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“I stand with her”, le Nazioni Unite promuovono la parità di genere per l’8 marzo

- 07/03/2020


Nel settembre 1995 si è tenuta a Pechino la IV conferenza Mondiale delle donne, in cui i movimenti di tutto il mondo hanno affermato la propria pretesa di “guardare il mondo con occhi di donna” e hanno proclamato che “i diritti delle donne sono diritti umani“.

La conferenza di Pechino è stata la quarta conferenza mondiale sulle donne organizzate dalle Nazioni Unite, ed ha rappresentato la conclusione di un lungo processo preparatorio, internazionale e regionale.

Cosa è cambiato per le donne negli ultimi 25 anni dalla Conferenza mondiale di Pechino?

Alla conferenza gli attivisti si sono mobilitati, con uno sforzo senza precedenti, per stabilire una tabella di marcia per ottenere la parità di genere.

pechino conferenza donne
Un’immagine della IV Conferenza sulle donne di Pechino

I paesi hanno seguito la Dichiarazione e il Programma d’azione della conferenza promulgando leggi innovative e raggiungendo nuovi standard per promuovere i diritti delle donne.

Il mondo ha quasi raggiunto la parità di genere nella salute e nell’istruzione, la mortalità materna in tutto il mondo è diminuita drasticamente e in molte professioni, un tempo precluse alle donne, le stesse ora ricoprono posizioni di rilievo.

Questioni che una volta erano considerate “private” , come la violenza domestica o “normali” come la violenza sessuale nei conflitti e le molestie sessuali sul posto di lavoro, hanno finalmente avuto vasta risonanza pubblica e un’adeguata legiferazione in materia.

Nonostante cambiamenti significativi e progressi enormi, però, da allora permangono gravi lacune tali da non far abbassare la guardia sulla lotta all’uguaglianza di genere.

La lotta per l’uguaglianza delle donne continua

L’umanità avrà bisogno di 108 anni per colmare il divario generale di genere, e se si seguirà la tendenza attuale, occorreranno 202 anni per colmare il divario nella retribuzione.

In tutto il mondo solo il 24% dei parlamentari sono donne; le donne posseggono meno del 20% delle proprietà della terra; per 2,7 miliardi di donne è legalmente vietato avere la stessa scelta di lavoro degli uomini; le donne impiegano più del 75% del proprio tempo “lavorativamente utile” in lavori domestici non retribuiti.

Come dimostrato dal movimento #MeToo, le molestie sessuali sul luogo di lavoro dilagano in ogni angolo del mondo. La violenza sessuale contro donne e ragazze continua ad essere usata come arma di guerra in situazioni di conflitto. Circa 650 milioni di ragazze e donne in vita oggi sono state sposate prima del loro 18° compleanno. Il 35% delle donne ha subito violenza da partner o violenza sessuale da parte di un non partner.

Nella Giornata internazionale della donna, i diritti umani delle Nazioni Unite guardano indietro e riflettono sui progressi fatti, sulle continue sfide.

#IStandWithHer

Al centro della discriminazione di genere ci sono credenze ed opinioni sui ruoli e sulle caratteristiche delle donne, ed anche norme sociali che contrappongono la femminilità alla mascolinità.

Tali opinioni e credenze sono profondamente radicate e servono a perpetrare l’esclusione e l’oppressione.

Sfidarle, rendendole pubbliche, è il primo passo per costruire una società in cui i diritti delle donne e delle ragazze ed i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI) siano pienamente rispettati.

Questo è il motivo per cui l’edizione 2020 della campagna “I Stand with Her” promossa dalle Nazioni Unite per i diritti umani, si concentrerà sui “documenti” relativi alla parità di genere, sulle questioni che riguardano le donne e le persone LGBTI.

La campagna si adopererà per mostrare e, soprattutto, sfidare il pregiudizio radicato nelle culture e società del mondo: nei libri di storia, che trascurano i contributi delle donne; nelle informazioni disponibili online, che spesso ritraggono le donne in modi stereotipati o, peggio, diffondono idee sessiste; nei media, dove le donne continuano ad essere incolpate della violenza subita, dove la violenza è sminuita e viene negata la capacità della donna di prendere decisioni proprie.

In collaborazione con la Wikimedia Foundation, la campagna mirerà anche a modificare e creare nuovi contenuti che promuovano l’uguaglianza di genere su Wikipedia.

#changethestory / Cambiamo la storia

Le Nazioni Unite mirano alla modifica ed alla creazione di nuovi contenuti sulle donne, in difesa dei diritti umani e della parità di genere.

Modificare ciò che oggi è accessibile nei libri, nei media e nei social, è essenziale.

La campagna #IStandWithHer farà luce proprio sui documenti oggi disponibili ritenuti dannosi per i diritti delle donne, delle ragazze e della comunità LGBTI evidenziandoli con l’hashtag #changethestory.

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Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire. Ligure esportato al sud in bilico tra filantropia e misantropia

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