Dopo il successo del primo film arriva un sequel che è estensione e copia del suo predecessore. Nulla di nuovo sotto l’orizzonte non fosse per la presenza della brava Maria Bakalova.
Scontata la condanna ai lavori forzati in un gulag, reo di aver ridicolizzato il proprio paese nel primo film, Borat parte negli States dal Kazakistan per portare un dono al vice di Trump: la scimmia più famosa del paese. Peccato che una volta giunto nel paese dei sogni Borat scopra che sua figlia ha deciso di seguirlo per coronare il suo sogno: diventare una nuova Melania Trump.
Sono trascorsi 14 anni dall’uscita di BORAT. E oggi Sacha Baron Cohen è diventato a suo modo una celebrity conosciuta in tutto il mondo, sopratutto in quella terra dei sogni preconfenzionati che sono gli Stati Uniti d’America.
Girare un sequel di un film che ha la pretesa di essere anche un documentario fatta di interviste e momenti rubati di realtà, può risultare impresa ardua, se non impossibile (vedi le scene in cui Cohen è perseguitato dai fans) Ecco perché in questo BORAT- SEGUITO FILM DI CINEMA il nostro protagonista diventa mago del travestimento. Seppure qualche perplessità resta sulla veridicità di certi momenti che tali vorrebbero essere.
Per il resto il film mockumentary non presenta grandi novità e forse ci si aspettava di più (o forse anche meno) da questo sequel che è un collage di tante situazioni al limite del paradossale o che lascia esterrefatti davanti a certe dichiarazioni rilasciate dagli ignari intervistati.
Sono messe alla gogna istituzioni e tradizioni, politici e politicanti, leggi e costumi dell’occidente e dell’oriente, in un gioco divertito e cinico e surreale che ride (a denti stretti) della nostra realtà o della non logica dietro il pensare di molti.
Il metodo della candid camera funziona davvero forse nell’episodio più ambiguo e chiacchierato che ha suscitato scalpore anche prima dell’uscita del film: quello che vede protagonista la figlia di Borata intervistare Rudolph Giuliani, avvocato e consigliere di Trump. Dopo l’intervista l’ex sindaco di New York e la ragazza si spostano in camera da letto e lì avviene il fattaccio.
In questo teatro dell’assurdo in cui si ride di noi stessi e di tutte le brutture del mondo che sono sempre le stesse e che alcuni governi sostengono e approvano e rendono la norma, è evidente che c’è qualcosa che non funziona. E non è certo il film di BORAT, bensì qualcosa che riguarda noi tutti nel nostro ergerci a giudici e influencer e opinionisti di una vita che è dignitosa per pochi eletti.
E questo divario sociale è evidente anche nella sola e vera novità di questo BORAT-SEGUITO DI FILM CINEMA: la magnifica presenza di Maria Bakalova. La giovane attrice, chiamata a interpretare la figlia di Borat, rappresenta tutto quello che una donna oggi non dovrebbe essere. Lo fa con disincanto e umorismo. Ride del maschilismo imperante, si mostra ingenua e ignorante davanti a uomini e donne per ridere del patriarcato, smontandone il suo potere e il suo deplorevole fallocentrismo.
Divertente. Dissacrante. Volgare. Sopra le righe. Tutto Borat. Tutto (quasi) vero.
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