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ADDIO a Murgia. In migliaia a Roma la piangono

- 12/08/2023


Oggi, 12 agosto alle ore 15.30 alla Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo di Roma si è tenuto il funerale di Michela Murgia, grande scrittrice e intellettuale transfemminista, a cui dobbiamo libri come Stai zitta, God save the queer, Noi siamo tempesta e tantissimi altri lavori che hanno plasmato notevolmente l’opinione pubblica e lo scenario politico in Italia.

Il nostro direttore Oscar Innaurato e la nostra vicedirettrice Benedetta La Penna, sono riuscitə a partecipare alla celebrazione tra i canti “Bella Ciao” applausi e lacrime. Un migliaio di persone sotto il sole, sventolando bandiere antifasciste e queer ma anche i suoi libri, per l’estremo saluto della più grande intellettuale dei nostri tempi.

Don Insero, il sacerdote che ha celebrato la messa, nella sua omelia ha detto “Murgia ha fatto tante battaglie conservando la fede. Abbiamo scelto questa pagina dal Vangelo di San Giovanni con Michela. Gesù è simboleggiato con la porta, cioè la soglia, quel luogo di passaggio che permette di attraversare lo spazio e andare oltre”
E continua: “Lei è nell’oltre, la sua anima è in viaggio verso il Padre non verso il nulla. Ha fatto tante battaglie e ha conservato le fede – aggiunge -. Ci ha lasciato questa testimonianza: è possibile amare nel dolore, salutare tutti e riconciliarsi con tutti”.

In apertura della cerimonia don Insero ha anche letto un messaggio per la scrittrice del Cardinal Zuppi: “Il libro della sua vita non è finito, le sue pagine continuano a essere scritte con lettere d’amore. Lei lo ha scritto con passione”.

Nella Chiesa degli Artisti i figli d’anima di Murgia, tra i presenti Elly Schlein, Roberto Saviano, Chiara Valerio e Sandro Veronesi

Come testata ringraziamo e salutiamo Michela Murgia, ricordandola quando nel 2019 fu la prima a raccogliere l’iniziativa di BL Magazine e degli antifascisti al salone del Libro di Torino, per rivedere la partecipazione di Alta Forte, nota casa editrice di matrice fascista, all’edizione alla fiera internazionale di quell’anno.

L’Italia ha perso una grande voce libera.

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