci parcheggeranno in una RSA: non siamo ancora in grado di poter garantire una infanzia istituzionalmente felice.
Gli Italiani del Futuro però si ricorderanno della pandemia indelebilmente e sono convinto che non ci giudicheranno affatto bene!