BOY ERASED guarda a una triste realtà che trova “ragione” di essere in certi estremismi religiosi e nell’ignoranza della gente che hanno messo salde radici in più parti del mondo.
Jared Eamons è un ragazzo come tanti, figlio di un pastore battista dell’Arkansas.
Nella realtà del college, lontano da casa, egli comincia a maturare una certa attrazione verso gli altri ragazzi.
In seguito a un tragico evento egli si vedrà costretto a dichiarasi alla sua famiglia.
Ecco quindi che Jared verrà prontamente spedito dai genitori al programma “Rifugio” di un centro cristiano di recupero, Love In Action, che promette di convertire qualsiasi tentazione omosessuale.
Dovrebbe far riflettere che nello stesso anno sia stato distribuito nelle sale il film “LA DISEDUCAZIONE DI CAMERON POST“, titolo che, seppure con toni differenti, tratti i medesimi temi e denunci una realtà preoccupante.
BOY ERASED è ispirato alla testimonianza di Gerrard Conley che visse sulla propria pelle e sulla propria anima quella violenza psicologica mascherata da atto di bontà e di aiuto.
Joel Edgerton, regista e attore, firma la sua seconda opera dopo il promettente esordio che fu quel thriller “THE GIFT- REGALI DA UNO SCONOSCIUTO” (2015) e puntualmente veste i panni del personaggio più interessante e più inquietante, quello del motivatore e guida spirituale di questi ragazzi che pare abbiano perso la retta via.
Il suo film-denuncia è fortemente drammatico, ma la cinepresa guarda dritta alle anime dei ragazzi e delle ragazze che soggiornano (non sempre) volontariamente in questa struttura di recupero.
Se sono importanti le partecipazioni di due star amate dal pubblico LGBTQIE come il regista/attore/sceneggiatore Xavier Dolan e quella del cantante Troye Sivan (presente questo anche nella soundtrack), sono altrettanto incisive le performance del tormentato Russel Crowe e di una brava Nicole Kidman.
Ma è sopratutto sulle spalle e negli occhi del promettente attore Lucas Hedges che possiamo leggere tutta la sofferenza interiore di un ragazzo che ha solo il desiderio di essere amato per quello che è.
Il suo personaggio, perfettamente delineato in ogni suo desiderio (espresso o soffocato), è una figura che difficilmente potrete dimenticare.
Il suo calvario all’interno di quella prigione di anime, è conseguenza di una società chiusa che annega nella più becera e pericolosa ottusità, che si fa scudo delle sacre scritture quando non diventa arma con cui punire (una delle scene più pietose e crudeli) per ergersi a giudici e medici di una “malattia” che tale non è.
Edgerton ha il merito di non addolcire mai la pillola e di non alleggerire mai la tensione emotiva: la sua denuncia arriva feroce e non permette alcuna assoluzione o perdono per chi limita la libertà altrui e ne disintegra la dignità dal suo interno.
E proprio per questo, dentro tanta crudele realtà, i momenti di compassione e amore e di gioia, travolgono nella loro dolce banalità con altrettanta “violenza” fino alle lacrime, ma quelle più preziose e liberatorie.