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Fondazione Falcone: proposta riforma ergastolo ostativo

- 25/10/2021


Lo scorso aprile, l’ergastolo ostativo veniva dichiarato incostituzionale dalla Consulta, in quanto in contrasto con la Costituzione italiana e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Dopo mesi di lavoro, la Fondazione Giovanni Falcone ha presentato la sua proposta di riforma, discussa alla Camera in questi giorni.

La proposta della Fondazione Falcone

Ad aprile scorso la Consulta invitava il legislatore a provvedere a una riforma entro maggio del 2022 e, in questi giorni, la Commissione Giustizia alla Camera ha iniziato a discutere sulle varie proposte ricevute.

La riforma predisposta dalla Fondazione Falcone per riscrivere l’articolo 4-bis dell’ordinamento penitenziario pone al centro la possibilità di accesso alla libertà vigilata, al “contributo per la realizzazione del diritto alla verità spettante alle vittime, ai loro familiari e all’intera collettività sui fatti che costituiscono gravi violazioni dei diritti fondamentali“.

Con questa nostra proposta – spiega Maria Falcone, sorella del giudice assassinato il 23 maggio 1992 – intendiamo dare il nostro apporto a un tema per noi di importanza fondamentale. I benefici potranno essere concessi ai detenuti o internati, anche in assenza di collaborazione con la giustizia, purché sia fornita la prova dell’assenza di collegamenti attuali del condannato o dell’internato con la criminalità organizzata, terroristica o eversiva, e dell’assenza del pericolo di ripristino dei medesimi e sempre che il giudice di sorveglianza accerti, altresì, l’effettivo ravvedimento dell’interessato, desunto dalla sua valutazione critica della sua precedente condotta, dalle sue iniziative a favore delle vittime, sia nelle forme risarcitorie che in quelle della giustizia riparativa“.

Salvare l'ergastolo ostativo. La Fondazione Falcone in trincea

I Firmatari della proposta

Il documento presentato dalla Fondazione è stato elaborato da due firme importanti: Antonio Balsamo e Fabio Fiorentin.

Balsamo, giurista e presidente del tribunale di Palermo, in questi mesi è impegnato nella fase preparatoria del Meccanismo di Revisione della Convenzione ONU di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale.

È stato Presidente della Corte di Assise di Caltanissetta, dal 2011 al 2018, quando è stato definito in primo grado il nuovo processo sulla Strage di Capaci e quello di Via D’Amelio, in cui sono state confermate le collusioni tra Cosa Nostra, politica e altri poteri esterni, oltre all’attività di depistaggio portata avanti per decenni da soggetti operanti in strutture statali. Fabio Fiorentin, in magistratura dal 1996, è attualmente magistrato presso il Tribunale di sorveglianza di Venezia Torino, esperto in materia di ordinamento penitenziario.

La speranza per tutti è quella che, a prescindere dalla proposta scelta, si arrivi ad una riforma funzionale e funzionante senza indebolire la lotta alle mafie e cancellare tutti i passi avanti fatti da trent’anni a questa parte.

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