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Gaza: tra crisi umanitaria e immobilismo occidentale


(Gaza) In un video condiviso sui canali social, si è descritta una situazione disperata in cui “nessuno riesce a mettere insieme un singolo pasto da giorni” ha gridato in un reel Al-Shareef, un residente di Gaza, . Gli attacchi israeliani a Gaza hanno causato la morte di almeno 67 palestinesi tra la notte scorsa e oggi. Questa escalation di violenza è senza precedenti e sta avendo un impatto devastante sui diritti umani. Le truppe israeliane stanno compattando la popolazione civile a sud della striscia, al confine dell’Egitto. Tale azione, oltre che creare una chiara situazione emergenziale e sanitaria, lascia campo largo alla devastazione sulle infrastrutture gazesi. Si deduce da sé, che l’alibi della lotta al terrorismo non regge più. Sembra esattamente la stessa strategia usata dalle truppe Russe a Mariupol lo scorso anno: devastare l’intera città affinché qualunque manufatto faccia perdere il carattere identitario riconoscibile a chi ha vissuto lì da sempre.

Una tattica antica ed atroce.

Attualmente la striscia di Gaza sembra l’Alesia di Vercingetorige assediata da Giulio Cesare nel 52 a.C. L’unica differenza è che la sopraffazione delle truppe di Israele è assolutamente impari e la crisi umanitaria con annesso genocidio è una solida realtà.

Purtroppo bisogna constatare la totale assenza di mediazione internazionale. Pallidissimi espedienti mediatici vengono proposti dalla Casa Bianca. Nessuna cancelleria mondiale riesce a frenare le mire espansionistiche di Benjamin Netanyahu che nel frattempo ha intrappolato i mass media planetari in questo enorme bias cognitivo che come argomento di destrutturazione del dibattito pubblico fa sì che egli stesso rappresenti una sineddoche vivente con assioma cartesiano annesso: “chi è contro Netanyahu è contro Israele, se sei contro Israele sei contro gli Ebrei, se sei contro gli Ebrei sei uno schifoso Nazista“. Questo loop mediatico sta frenando i media a parlar chiaramente dell’orrore su Gaza in maniera seria. Questo loop mediatico sta favorendo il business delle armi senza che nessuno ne parli. Questo loop mediatico fa sì che qualunque prima ministra o presidente tratti la questione come ridicola scaramuccia o come legittima reazione agli attacchi del 7 ottobre.

In verità l’occupazione della Palestina è un fenomeno crudele che viene perpetrato da ormai mezzo secolo. Il blocco della striscia del 2005 ha fomentato l’acredine della popolazione civile.

È importante che la comunità internazionale continui a monitorare e cercare soluzioni per alleviare la sofferenza delle persone coinvolte in questa crisi e a bloccare immediatamente il Genocidio della popolazione della striscia di Gaza. È importante che la comunità internazionale, soprattutto le cancellerie del medio- oriente, favoriscano il rilascio degli israeliani rapiti da Hamas.

Non è più tempo di rimanere in silenzio.

Non è più tempo di osservare zitti e buoni l’immobilismo dei nostri governi.

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Di origine Abruzzese, ma ramingo come un nomade. Di molteplici interessi ogni sabato su Bl Magazine con la rubrica BL LIBRI.

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