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CORONAVIRUS. Diario di un redattore in quarantena -Giorno 66-


Sessantaseiesimo giorno di quarantena.

Di kimoni e disabilità.

Questa notte ho sognato di camminare affannosamente e di essere vestito con un kimono.

Nulla di eccezionale nel sogno se non questa sfumatura orientale.

Dopo aver fatto colazione con il solito caffè e un pezzo di torta, ho aperto il cellulare disturbato dai “drin” di notifica di Facebook.

Scorrendo la sezione notizie mi sono reso conto del quantitativo di pubblicità di siti d’abbigliamento tradizionale giapponese.

Con mio sommo stupore ho sussultato pensando immediatamente che, come nei migliori romanzi distopici, l’intelligenza artificiale del mio smartphone avesse potuto “osservare” il mio sogno. In effetti quel parallelepipedo nero ha tutti i miei dati: impronta digitale, dati della banca, indirizzo, riconoscimento facciale e vocale. Stupito e un po’ irritato per un attimo ho creduto realmente che il mio dispositivo avesse spiato il mio sogno ed avesse ispirato i banner pubblicitari. Fortunatamente mio cugino Orlando mi ha illuminato dicendomi che probabilmente il cellulare aveva ascoltato una nostra discussione da tavolo di qualche giorno prima. Avevamo parlato della fioritura dei ciliegi in Giappone. Probabilmente l’assistente google ha effettivamente ascoltato la discussione. Il mio cervello ha immagazzinato le informazioni pour parler di quella chiacchierata e solo ieri sera le ho risognate.

Il dominio tecnologico è entrato prepotentemente nella mia vita. Ed io non me ne sono assolutamente reso conto.

Tornando a parlare di cose serie, oggi mi sono rimesso a spulciare il decreto sulla Fase 2.

Effettivamente quel documento è perfettibile.

Ha delle lacune spaventose.

E non mi riferisco alle campagne promosse da organismi partitici o clericali.

L’Italia intera, compresi quelli che in questo momento stanno battendo il pugno sul tavolo per riaprire luoghi di culto o esercizi commerciali, ha dimenticato il mondo dei disabili.

Con la nazione in lockdown tutti i servizi relativi a persone che hanno un handicap sono venuti meno.

Quelli sì che sono servizi indispensabili!

Quella piccola Italia fatta di persone che vivono costantemente una tipologia di vita diversa sono state messe totalmente nel dimenticatoio. Ad esempio dopo una muscolare richiesta ai mass media, i decreti e gli interventi parlamentari sono stati tradotti simultaneamente in LIS… e pensare che in LIS avevamo visti tradotti Bugo e Morgan a Sanremo…. nessuno ci aveva pensato prima dei reclami di privati cittadini.

Non essendoci più servizi e centri che si occupino costantemente di questi cittadini, inevitabilmente l’enorme carico è ricaduto sulle famiglie. Lo Stato non ha previsto alcuna misura per sostenere questo “bagaglio” enorme.

Immaginate ora quanto sia complesso raggiungere queste persone da remoto. Immaginate con quale enorme difficoltà queste persone possono continuare a vivere la loro vita che è già speciale di suo.

Mi piacerebbe interrogare le Ministre Azzolina e Bonetti (Istruzione e Pari Opportunità) su quali azioni concrete il nostro stato sta portando a quella marea di alunni che hanno una diversa abilità.

Siamo riusciti a garantire i loro diritti costituzionali?

Non credo proprio…. non eravamo assolutamente capaci di garantirli neanche prima della pandemia…

Se una Democrazia è funzionale, il metro di giudizio passa proprio dalla rilevazione di “cura” e sostegno proprio a questa fascia della popolazione.

Andando ad indagare cosa accade nelle nazioni “vicine di casa” la situazione è diametralmente opposta. Penso alla Spagna che nel piano di lockdown è partita proprio dalle esigenze di questi “ultimi” per poi pensare al resto della popolazione. In Svizzera, addirittura, è stata garantita l’assistenza sessuale per gli adulti disabili.

È proprio vero che siamo decenni indietro sulla tematica dei Diritti Umani.

Ho avuto modo di sentire nei mesi scorsi ex colleghe e colleghi di “sostegno”. Tutti concordano che non hanno efficaci strumenti per poter garantire l’istruzione agli studenti con diversa abilità o handicap.

Allo stesso modo miei conoscenti educatori o terapisti hanno sollevato lo stesso problema.

La trascuratezza e l’assenza della comunità segnerà indelebilmente queste persone che non avranno canali per poter rivendicare questa mancanza.

Mi chiedo, inoltre, quanto terribile sia per le famiglie che stanno vivendo questa realtà da sempre vedere con quanta recrudescenza ci siano esponenti di partiti politici e istituzioni religiose che pensano solo al proprio tornaconto elettorale e di potere nelle comunità.

Si stanno mobilitando violentemente per la riapertura di servizi non essenziali e la celebrazione liturgica e nessuno di loro ha preso in mano un megafono per denunciare questa enorme problematica che dovrebbe mortificare tutti.

Probabilmente è più necessaria una acconciatura per andare a messa la domenica…. poi la gente che direbbe?… MAI SIA!!!!!!

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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