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HO AMATO ANCHE LA TERRA di Maura Chiulli (Hacca) | Recensione


Il consiglio bibliografico odierno è un grande ritorno in libreria dell’eclettica e valentissima autrice Maura Chiulli. Con il suo “Ho amato anche la terra“, pubblicato dalla casa editrice marchigiana Hacca, afferma nuovamente il suo talento in continua evoluzione.

LA TRAMA

Per Livia la felicità non è un approdo, un rifugio dove stare, ma un affaccio sull’abisso; lo è da quando, bambina, ha visto i suoi desideri e le sue domande cambiare forma a contatto con il mondo, trasformarsi in coltellate. “Ho amato anche la terra” è la storia struggente di una donna che si inabissa e riemerge, che affonda i propri desideri, che mette distanze per non farsi attraversare, che inganna per non incontrare la verità. Solo quando crederà di aver perso tutto e soprattutto l’amore, sceglierà di ricominciare e di affrontare il suo vero nemico: Corpo, che è la casa del suo cuore, il custode di tutti i segreti e la mappa delle sue cicatrici.

LA RECENSIONE

Prima di leggere questo libro ho deciso di non consultare affatto sinossi o trame. Avevo voglia di sperimentare nuovamente un’opera di Maura Chiulli. Ho letteralmente fagocitato “Ho amato anche la terra”. Più che una lettura è stato un viaggio introspettivo nella protagonista. La trama e l’intreccio narrativo, con molta singolarità, appaiono solo accessori neanche troppo importanti: la concentrazione del flusso di coscienza di Livia, la cruda e violenta discesa nei meandri del suo umano sentire, avvolgono questo romanzo di un’aura particolarissima. Una rarità in quest’epoca dove tutti vogliono pubblicare la qualunque. Non è una lettura semplice, anche perchè mette in condizione il lettore di porsi in maniera critica con la propria percezione del corpo. Livia decide di esistere ai margini della propria vita e decide di farlo consapevolmente autoboicottandosi in maniera chirurgica. Una discesa all’inferno ed una risalita modulata solo dalla propria consapevolezza. Il mondo percepito da Livia è spietato fatto da amiche in continua competizione, da una madre giudicante e da un compagno, Marco, totalmente disturbante: un ominicchio arrendevole. Ma questa è la sola percezione della protagonista. Chiulli è riuscita a scrivere con le parole giuste la semantica di un’anima complessa, donandoci la visione di come gli esseri umani possano essere potenti nel principio di autodeterminazione, nell’affermazione di sé, nel controllo delle dinamiche di causa ed effetto, ma anche e soprattutto nell’esatto opposto. Un romanzo potentissimo dove il primordiale bisogno di nutrimento viene deformato, vilipeso e usato come un’arma contro sé stessi.

Libro consigliatissimo: da leggere, regalare e proporre a gruppi di lettura o di libroterapia!

PS Spero vivamente che qualche Casa Editrice Scolastica estragga da questo libro brani da poter inserire nelle antologie di scuole medie e superiori.

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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