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Dopo la Francia, anche la Nuova Zelanda proibisce le terapie di conversione

- 17/02/2022
terapie di conversione


Il Parlamento neozelandese ha votato, quasi all’unanimità, il divieto alle pratiche di conversione per orientamento sessuale e identità di genere. Su 120 deputati solo otto non hanno votato per l’introduzione della nuova fattispecie penale.

La “terapia” di conversione si riferisce alla pratica, spesso da parte di gruppi religiosi, di cercare di “curare” le persone dalla loro sessualità, espressione di genere o identità LGBT+, riportando il soggetto della cura nei ranghi del normalismo cis-eterosessuale.

La bandiera della Nuova Zelanda in versione “rainbow”

Il contenuto della legge

La normativa, varata martedì sera, istituisce un nuovo reato per chiunque esegua di pratiche di conversione nei confronti di minori di 18 anni o con ridotta capacità decisionale, con la reclusione fino a tre anni. Inoltre, la legge sanziona chiunque compia pratiche di conversione che causino “gravi danni” indipendentemente dall’età, con una condanna che prevede fino a cinque anni di reclusione.

La legge è frutto di una richiesta popolare: il comitato ristretto per la giustizia ha ricevuto quasi 107.000 richieste pubbliche sulla legge, il numero più alto mai ricevuto in un atto legislativo in Nuova Zelanda.

Parlando alla Camera, il vice primo ministro Grant Robertson ha affermato che la legge cercherà di porre rimedio ad alcuni torti causati dalle pratiche di conversione nei confronti dei soggetti più deboli.

Sono cresciuto in una famiglia religiosa praticante nell’era della riforma della legge sugli omosessuali“, ha detto. “Quando ho finalmente raccolto il coraggio di fare coming out con i miei genitori, sono stato accolto con amore… ma non tutti sono o sono stati così fortunati“.

Robertson si è poi rivolto ai destinatari della legge:

A tutti coloro che sono stati colpiti da pratiche di conversione o tentativi di riconversione, vogliamo dire che questa normativa è per voi. Non possiamo tornare indietro o annullare tutto il dolore, ma possiamo assicurarci che in futuro forniremo il supporto e l’amore che non avete mai ricevuto, e che vi viene negato da coloro che cercano di fermarvi dall’essere quello che siete.

Gli esperti delle Nazioni Unite sulla protezione contro la violenza e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere hanno rilevato che le pratiche di conversione causano una significativa perdita di autostima, ansia, sindrome depressiva, isolamento sociale, difficoltà nell’intimità, odio per se stessi, vergogna e senso di colpa, disfunzioni sessuali, induzione al suicidio e sintomi del disturbo post-traumatico da stress.

La proibizione delle terapie di conversione è stata una delle promesse elettorali del Primo Ministro neozelandese Jacinda Ardern quando è stata eletta per un secondo mandato lo scorso anno.

«Ho dormito con le braccia divaricate per 6 mesi» – Parla reduce da una terapia di conversione

La Nuova Zelanda registra il più alto tasso di suicidi tra i giovani dell’OCSE e tale tasso è più alto tra i giovani LGBTQI+. La ricerca del 2019 ha rilevato che il 79% dei neozelandesi trans e non binari aveva seriamente pensato al suicidio e due quinti si erano autolesionati negli ultimi 12 mesi.

La Nuova Zelanda segue la Francia, quest’anno, nel divieto alle terapie di conversione: si tratta del terzo paese europeo dopo Malta e Germania. Nel dicembre 2021 è toccato al Canada, mentre disegni di legge similari sono allo studio nel Regno Unito e in Israele, dove due giorni fa il Ministro della Salute, con una direttiva, ha vietato le terapie riparative come cure mediche.

Fonte: The Guardian

Photo by Ehimetalor Akhere Unuabona on Unsplash

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Sono nato in Puglia, terra di ulivi e mare, e oggi mi divido tra la città Eterna e la città Unica che mi ha visto nascere. La scrittura per me è disciplina, bellezza e cultura, per questo nella vita revisiono testi e mi occupo di editing. Su BL Magazine coordino la linea editoriale e mi occupo di raccontare i diritti umani e i diritti lgbt+ nel mondo... e mi distraggo scrivendo di cultura e spettacolo!

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