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La Cina e la comunità Lgbt: su Weibo è scandalo

- 23/09/2021
Cina


Aihong zuqun, ovvero «comunità arcobaleno» in cinese.

Secondo alcune ricerche, il numero di omosessuali si aggirerebbe intorno ai 70 milioni e, nonostante il governo sia dell’idea di “non approvare, non disapprovare e non incoraggiare” le coppie gay, si scontra con la pressione che viene effettuata dal mondo social che è enorme.

In Cina si chiama Blued il social network più grande del mondo. Con i suoi 15 milioni di utenti supera il suo concorrente Grindr lanciata negli Stati Uniti nel 2009 e con soli 10 milioni di iscritti.

Ma (nome dell’ex poliziotto) è colui che dopo esser stato licenziato per aver gestito un sito per gay Danlan.org, ha creato questo Social che rappresenta il rapido percorso del movimento per i diritti degli omosessuali in Cina.

Ma non solo nel mondo Social si prova a “controllare” il mondo Lgbt, ma anche nelle Università. Informazioni su posizioni politiche, psicologiche, qualsiasi dato “rilevante” e le relazioni sociali sono tutti i dati che la Cina ha deciso di raccogliere per scovare e controllare gli studenti omosessuali nel documento dell’operazione xiaoyuan diaoyan ossia “Sondaggio di istituto”.

Siamo a Shangai, che con i suoi 60mila iscritti è una delle università più frequentate del paese. A quanto pare, nei giorni, sembra sia apparsa (e poi scomparsa) su Sina Weibo  (il Twitter cinese) una immagine di un documento che l’università ha inviato ai suoi studenti. Una direttiva avente lo scopo di cercare gli studenti gay. Secondo diverse ricerche sembrerebbe che sia coinvolto il ministro della pubblica sicurezza Zhao Kezhi.

Lo scopo di tutto questo? «Riportare ad una corretta attitudine nei confronti dell’amore, della sessualità e del matrimonio». Le ambizioni del presidente Xi Jinping e l’obiettivo di re-instaurare l’antica grandez-za cinese hanno poco in comune con i «costumi decadenti» occidentali chiamati libertà.

La fonte che ha riportato la notizia di questo post sul social Weibo, oltre a Twitter, è il Guardian, giornale britannico che ha chiesto un commento in merito direttamente all’università di Shangai che però non ha fornito risposte. Stranamente, a seguito della diffusione della notizia oltre a non avere risposta magicamente il post è sparito dai social.

Cina
Twitter

Già da qualche tempo in Cina è in corso la repressione della comunità Lgbt, per il momento limitata al mondo mediatico. 

Qualche tempo fa infatti, fu richiesta la chiusura di profili social legati a movimenti omosessuali e account WeChat gestiti da studenti universitari della comunità gay, proprio dallo stesso Zhao. Il quale, al momento, è sospettato di poter essere coinvolto nella circolare universitaria discriminatoria. 

Profili bloccati e cancellati senza preavviso, mossa giustificata dal governo di Pechino secondo cui alcuni account avessero «violato le norme sulla gestione degli account che offrono servizi di informazione pubblica su Internet cinese».

Questi e molti altri sono gli episodi che ad oggi fanno pensare ad una maggiore limitazione delle libertà ed una stretta  sul controllo sul rispetto dei diritti in Cina. 

Cina
Gay Pride parade during the Pride Festival MADO 2014

Per accedere all’università l’orientamento sessuale diventa una discriminante, appartenere alla comunità lgbt prevede automaticamente entrare in una lista di proscrizione.

Passi indietro rispetto al 1997 quando in Cina fu depenalizzata  l’omosessualità e nel 2001 cancellata dalla lista delle malattie mentali dalla Società Cinese di Psichiatria.

Siamo nel 2021 e nonostante ci siano state questi traguardi, oggi  la società cinese resta molto chiusa sulla diversità sessuale. La maggior parte delle persone omosessuali preferisce rimanere in incognito. Questo perché le autorità politiche, con cadenza regolare, reprimono  per le minoranze sessuali, luoghi fisici o virtuali, dove sia possibile incontrarsi e discutere. 

“È una mia decisione se fare coming out o meno, non un obbligo. Se non sono disposto a dichiarare la mia identità di genere, mi devono essere garantite le libertà di base come persona” queste le dichiarazioni di un utente su Sina Weibo.

Paura a fare coming out anche nelle famiglie perché la società cinese ancora fatica ad accettare le comunità gay., altro evento significativo, è stato l’annuncio della chiusura dello Shanghai Pride, abolendo una delle più  grandi manifestazioni dell’orgoglio gay.

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