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BEARITY POSTA: Delle coppie aperte e di altri spauracchi

Se volete partecipare alla nostra posta del cuore, per confessare i vostri segreti più nascosti, anche in forma anonima, o semplicemente per chiederci consigli, l’indirizzo di posta a cui fare riferimento è redazionebearslicious@gmail.com Il nostro Michelangelo è a vostra disposizione per fare chiarezza sui vostri sentimenti, accogliere le vostre rivelazioni o semplicemente leggere i vostri punti di vista sul mondo. Scriveteci!


“Ciao Michi, sono Lxxxxxx ti scrivo perché voglio chiederti un parere sulle cd “coppie aperte”. Conosco molte coppie che oggi trovano normale condividere la propria intimità con terze persone, salvo poi scindere l’intimità dal sentimento vero e proprio. Io la vedo una cosa un po’ lontana da me perché a mio avviso me non c’è nulla di più eccitante di concedersi a una sola persona, il proprio partner. Tu cosa ne pensi?”

Bentrovato caro Lxxxxxx, abbiamo scelto ‘na cosina semplice semplice da discutere sta settimana , eh?!

Diciamo è un argomento che mette facilmente in disaccordo la gente. Una delle cose che trovo più disarmanti è la superficialità con cui si liquida la questione: “sono coppie di serie B” è certo che uno dei due abbia un’insoddisfazione; non vi è sentimento; sono traditori sotto la luce del sole”. È chiaro che ci ritroviamo davanti ad un problema quando la ricerca dell’appagamento diventa un disvalore.

La sessualità nella nostra società è qualcosa di cui non si deve parlare, oppure si affronta in maniera volgare o viene ridicolizzata. Se ci riflettiamo un momento, cos’è il sesso se non piacere, scoperta, desiderio, condivisione? Chi ha deliberato che lo si debba fare solo col proprio compagno/a? Cosa toglie ad una coppia stabile andare con altri? Permane ancora qualcosa di peccaminoso nel comunicare al mondo che stiamo godendo e che poi lo stiamo facendo pur avendo una relazione in atto, è proprio un affronto alla decenza!

Voler aggiungere al ménage della coppia degli “estranei”, spoglia questi legami di riconoscimento e qualità positive. È quasi una scomunica: chiunque si sente legittimato a dire che il tuo rapporto è ridicolo, che non valete come gli altri, che non produce bellezza essendo sprovvisto di valori socialmente approvati. Bisognerebbe piuttosto iniziare a porsi domande, che di risposte ce ne siamo date anche troppe! Davvero possiamo descrivere l’amore utilizzando parametri univoci e inequivocabili?

Tu mi parli, caro Lxxxxxx, di coppie che oggi trovano normale condividere la propria intimità con altri: e proprio su quel “trovano normale” mi voglio soffermare. La normalità sta nel far combaciare le nostre aspirazioni, le nostre inclinazioni, con il mondo reale; in maniera sempre rispettosa dell’altro nel lasciargli spazio d’azione, ma congrua per noi e aderente ai nostri valori. C’è gente che ama giocare col partner utilizzando sex toys, altri che amano vie più tradizionali, altri ancora che trovano eccitante portare qualcun altro nel rapporto e poi ci sono quelli che si lasciano opportunità di incontri, bandendo la gelosia, in un accordo di fiducia ed onestà. Con questo non voglio dire che tutti quelli che aderiscono alla copia aperta siano onesti e che al contrario i monogami siano ipocriti. Voglio dare dignità a un modello di relazione che non toglie nulla né a sé stesso né agli altri, che ha pari dignità rispetto alle coppie monogame. Chi aderisce a questo modello ha gli stessi sentimenti che abbiamo io e te, a differenza di molti nega nel suo mondo la gelosia ed è portato ad esecrare il senso di proprietà sul partner che purtroppo sappiamo pervadere la nostra cultura.

È abolito il tradimento e tutte le ripercussioni che un tale atteggiamento porta con sé: rimorso, rancore, svilimento personale. Non occorre nascondersi o raccontare bugie, c’è un altro tipo di complicità e intimità. E questo è un altro punto, a parer mio, focale. Come possiamo certificare il grado di intimità che attiene ad ognuno di noi? Spesso tendiamo, per cultura radicata, a riconoscerla solo se accompagnata a pudore ed esclusività. Sforziamoci di immaginare invece che non debba essere necessariamente essere così. E se pensassimo all’intimità come ad un valore che ogni coppia realizza in modo unico e soggettivo? Nello spazio sicuro di una relazione esclusiva, così come nel coraggio di raccontarsi e di ascoltare le esperienze “esterne” di una coppia aperta, non troviamo forse lo stesso grado di complicità, fiducia e premura verso l’altro che tutti riconosciamo come intimità? Bada bene, non faccio apologia di questo rapporto! Mi preme far comprendere che dietro le relazioni ci sono persone e non peccati da condannare. Che ogni coppia abbia dunque la libertà di costruire la propria intimità. Sentiamo spesso ribadire che ognuno di noi è unico ed irripetibile. Allora perché mai le relazioni dovrebbero seguire delle leggi immutabili e valide per tutti? Forse sto esagerando con le domande retoriche, ma mi preme sottolineare come io volontà di sollevare dubbi più che quella di dare risposte.

Tu mi dici che a tuo avviso non c’è nulla di più eccitante che concedersi al proprio amato/a, ma qualcun altro potrebbe dirti che trova eccitante guardarsi negli occhi mentre ci si sollazza con un terzo, altri ancora che nulla è più stimolante che la situazione di flirtare con un altro/a.

Vedi, è tutto talmente soggettivo, che estrapolarne regole e dettami non ci aiuta certo a farci sentire più accolti e in pace con gli altri. Sappiamo tutti quanto sia facile sentirsi terrorizzati dall’idea che il mondo non possieda un unico algoritmo che definisca le relazioni, ma bisognerebbe parlare di ciò che ci piace senza bisogno di attaccare le scelte altrui (non mi riferisco a te), che poi vai mai a saperlo cosa ha in serbo per te la Vita! Alla fine, ciò che conta davvero, è che di universale ci sia solo il nostro desiderio di prenderci cura della persona che amiamo.

Personalmente, nessuna delle relazioni che ho avuto si somigliava, ognuna mi ha portato gradi di intimità, complicità e confidenza diverse. La novità con Mr Dee è l’onestà di dirsi in quale località emotiva si stia soggiornando, e rendendoci partecipi del cambiamento che inevitabilmente ci investe. Vivere poi in un mondo senza più gelosie, senza rimbrotti, senza confini, non ha prezzo.

Michelangelo

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Nato a Enna il 27/06/1977, ho studiato Scienze del Servizio Sociale alla facoltà di Scienze Politiche, non conseguendo la laurea. Ho lavorato come educatore presso strutture di neuropsichiatria infantile, e ad oggi  lavoro in ambito ferroviario. Amo dipingere,creare con diversi materiali, leggere i movimenti sociali. vivo nella splendida Bologna da 15 anni.

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