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Q-Force, le forze dell’ordine con una storia LGBT+ (recensione)

- 30/09/2021
q force netflix


Dal 2 settembre 2021 è disponibile su Netflix Q-Force, una nuova serie animata a tema LGBT+ basata su una storia di spionaggio e mistero. Sebbene con qualche difetto, riesce nell’intento di intrattenere e narrare una storia nuova.

Un inizio turbolento

Anno 2011, Steve Maryweather (o agente Mary) è il più talentuoso tra i cadetti del suo anno, e fiducioso dell’abrogazione del “Don’t ask, Don’t tell”, fa coming out davanti a tutta l’accademia militare.
a causa di ciò verrà assegnato come agente speciale a West Hollywood, in pieno quartiere gay, in attesa di una missione.

10 anni dopo…

Steve è sempre in attesa di una missione ufficiale, e nel frattempo crea una sua squadra personale con cui lavorare. tutta appartenente alla comunità LGBT+.
Ma una svolta improvvisa e una presa di posizione farà sì che la Q-Force diventerà parte attiva delle forze dell’ordine, vivendo molte avventure.

La squadra in attività

Analisi generale

La serie si presenta come un prodotto di intrattenimento, e ci riesce completamente. La Q-Force del titolo è formata da un gruppo molto eterogeneo di personaggi, per dare grande diversificazione nelle tematiche da affrontare e nella rappresentazione della comunità LGBT+.


Il tema base è l’omofobia nelle forze dell’ordine, affrontato per tutte le puntate della serie, la prima in particolare.
All’espressione “abrogazione del Don’t ask, Don’t tell” si capisce che si vuole parlare della forte discriminazione ancora presente nell’esercito, o anche in organi come la polizia, per la comunità LGBT+. Non a caso anche in Italia ci sono ancora casi di discriminazione o poca tolleranza. Non per nulla Steve viene declassato in favore di un suo compagno di corso “che guarda caso è etero”.

Coincidenze? Neanche un po’.

Ma tralasciando questo aspetto, abbiamo anche la difficoltà di coniugare la vita lavorativa e personale (cosa che capita a più personaggi), in cui spesso si è costretti a scegliere l’una o l’altra, ma senza mai essere soddisfatti.

Un ultimo punto che trovo interessante è aver affrontato la tematica dell’alleanza tra etero e comunità LGBT+. Nella serie (non faccio spoiler) c’è un personaggio all’inizio che sembra ritroso a collaborare con Steve per il suo essere gay, salvo poi capire che non è questo il punto, ma piuttosto l’essere molto indeciso di quest’ultimo. E questo beccarsi tra di loro funge da siparietti comici che fanno trasparire alla fine un senso di alleanza, e non di discriminazione.

La Q-Force al completo

Piccole critiche

Come annunciato nella premessa, la serie non è esente da difetti, più o meno rilevanti.

Il difetto meno rilevante è il comparto dell’animazione. Non stiamo parlando di una grafica iperrealistica o fluida come i classici Disney (qua potete trovare un articolo sulla Sirenetta), e nessuno la pretendeva. In generale funziona, è godibile e adatta al tipo di narrazione, ma a volte sono presenti degli sfondi e dei dettagli che sembrano messi lì con il copia/incolla.

Un’altra critica che mi sento di muovere verso Q-Force è il fatto che la serie voglia essere divertente e a tratti nonsense, ma che voglia allo stesso tempo portare sullo schermo delle tematiche importanti.

Le tematiche importanti (discriminazione sul lavoro, vita divisa, lutto) hanno bisogno di un certo quantitativo di tempo per essere viste, vissute e assimilate dallo spettatore. La serie non si concede il tempo necessario per farcele vivere, che subito deve smorzare la tensione con qualche battuta o gag comica, e questo è un po’ un peccato.
Probabilmente un paio di puntate in più avrebbero aiutato a distribuire meglio gag e momenti seri, ma forse non sarebbe bastato.

In conclusione

Q-Force rimane un prodotto godibile, da guardare in due o tre parti senza problemi, vi farà divertire e se siete parte della comunità LGBT+ vi darà dei piccoli assaggi di empatia e immedesimazione del vostro quotidiano, con umorismo e nonsense. Immancabili sono le citazioni alla cultura popolare, le imitazioni di Twink e una piccola chicca legata all’Eurovision Song Contest (chi vedrà, saprà).

I difetti che ho trovato io possono essere rilevanti come no nella visione, ma non intaccheranno il senso di intrattenimento che vi potrà dare.

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Sono Alberto Orsotorta. Nato in piemonte e col cuore pellegrino, ho sempre amato le parole e le torte, ma su questi schermi posso dedicarmi solo a una di queste cose! Tra un articolo e l'altro… gradite qualcosa da mangiare? #waiterlife #blmagazine #orsotorta #parole Un modo per esprimere la mia fantasia e ritrovarmi con chi amo.

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